Partiti e politici

Il militante sul lettino

30 Maggio 2017

Psicoterapeuta: buongiorno si accomodi

Militante: oggi sono arrabbiata, arrabbiatissima

P: e con chi?

M: con i politici italiani, quelli di sinistra in particolare

P: benvenuta nel gruppo, ma perché?

M: ma perché il tenore del dibattito è di un livello così basso, non c’è credibilità, visione o idee e a me è scomparsa tutta la passione. Guardi, non ho nemmeno voglia di leggere i giornali.

P: questo la rende simile alla maggioranza

M: ma io sono minoranza per definizione, io non ero così. Io avevo voglia di fare, ho dedicato tempo e energie fisiche e mentali alla militanza politica perché ci credevo. Io speravo che si riuscisse a fare qualcosa ed è per questo che sono così arrabbiata. Fossi stata a guardare forse starei meglio.

P: ma perché proprio oggi?

M: perché leggo titoli e status (forse dovrei stare meno sui social) sulla legge elettorale e mi scende la catena. Guardi, capiamoci, io adoro parlare di leggi elettorali e degli incentivi che inseriscono nell’agone politico. Ci lavoro anche su queste cose. Ma è ovvio che nessuno di quelli che poi prenderanno le decisioni consideri minimamente non dico il lungo ma il medio periodo. Scelgono la legge elettorale con un orizzonte a pochi mesi, per minimizzare le perdite sempre che ancora sia possibile. Le sembra normale che in questo paese le leggi elettorali durino così poco e vengano anche bocciate dalla Corte Costituzionale? Non le sanno scrivere, sono degli arroganti. Mamma mia che rabbia.

P: ma tutti?

M: ma no, non tutti per carità. Ma a me sembra che con il ringiovanimento della classe dirigente non è che ci abbiamo guadagnato molto, mi sembrano dilettanti. E quelli bravi alla fine si piegano alle paturnie del momento del capo, non hanno spazio. Se aprono bocca sono  tacciati di gufismo o di remare contro e voler consegnare il paese a chissà chi. Inizio a pensare che se succedesse, tanto peggio non potrà essere. E comunque adesso sembra che si andrà a votare subito dopo l’estate. Ma perché? Che fretta c’era? Io ad oggi non ho proprio idea di che cosa farò. E mi arrabbio ancora di più.

P: beh ma con tutti i partiti che ci sono, ne troverà uno che le va bene!

M: eh, lei ha anche ragione. Ma faccio fatica. Più in là del PD non si va. Il PD non lo posso più votare, mi sembra la Democrazia Cristiana di quando ero piccola. A sinistra sono in tanti, capisco le ragioni che li hanno portati fuori dal PD, magari i tempi e il casus belli un po’ meno. Sa, a pensar male si fa peccato, ma se non rompi sul JobsAct, non rompi sulla riforma costituzionale e rompi sulle regole del congresso a me i dubbi sorgono. E comunque mi sembrano tante belle parole, ma anche lì manca una visione e la voglia vera di fare ciascuno un passo indietro per costruire qualcosa di nuovo. Troppe primedonne guardi, il renzismo non l’ha portato Renzi. Gli ha solo dato un nome diverso. E poi sono sempre progetti raffazzonati, fatti per presentare una lista, fusioni a freddo. Idee scopiazzate male cercando il Sanders italiano, l’Hamon de noantri. Guardi, la sinistra mondiale è in crisi, ma la soluzione non verrà da qui io su questo penso di poterne essere certa. Le sembra possibile che D’Alema sia l’ideologo fondamentale dell’ultimo partito nato? Ma dove siamo stati per vent’anni? Poi capisce che mi arrabbio tantissimo.

P: la rabbia non fa bene, ma almeno la esprime, si sente meglio?

M: ma guardi, mica troppo. Mi fa sentire meglio sapere che ci sono tante persone che stimo che sono nelle mie stesse condizioni. Abbiamo perso entusiasmo e la voglia di impegnarci e contribuire. Siamo demoralizzati dal livello, dai protagonisti e dalle dinamiche. Gente in gamba che stava nell’ombra ma che produceva contenuti, partecipava al dibattito, organizzava eventi, volantinava. Era attiva sul territorio. Puf, non ci sono più.

P:…..

M: tutte queste energie sprecate, se ne accorgeranno. Io nel frattempo sto a guardare, leggo e corro.

P: va bene, per oggi abbiamo finito

M: grazie arrivederci

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