Partiti e politici

Il paese del “non si sa mai”

7 Aprile 2020

Circa 20 anni fa conoscevo un personaggio ingenuo. Si chiamava Nino. All’epoca in paese capitava di andare in giro in auto con un numero di passeggeri superiore a quello consentito. Capitava anche che il guidatore non avesse ancora la patente o che non tutti i documenti fossero in regola.  Insomma c’erano dei casi in cui si infrangevano le regole esponendosi a sanzioni in caso di controllo.

Quello che mi faceva sorridere di Nino era che lui temeva i controlli anche quando non aveva infranto alcuna regola.

“Non si sa mai” diceva lui.

Per una ventina d’anni ho sorriso del mio amico.  Ho pensato di vivere in un paese dove se rispetti le regole non hai nulla da temere dai controlli. Ho anche pensato di conoscere abbastanza i miei diritti per difendermi in caso di abusi.

Poi è venuta l’emergenza con le sue regole straordinarie talvolta svincolate da qualunque logica, troppo spesso mal concepite e comunicate peggio, lasciando adito a fraintendimenti e diverse interpretazioni.

Si sono viste “retate” contro chi scende per strada in seguito alle delazioni degli sceriffi del balcone. E le sanzioni inasprite di continuo per nascondere le responsabilità di chi ha gestito in modo inadeguato l’emergenza.

Oggi mi è toccato uscire per un problema medico. L’ho fatto portando dietro le autocertificazioni, i giustificativi, i presidi sanitari e tutta la buona volontà del caso. Eppure quasi mi vergogno a pensare che mi sono sentito come quell’amico ingenuo di tanti anni fa.

Mi auguro che la storia possa fare giustizia di quelli che hanno reso il nostro paese un posto dove chi va in giro deve anche solo pensare che, in caso di controllo, “non si sa mai.”

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