Partiti e politici
Il giubbotto di salvataggio
Ghizzoni depone in Commissione.
La Boschi gli parlò di Banca Etruria, ma solo per informarsi sulle intenzioni di Unicredit sulla acquisizione della stessa.
La deposizione fa esultare una parte della platea : la ministra agì al di fuori delle sue competenze, infischiandosene del conflitto di interesse.
Altri si aggrappano, invece alla seconda parte della dichiarazione: la ministra fece quello che fanno tutti i politici, si interessò ad una vicenda del suo territorio, senza però esercitare indebite presssioni.
In pratica quella deposizione per alcuni condanna il comportamento della ministra, per altri lo assolve.
Due riflessioni sul tema.
La prima è che continuiamo ad essere un paese di tifosi : chiediamo a gran voce il rigore quando il fallo è nell’area degli avvversari, lo neghiamo ostinatamente quando si verifica nella nostra.
La seconda è che il caso Boschi è diventato il giubbotto di salvataggio per tutti i responsabili di questa vicenda.
Banchieri incompetenti o privi di scrupoli (o entrambe le cose) responsabili di organi di vigilanza distratti o conniventi (oppure entrambe le cose) hanno provocato un danno incalcolabile al paese, un danno che è destinato a pesare sulle nostre spalle ancora a lungo.
Chiamati a rispondere in Parlamento del loro operato, tutti questi personaggi sono stati ben felici di aggrapparsi al caso Boschi.
Molte domande dei commissari sono state serie e pertinenti, investendo aspetti significativi e non marginali del fenomeno.
Ma di cosa parlano i tg tutte le sere, i talk skow fino all’ossessione?
Quale nome campeggia di continuo nei titoli dei giornali e delle testate on line?
Qual è il dito che tutti siamo spinti a guardare da questo can can mediatico al posto della luna?
Boschi, Boschi fortissimamente Boschi.
Intendiamoci, non è certo marginale il tema del conflitto di interessi, siamo il paese in cui quasi tutti quelli che hanno un ruolo di rappresentanza del popolo, utilizzano quel ruolo anche (e qualche volta soprattutto) per rappresentare se stessi.
È quindi giusto approfondire i comportamenti della ministra, il fatto che possano risultare penalmente irrilevanti è secondario, basta che siano stati semplicementi impropri o lontani dalle sue deleghe o competenze per essere autorizzati a giudicarli inopportuni e censurabili.
Detto questo, però, non trasformiamo la ministra, nell’unico capro espiatorio di questa vicenda.
Nella commedia (ma sarebbe meglio dire tragedia) delle banche, Maria Elena Boschi non è, come i mass media ci invitano a credere, il personaggio principale.
Vista la notorietà della ministra, ma anche considerato il suo impatto sulla vicenda (praticamente nullo) potremmo dire che, tutt’al più, è un cameo.
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