Partiti e politici
Il nuovo bipolarismo: Lega contro 5 stelle
Chi lo sa se le elezioni di domenica scorsa non siano state di portata storica, il primo tassello di una grande svolta della, e nella, politica italiana. Se cioè l’assetto della competizione politica futura, con i partiti tradizionali (come il Pd) e anche i cosiddetti partiti del leader (come Forza Italia) sul viale del tramonto, non si configuri secondo modalità inedite sia sul lato dell’offerta che su quello della domanda dei cittadini. Osservando la cartina sostanzialmente bicolore che molti quotidiani hanno rappresentato sulle loro prime pagine, qualche dubbio, o qualche ipotesi sul futuro, potrebbe venirci in mente.
Nel 2008, e ancor prima nel 2006, le mappe politico-elettorali italiane erano anche allora bicolori, il blu di Berlusconi contro il rosso di Veltroni (o di Prodi), ma agganciate a coalizioni di tutt’altro genere: molto ideologiche, con una chiara visione del mondo e una decisa storia elettorale alle spalle, caratterizzata da una fedeltà di voto, pesante o leggera che fosse, sicuramente importante per la storia di ogni singolo cittadino-elettore.
Oggi, in un periodo di volatilità estrema, i protagonisti principali, i vincitori delle ultime consultazioni politiche, paiono un po’ sbiaditi nelle loro visioni di una società futura, ma molto capaci di attrarre un elettorato sostanzialmente stufo di tutto: dell’immigrazione abusiva, della insicurezza sociale ed economica, della trasformazione del mercato del lavoro, del tramonto dell’antico welfare, di un’Europa a trazione bancaria, della casta che ci governa, della corruzione politica, di una riforma pensionistica ardua da accettare, delle possibilità lavorative che stentano a tornare come quelle di un tempo.
Vogliono cambiare tutto, i vincitori di queste elezioni, ma non è per nulla chiaro quali possano essere le loro ricette, fatte per il momento di proclami altisonanti o di promesse difficili da mantenere, in un mondo sempre più interconnesso, dove l’autarchia ha scarse possibilità di trovare spazio. Ma la voglia di cambiare tutto, di rottamare tutti (come già proclamava 4 anni fa il primo sconfitto di queste elezioni) non produce di per sé un nuovo mondo, benché produca senz’altro un alto livello di consenso elettorale. Per ora.
Eppure, il bipolarismo di queste nuove cartine potrebbe essere realmente un segnale di qualcosa che sta mutando. Da una parte una nuova destra “sociale”, che cerca disperatamente di non far entrare nel nostro mondo i mutamenti epocali, che non possono peraltro essere fermati con qualche provvedimento estemporaneo; dall’altra un movimento di “cittadini”, che si presenta quasi come una sommatoria di proposte mono-tematiche, di cui però sfugge un progetto complessivo di società, di nuove regole economiche e di welfare.
Sarà questa la contrapposizione futura del nostro paese? Se anche molti elettori del Pd hanno abbracciato i 5 stelle, è un segno che anch’essi sono propensi a credere che la democrazia dei (vecchi) partiti possa essere agli sgoccioli, lasciando il posto ad una democrazia dei cittadini, che potrebbero governare in prima persona. Wishful thinking? Può darsi, ma questo è quello che pensano tanti italiani.
Tanti italiani che sembra abbiano oramai una memoria di breve durata, anche in campo elettorale. Innamorati di Berlusconi prima, di Renzi fino a 3-4 anni fa, poi presto disamorati, innamorati di Grillo e ora di Di Maio e di Salvini. Innamorati presto delusi, se nel giro di un paio d’anni i nuovi protagonisti politici non riescono velocemente a cambiare il volto del paese. Con una sorta di bacchetta magica.
In Sicilia ci hanno messo ancora meno, a cambiare idea. Due mesi. Alle regionali il centro-destra vinceva con 6 punti di scarto sul M5s. Oggi perde di 10-12 punti percentuali. Certo, saranno contate anche le preferenze, allora, ma riporre fiducia in una parte politica a livello locale e voltargli le spalle subito dopo, a livello nazionale, non pare un comportamento particolarmente saggio.
E il futuro, dunque? Sarà davvero una competizione serrata tra nuova destra popolare e movimento dei cittadini? O anche questa nuova contrapposizione durerà il breve spazio di un mattino? Per cambiare tutto, di nuovo, tra non molto?
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