Partiti e politici
Il governo Gentiloni tiene bene, ma il centro-destra avanza ancora
Si rientra dalle vacanze e si riaccendono i motori degli istituti demoscopici, che avevano sofferto la pausa estiva, non potendo effettuare sondaggi al mare o in montagna. Ora le indagini sono riprese, tornando ad indicarci come si è evoluto il clima di opinione politico-elettorale nel nostro paese. E allora, con il loro aiuto, ricostruiamo anche qui una mappa aggiornata degli orientamenti di voto degli italiani e della fiducia che ripongono nei diversi leader partitici.
Innanzitutto il governo. L’esecutivo, nonostante o grazie all’operato in particolare di Minniti, pare godere di buona salute. Gli indici di fiducia che attualmente lo accompagnano paiono addirittura migliorati, rispetto alla situazione pre-vacanziera. Paolo Gentiloni piace sempre di più, e questo gradimento è incrementato dal favore di molti indecisi sul proprio voto futuro, di vasti strati di elettorato anche di opposizione, oltre che dal più ovvio appoggio di quelli vicini ai partiti di governo. Lo stesso Minniti, molto osteggiato sui social, è invece apprezzato da campioni un po’ più significativi della popolazione italiana, coloro che vengono intervistati o per telefono o su Internet.
Si continua a sussurrare, ma piano piano, senza disturbare, che forse la cosa migliore per il paese potrebbe essere proprio quella di continuare ancora per qualche tempo con questo governo che, senza grandi proclami e mantenendo un profilo molto più basso rispetto al precedente, pare capace di operare fattivamente su molti dei temi problematici. Ma le elezioni incombono, e questa inaspettata luna di miele è destinata volenti o nolenti ad interrompersi, lasciando il posto molto probabilmente al nulla, poiché nessun nuovo esecutivo sarà in grado di governare con una maggioranza stabile, a meno di intese stravaganti.
Già, perché i nuovi sondaggi ci informano di nuovo che nessun partito riuscirà ad ottenere la maggioranza nelle prossime elezioni. I 5 stelle sono in lieve flessione, così come il Partito Democratico, mentre ancora in significativa ascesa si mostrano i partiti di centro-destra (in particolare Fratelli d’Italia). Ma la loro ripresa permetterebbe loro di diventare il primo “partito” solo in caso di un listone unico, cosa che difficilmente accadrà stante l’attuale legge elettorale. E anche se riuscissero a evitare i litigi interni e presentarsi come “Il partito di centrodestra”, non riuscirebbero comunque ad arrivare alla soglia attuale del 40% per prendersi il premio di maggioranza.
E la legge elettorale quasi nessuno, a questo punto, si prenderà la briga di cambiarla, o di avanzare proposte accettabili alle principali forze politiche. Sia ai pentastellati sia al Pd, oggi come oggi, conviene affrontare un quadro politico incerto, per poter risolvere più tranquillamente i problemi di leadership interna, o di scarsa progettualità delle loro attuali politiche. Intanto molti italiani sperano che il governo in carica si dia da fare, ancor di più di quello che già sta facendo, per supplire almeno in parte al vuoto legislativo cui andremo incontro tra qualche mese.
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