Benessere

Il paese degli struzzi alla terza ondata

22 Novembre 2020

Repetita iuvant. Dopo la delusione per la prematura scomparsa della teoria della morte clinica del virus, seppellita dalla “seconda ondata”, il ruolo di nuovo salvatore in questa crisi epidemica è affidato all’annuncio del vaccino, tanto da far dimenticare ancora una volta ogni soluzione alternativa alla pandemia. Così ci avviamo baldanzosi alla “terza ondata” nel 2021.

Come già si poteva prevedere, la speranza del vaccino è essa stessa il vaccino nel cuore degli italiani. E’ bastato un annuncio del CEO di Pfizer Albert Bourla per far gridare al miracolo e far schizzare le borse mondiali, secondo alcuni (secondo altri il rally delle borse era dovuto all’esito delle elezioni americane). Dall’annuncio però si sono succeduti diversi eventi. Il CEO di Pfizer ha venduto la maggioranza del suo pacchetto di azioni della società che amministra, beneficiando dei massimi di borsa, altre case farmaceutiche (oltre a Pfizer, Moderna, Oxford-AstraZeneca, Jansenn sono nomi che stanno sostituendo Messi e Ronaldo tra il pubblico) hanno annunciato che il loro vaccino sarà pronto a breve, le azioni di Pfizer sono tornate al livello pre-annuncio, le speranze degli italiani invece no.

Da quando si è cominciato a parlare di vaccini in fase 3 (sostanzialmente l’ultima prima della richiesta di autorizzazione alla commercializzazione) la lotta al virus nell’immaginario collettivo è divenuta l’attesa del vaccino, magari da godersi sul soffice divano durante il soft lockdown.

A tentare di dare la sveglia per l’ennesima volta è arrivato come al solito il Prof. Andrea Crisanti, il quale, defenestrato da Zaia dopo aver avuto successo nella prima ondata, rimbalzato dal Governo mentre suggeriva come evitare la seconda ondata, avrebbe avuto la logica aspettativa che qualcuno lo stesse a sentire per evitare almeno la terza.

Speranza vana, ovviamente. Diffamato a morte dal suo predecessore sulla cattedra di microbiologia dell’Università di Padova Prof. Giorgio Palù (fondatore del dipartimento di Medicina Molecolare, ultimo preside della facoltà di Medicina dell’università, past president della Società europea di virologia e professore emerito dell’università di Padova) che, evidentemente desideroso di riguadagnare il centro della scena occupato dal suo successore, lo ha liquidato come “entomologo”, il Prof. Andrea Crisanti, docente di microbiologia all’Università di Padova e già di parassitologia all’Imperial College di Londra, ha cominciato ad essere sbeffeggiato dal popolino come “zanzarologo”.

Gli sberleffi si sono accompagnati a una vera e propria “shit storm” (come si chiamerebbe oggi una campagna di stampa fatta sui social) che vede ogni articolo che lo riguarda postato sui social (soprattutto da Open di Enrico Mentana o Il Fatto Quotidiano) brulicare di odiatori che lo additano come menagramo, terrorista mediatico, pessimista cosmico, oltre che, naturalmente, zanzarologo. Abbiamo cercato di sostenerlo con una petizione su Change.org, Gruppi su Facebook, ma è difficilissimo fare breccia nel muro consolidato dai desideri di normalità degli italiani che sono pronti a passare sopra il cadavere della propria madre pur di liberarsi dall’incubo pandemico. Purtroppo però, l’incubo è realtà, tenere la testa sotto la sabbia (come al solito) non aiuta e quand’è così passare sopra al cadavere della mamma non serve a nulla. Avere il pelo sullo stomaco non basta se non si ha cervello.

Il Prof. Crisanti ha gravi difetti, va detto.

E’ a-social, come da lui stesso ammesso: in un mondo della post-verità, dove non importa la verità scientifica ma quella che viene raccontata e creduta, non si preoccupa di fornire versioni accattivanti della verità scientifica, non si preoccupa dei social, pur cercando di intervenire con una certa frequenza sui mass media. Comunica male, da scienziato puro in un paese che ragiona di pancia, con le madeleine di Proust più che con il metodo cartesiano.

Altro grave difetto: è indipendente. In un mondo in cui i partiti politici per sostenerti ti chiedono fedeltà al partito, non prende posizione, non cerca padrini in politica, non ha fratelli parlamentari, segue la verità scientifica senza compromessi. Critica il governo e va contro l’opposizione. Imperdonabile.

