Partiti e politici

Il ritorno del centro-destra

24 Giugno 2017

Sembrava scomparso, fino a qualche mese fa. Dopo le elezioni politiche del 2013, in cui non si era certo comportato male, e la breve partecipazione al governo con il PD di Letta e Fassina, l’area di centro-destra non aveva quasi mai brillato. Né nelle stime degli orientamenti di voto nazionali, né nelle prove elettorali, fatta salva la vittoria di Toti in Liguria, dovuta forse più che a meriti propri al suicidio collettivo di un centro-sinistra spaccato e oltremodo litigioso.

Certo, la Lega di Salvini era data in crescita in quasi tutti i sondaggi, capace di avvicinare e perfino sorpassare i consensi per lo stesso Berlusconi e la rediviva Forza Italia, ma erano proprio le liti interne, per una sorta di rinnovo della leadership della coalizione, a minarne la compattezza e la forza complessiva. Così sulla scena brillavano fulgide prima la stella di Renzi, almeno fino al 2015, e poi le 5 stelle del movimento di Grillo, capace di trionfare a Roma e Torino e di diventare per molti mesi il primo partito virtuale nelle intenzioni degli italiani.

Ma i tormenti di queste ultime due forze politiche hanno a poco a poco eroso i precedenti elevati livelli di consenso popolare, ridando spazio a quell’area che pareva dormiente, ridandole un po’ di voce prima con il referendum anti-renziano e poi con il primo turno delle recenti amministrative, dove sono riusciti ad andare al ballottaggio in quasi tutti i capoluoghi di provincia e in moltissimi comuni “superiori” (quelli con oltre 15mila abitanti).

Al primo turno, ulteriore indicatore della crescente difficoltà di primeggiare in una competizione almeno tripolare, soltanto tre candidati sono riusciti a prevalere nei 25 capoluoghi. I restanti 22 voteranno di nuovo domani. Con quali esiti? Le previsioni, come sempre, vengono fatte per essere smentite, e quindi tenterò di farle.

Nelle precedenti consultazioni, uscirono vincenti 15 sindaci di centro-sinistra, contro i soli 6 del centro-destra, mentre negli altri 4 casi primeggiarono forze politiche diverse (una per comune, compresa la Parma dei 5 stelle). Domani l’esito potrebbe essere completamente ribaltato, con il centro-destra vittorioso in almeno 14 comuni ed il centro-sinistra sicuro di vincere in soli 4 (di cui 2 già al primo turno). Ce ne sono poi 3 che andranno ad altri raggruppamenti “civici” e i rimanenti 4 in bilico, ma con buone chance – di nuovo – per la coalizione Lega-Forza Italia-Fratelli d’Italia.

Una situazione molto simile dovrebbe realizzarsi negli altri 140 circa comuni superiori, con una forte avanzata del trio Salvini-Berlusconi-Meloni, appoggiati da forze politiche locali. Se consideriamo che una fetta maggioritaria dei candidati di centro-sinistra sono sindaci uscenti, il risultato che ci apprestiamo a vivere domani non sarà certo un buon viatico per le prossime elezioni politiche (e regionali, in Lombardia), per il Pd ed i suoi alleati. I quali rischiano di trovarsi in netta minoranza contro la rinnovata coalizione di centro-destra.

E i 5 stelle? Entrati in pochi ballottaggi, è probabile che non ne vincano, se non forse in un paio di casi. In parte scontano, diciamo così, la cattiva stampa per i comuni dove governano, in parte la difficoltà a trovare personale politico “attrezzato” a livello locale. Molti dei suoi elettori delle politiche preferiscono poi disertare le urne, alle comunali, senza però che questo intacchi il suo seguito nazionale, in consultazioni di diverso tipo.

L’astensionismo, infine, crescerà dovunque e non è detto che non ci troveremo, domani sera, con un’affluenza generalizzata inferiore alla metà della popolazione elettorale. A lunedì, per un’analisi del voto, sperando di aver azzeccato almeno qualcosa…

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