Partiti e politici
Il ministro che non si dimette mai
Quante mozioni di sfiducia ha ricevuto Alfano? Se si tiene conto anche di quelle annunciate ma mai arrivate in aula, saremo attorno alla decina. Potrebbe aggiungersene un’altra in seguito al probabile ennesimo pasticcio degli Interni e della polizia, sul caso del presunto terrorista tunisino arrivato in Italia sui barconi. Ogni mozione, ovviamente, viene agevolmente respinta, ché il governo Renzi non può certo pensare di fare a meno del supporto del Nuovo Centrodestra.
Viene però da chiedersi che cosa deve combinare un ministro per rassegnare le dimissioni. Nell’ordine, e solo per citare i casi più gravi, Angelino Alfano ha la responsabilità, in quanto ministro degli Interni, della vergognosa (per uno stato sovrano come l’Italia) vicenda della “extraordinary rendition” (così l’ha definita l’Onu) della Shalabayeva, la moglie del sedicente dissidente kazako Ablyazov. Vicenda gravissima, che ha gettato Alfano in un vortice di polemiche, ma dalla quale è uscito assolutamente indenne.
Parecchio tempo dopo, Alfano decide di scavalcare alla grande carabinieri del Ros e procura di Bergamo per intestarsi il successo della cattura del presunto assassino di Yara, Massimo Bossetti. In questo modo, però, divulga informazioni che la procura voleva mantenere riservate e si fa sfregio di ogni principio base di garantismo e presunzione d’innocenza annunciando all’Italia di aver “individuato l’assassino di Yara Gambirasio”. Peccato che sia passato quasi un anno e Bossetti, a onor del vero, è ancora un semplice “presunto assassino”.
Adesso arriva il pasticcio di Touil, il 22enne marocchino accusato con troppa facilità da politici e giornali di essere coinvolto negli attentati di Tunisi e che invece, sembra sempre più probabile, in quei giorni era in classe a studiare l’italiano e potrebbe essere totalmente estraneo ai fatti. Ecco, dare del terrorista a chi cerca di integrarsi forse non è una mossa geniale per convincerlo di aver fatto la scelta giusta. Se poi risultasse vero che si è trattato di un colossale scambio di persona, vabbè, inutile aggiungere commenti.
In mezzo a tutto questo, gli scontri di Roma del 29 ottobre scorso, la devastazione di Roma portata dai tifosi olandesi a febbraio, il caos totale durante la manifestazione No Expo del primo maggio. E questo solo per citare gli ultimi in ordine di tempo. Il sospetto che Alfano non sia la persona più adatta a rivestire il ruolo di ministro degli Interni, insomma, ha sfiorato più di una mente. Fino a oggi, però, né quella di Renzi, né quella dello stesso Alfano. Ecco, se anche il caso Touil si risolvesse con una figuraccia di Alfano, speriamo che possa essere davvero #lavoltabuona.
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