Partiti e politici

Il peggiore dei Virus

12 Aprile 2020

Ogni giorno grazie alla scienza e alla tecnologia (che è applicazione pratica verso impieghi utili dei principi scientifici)  ci è possibile salvare milioni di vite umane. Osservando la crescita della popolazione mondiale negli ultimi 2 secoli si può osservare come oggi la semplice sopravvivenza di Miliardi di esseri umani sia essenzialmente il risultato dei progressi scientifici e tecnologici che ne assicurano le possibilità di sussistenza.

https://youtu.be/CauWbGa0Dok

Eppure, per quanto ovvie e scontate dovrebbero essere importanza e utilità di queste considerazioni, tutti i giorni lasciamo che paure e pregiudizi irrazionali insieme a limiti ideologici ostacolino l’azione della scienza causando sofferenze, disagi e in ultima istanza decessi che si sarebbero potuti evitare.

La mancanza di coordinamento internazionale e diversi errori commessi a livello nazionale e locale nelle misure di contenimento del contagio da Covid-19 costituiscono un tragico esempio di come le resistenze al pensiero scientifico abbiano un costo immediato in termini di vite umane. Il prezzo aggiuntivo dovuto alle conseguenze economiche di una gesione inadeguata della crisi non sono ancora quantificabili, ma potrebbe essere anche maggiore.

Viviamo in un’epoca in cui tempi e costi della condivisione delle informazioni tendono a zero eppure assistiamo a regioni confinanti dello stesso paese come Veneto e Lombardia che pongono in in essere strategie differenti con risultati tragicamente distanti  in termini di vite umane perdute.

La mera collaborazione tra due aziende Big Tech (Apple e Google) consentirà il contact tracing anonimo di circa tre miliardi di persone confermando come l’applicazione tempestiva di tecnologie opportune avrebbe consentito di risparmiare decine di migliaia di vite umane nei paesi più sviluppati offrendo a questi ultimi la possibilità di fornire supporto più incisivo ai paesi più arretrati.

Ci sono almeno 3 colpevoli, 3 vittime non del tutto inconsapevoli del virus dell’irragionevolezza che hanno portato a questi risultati. Il primo, forse meno colpevole degli altri è rappresentato dalla classe politica. Abituata da tempo ad accantonare il buonsenso in favore del consenso, nei paesi democratici e della propaganda nei paesi meno democratici (scegliete a piacimento dove collocare l’Italia) ha continuato a comportarsi in modo ordinario durante circostanze straordinarie. Questo vuol dire che incertezze e ritardi hanno consentito al contagio di diffondersi  portando rapidamente a un sovraccarico delle strutture sanitarie e alla necessità di bocchi draconiani alla circolazione delle persone nel tentativo di arginare il contagio.

Il secondo colpevole è costituito dall’apparato dei tecnici che ai vertici supportano il processo decisionale dei politici e dai funzionari che ne applicano le scelte nelle varie declinazioni territoriali. Persone che in genere dispongono delle competenze per comprendere il da farsi, ma troppo spesso mancano del coraggio per assumersi responsabilità e della umiltà necessaria per collaborare verso il raggiungimento del bene comune. Chiunque si trova sul campo può commettere degli errori, chi si rifiuta di riconoscerlo e di aggiustare la rotta aggrava inutilmente la situazione.

 

Ma c’è un terzo e di certo principale colpevole. Quello che non ti aspetti in un romanzo giallo o nella fiction che guarda a casa mentre pontifichi sui social. Il terzo e più grave colpevole siamo tutti noi. Noi che abbiamo continuato a guardare la TV e comprare i giornali che mettevano sullo stesso piano stregoni, antivaccinisti e scienziati. Noi che abbiamo tollerato che per protesta ascendessero a ruoli apicali personaggi indegni in politica e soggetti in adeguati nelle istituzioni e nei ruoli tecnici.

Sebbene la meritocrazia sia un ideale impossibile da mettere perfettamente in pratica, abbiamo con diabolica perseveranza consentito la vittoria e l’affermazione dei peggiori. Con un contrappasso di sapore dantesco costoro stanno gestendo in modo inadeguato una crisi senza precedenti accumulando morti che si potevano evitare e debiti che ricadranno sulle generazioni future.

Mentre cantate l’inno nazionale dal balcone (talvolta confondendolo con la canzone del sole), con un occhio alla strada in cerca di opportunità di delazione, non chiedetevi di chi è la colpa la gente muore o se l’economia si sgretola: è colpa nostra e finchè non ci decideremo a cambiare #andratuttobene rimarrà uno slogan vuoto e ipocrita valido per ignorare l’evidenza sconveniente della realtà.

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