Recentemente è venuto alla ribalta per una dichiarazione sul potenziale vaccino, che avrebbe dovuto essere l’ultimo appello per evitare la terza ondata, destinato a cadere nel vuoto come i precedenti. Visto che il dibattito pubblico ormai è tutto sul vaccino, è stato chiesto al Professore se si vaccinerà a gennaio con il primo vaccino disponibile. Il Professore, da buon a-social, invece che sottolineare la stupidità della domanda ha cercato di rispondere a una domanda stupida, il che di solito rende piuttosto difficile dare una risposta intelligente. Il Prof. Crisanti senza dati non farebbe il primo vaccino e punterebbe piuttosto sul piano di sorveglianza attiva con il tracciamento dei casi, come fatto in Cina.

Apriti cielo. Il discorso sul tracciamento dei casi mediante gli esami molecolari con tamponi non è stato nemmeno sentito dai giornalisti, che hanno montato un caso mediatico sulla risposta alla domanda stupida, arruolando il Prof. Crisanti tra i no-vax. Seguono a ruota politici, funzionari, virologi vari felici finalmente di fare secco l’indipendente, l’usurpatore Crisanti. Tutti alla seconda ondata… pardon crociata contro Crisanti. Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco Ema: “Dichiarazione irresponsabile e intollerabile” Aifa: “È sbagliato diffondere affermazioni infondate sulla sicurezza”. “Io mi vaccinerò” dice il direttore sanitario dell’Inmi Spallanzani. L’immunologa Antonella Viola: “non alimentiamo dubbi”. Il CTS, che può finalmente vendicarsi delle critiche: “Sono assolutamente inaccettabili” dal punto di vista scientifico e tecnico oltre che “inappropriate nella forma e nel modo” le dichiarazioni del Prof. Crisanti. Luca Zaia, da buon politico pronto a sottoporsi subito al vaccino anti-Coronavirus, risponde a una domanda simile a quella fatta al Prof Crisanti: Quale vaccino? “Me lo farò shakerato”.

Ovviamente, nella terra degli struzzi (ok sappiamo che la metafora popolare è ingenerosa verso il comportamento di questo volatile, ma è troppo efficace per non usarla) non c’è nulla al di fuori del vaccino, quindi si parla solo di vaccino. Era piuttosto chiaro che il Prof. Crisanti volesse ricordare che ad oggi non abbiamo dati e che in assenza di tali dati sarebbe sorprendente avere un vaccino sicuro per fine gennaio, non già sulla scorta degli annunci delle cause farmaceutiche (che stanno a zero), ma per la tempistica nota in campo scientifico per ottenere un nuovo vaccino (lo dico ancora: il Prof. Crisanti è uno scienziato puro).

Il pensiero del Prof. Crisanti è ovviamente che faremmo bene a pensare al worst case scenario (che poi è quello più prevedibile) in cui per fine gennaio non potremo contare su alcun vaccino sicuro per fermare la terza ondata e dovremmo dunque subito attuare il piano di sorveglianza attiva con tamponi. L’arrivo dei primi vaccini avverrà gradualmente nel 2021. La ricetta del Prof. Crisanti è nota: approfittare delle ferie di fine anno per chiudere tutto in un lockdown di Natale e cercare di fermare il contagio, per riprendere il controllo con il piano di sorveglianza attiva.

E’ scontato che avrebbe successo, ma chi pagherebbe i negozianti per stare chiusi? Chi dirà gli italiani di non andare a sciare? Si può anche evitare di lavorare, ma le sacrosante vacanze di un popolo distrutto dal divano, quelle non si toccano. Chi fermerà nelle piazze i negazionisti, che al primo calo del numero giornaliero di morti torneranno a parlare di dittatura sanitaria?

Dopo la shit storm che ha investito il Prof. Crisanti e con essa il suo lockdown di Natale, la decisione agli italiani e ai sondaggi, al crepuscolo della seconda ondata… e all’alba della terza. Non si può escludere che con un rigurgito di buon senso, coscienza e dignità, gli italiani si mettano a sostenere il piano Crisanti che eviterebbe la terza ondata e così il terzo lockdown soft o hard che dir si voglia, e probabilmente il quarto e chissà quanti ancora, prima che sia disponibile per la vaccinazione di massa un vaccino efficace e sicuro. Sapranno gli italiani resistere agli annunci del Dott. Dulcamara di turno, che in assenza di dati promette un rimedio “I cui certificati/Autentici, bollati/Toccar, vedere e leggere/A ciaschedun farò” e pensare intanto a risolvere la crisi epidemiologica con i mezzi di cui attualmente disponiamo, guardando in faccia alla realtà senza nascondere la testa sotto la sabbia come al solito? Ai posteri l’ardua sentenza, ma il Prof. Crisanti, siamo sicuri, sa già la risposta e azzeccherà anche questa volta.

 

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