Partiti e politici
Il Partito Democratico tra Pio La Torre ed Andrea Cozzolino
Nella serata di venerdì Rai 3 ha trasmesso un commovente documentario di Walter Veltroni, dedicato all’onorevole Pio La Torre: “Ora tocca a noi, storia di Pio La Torre”.
È noto che sia stato possibile la lenta sconfitta della mafia e la celebrazione del maxi processo di Falcone, solo grazie a quella legge che introdusse per la prima volta nel codice penale il reato di “associazione di tipo mafioso” (art. 416 bis) e la conseguente previsione di misure patrimoniali applicabili all’accumulazione illecita di capitali, la legge Rognoni-La Torre.
Come si legge dai lavori parlamentari, collaborarono assiduamente due magistrati: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
La Torre era un comunista di quelli che mettevano in primo piano i valori della classe lavoratrice, dei braccianti (si ricordino le sue origini e le lotte per le terre da attribuire ai contadini), della pace: la Sicilia con Comiso non doveva diventare la base dei missili Cruise.
Era una figura nitida, limpida, di quei comunisti che potevano vantarsi di essere diversi, di porre la questione morale al centro dell’azione politica. I corleonesi e Vito Ciancimino (suo acerrimo avversario politico) furono i mandanti del suo agghiacciante assassinio.
La mafia aveva colpito il cervello, chi aveva capito la sua struttura che La Torre voleva distruggere con strumenti normativi adeguati.
E la sua legge è ancora oggi la pietra miliare su cui si è retta la lotta alla mafia.
Di converso, oggi nel partito democratico c’è Andrea Cozzolino, probabilmente invischiato nello scandalo delle mazzette dal Qatar. Non è ancora tra gli indagati e vale giustamente la presunzione di innocenza e ci auguriamo che esca indenne dallo scandalo. Prudentemente è stato sospeso.
Ma il problema ha una portata generale ed è il sintomo di una grave malattia del Partito Democratico:
1- quello di essere abbarbicato al potere;
2- di aver subito la mutazione genetica, non più partito della classe operaia, degli ultimi, della Costituzione per l’eguaglianza sostanziale, ma forza politica ministeriale, di becera gestione.
3- Le idee di sinistra, come ha scritto il noto sociologo Luca Ricolfi, sono diventate di destra ed i “forgotten men”, i dimenticati, sono i votanti della Meloni.
La questione morale, battaglia sacrosanta di Berlinguer (si ricordi l’intervista ad Eugenio Scalfari) e la diversità comunista sono state buttate alle ortiche.
Non potrà mai dire Cozzolino che “il potere è lontano dai nostri valori e non appartiene alla nostra etica. Se ci arriviamo cerchiamo di essere sempre ingenui e puri”( Pio La Torre).
Ma ci sono arrivati e non sono più i comunisti italiani. Tutto è finito.
Che si sciolgano.
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