Partiti e politici

Il luglio caldo del ’19

4 Agosto 2019

Nel mese appena trascorso ha iniziato a diffondersi una certa percezione di incipiente collasso di quello che abbiamo imparato a conoscere come equilibrio democratico. Prendiamo spunto dalle ultime vicissitudini, non strettamente politiche ma che sono state politicizzate con gran caparbietà in questo caldissimo luglio per cercare a cosa è dovuta questa sensazione.

Si parte da una nave, la Sea Watch 3, e si arriva ad una moto d’acqua anche se nessun effetto rinfrescante si riesce ad ottenere da questo circolo marittimo. Dopo aver incassato la duplice sconfitta dal capitano Rackete che prima fa sbarcare le persone e poi viene rilasciata senza accuse, dalla Russia con Savoini arriva un torrido anticiclone che parla di finanziamenti illeciti per la Lega di Salvini. Per sua fortuna vengono accesi i condizionatori che presto mitigano sui canali mediatici amici del ministro la canicola russa, facendo abilmente credere a più o meno tutti i sostenitori dell’area destrorsa che i media di sinistra, cioè trumpianamente tutti i media che non sostengono la tesi, stiano insabbiando le inchieste di Bibbiano perché in qualche modo collegate al Partito Democratico. Riuscire a non parlare di qualcosa accusando altri di non voler parlare di qualcos’altro, ha un qualcosa di geniale.

Andamento nelle ricerche Google delle parole chiave Bibbiano (in blu) e Savoini (in rosso) a metà luglio

Da un caso all’altro il gradiente politico via via si è abbassato, e per gli ultimi due avvenimenti la morte del Carabiniere Cerciello e il figlio del Ministro che si diverte con un mezzo della polizia addirittura siamo all’assenza di contenuti politici. Anzi salta all’occhio il contrasto della tragicità dei due fatti, ma questo è anccora un palese esempio di come qualunque accadimento, dal più grave al più lieve, possa in qualche modo essere politicizzato o depoliticizzato per semplice rivoluzione attorno al centro di gravità del Ministro dell’Interno. Se si riduce la gestione dell’immigrazione a un fatto personale tra Salvini e Rackete. Se si riesce a generalizzare addosso ad un partito una costruzione narrativa piena di dubbi, e che suona molto da vicino a “i comunisti mangiano i bambini”, come nel tremendo caso di Bibbiano. Se addirittura da fatti non ancora confermati e anzi smentiti, ci si lancia su dei presunti nordafricani killer di carabinieri, gonfiando i polmoni pronti a soffiare le trombe di Gerico contro le ultime mura dei buonisti proimmigrazione, ecco che chi non si ritrova in questa narrazione è dalla parte debole delle barricate del pensiero percepito.

Oramai è chi osteggia l’inerzia comunicativa leghista, o della destra in generale, che deve portare prove o argomentazioni, auto-condizionandosi così su un discorso politico sostanzialmente vuoto. In cui il PD, il maggior partito di opposizione, che è pur sempre un’opposizione liberale di centrodestra, gioca all’attendismo, ubriaco della retorica meritocratica per cui gli incompetenti governeranno finché gli italiani stanchi non torneranno nelle loro braccia studiate, fatte di politiche per pochi. Invece, tematiche impellenti e politicamente pregne come il riscaldamento globale, di cui il caldo di questo luglio è un effetto, non sono discusse ogni giorno come dovrebbero. Salvini sa ora di avere il coltello dalla parte del manico e spende il credito accumulato come meglio crede: risponde al reporter al quale non era stato permesso di filmare il figlio sulla moto d’acqua della polizia con frasi al limite dell’accusa di pedofilia (e lui sa quanto potere mediatico hanno le sue parole nello screditare una persona) o usa termini razzisti come zingaraccia senza alcuna remora. Si è sempre destreggiato sul filo del consentito e non consentito, rifiutando ogni responsabilità sulle conseguenze delle sue parole, lasciando al sottobosco creato dal non dibattito politico italiano, dalla polarizzazione tra amici e nemici, tra noi e gli altri, le modalità per dirimerlo. Oggi però, sapendo di poter fare il buono e il cattivo tempo, con una grossa riserva di sostegno politico nell’ampio spettro della destra, può iniziare a spingersi oltre.

Se fossero stati degli stranieri poveri e con la pelle scura ad uccidere il carabiniere quanto si sarebbe gonfiata la propaganda anti-immigrazione, quanto sarebbe passato prima di rappresaglie come quella di Macerata? Salvini avrebbe avuto tutto il potere, di massa prima che politico attenzione, di far passare un terzo decreto sicurezza ancora più duro. Invece si è accontentato di più blandi proclami sulla necessità di rafforzare le possibilità di difesa delle forze dell’ordine, o di qualche infelice battuta. Ma è un tastare il terreno su quanto il suo incrollabile supporto può sostenere. È il punto di svolta in cui è ormai manifesto come nei prossimi tempi potrà egemonizzare ogni notizia politica o meno. Un’opposizione debole che non solo insegue, ma anzi è spostata a piacimento da un argomento all’altro; resa incapace di confrontarsi con qualsiasi provvedimento il viceministro leghista vorrà intraprendere pur di rinforzare il suo potere. È questo il grave rischio democratico a cui dobbiamo prestare attenzione, la concreta possibilità di un sostegno acritico per il suo leader di una parte molto attiva politicamente, e una controparte dormiente, che nulla potrà quando si metteranno i cannoni alle navi o alla cintura dei poliziotti.

 

Immagine di copertina con intenti umoristici, mi scuso per la diffusione e il montaggio dell’immagine di una persona trattenuta sotto arresto in modo irregolare.

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