Partiti e politici

Il giallo è giallo e il blu è blu

27 Luglio 2022

«Vorrei un PD coi colori netti di Van Gogh, famoso per i suoi colori netti, il giallo è giallo, il blu è blu, nessuno è sbiadito è tutto chiarissimo, ma insieme è tutto bellissimo. La forza di quel disegno, fatto di colori netti… e così via… Ogni volta ricordarsi del quadro di Van Gogh.»

Quando i politici, per quanto colti e garbati possano essere, si abbandonano ai paragoni coll’arte, a meno che non siano esperti o artisti essi stessi, s’impantanano in similitudini che possono loro nuocere. Inconsapevolmente, senza dubbio.

Se c’è qualcosa che Van Gogh non ha proprio, nei suoi inconfondibili dipinti, è la nettezza. I colori, nelle varie fasi stilistiche dell’artista, sono spesso formati da tanti tratti, tante pennellate di tinte diverse, quasi nello stile dei puntinisti, che poi, a una certa distanza, ingannano l’occhio dell’osservatore e glielo fanno percepire come unico. E i contorni stessi sono formati da quei piccoli tocchi tutti diversi, non solo di forma ma anche di colore. Ma i vari stili della produzione di Van Gogh meriterebbero più parole e comunque non si raggiungerebbe mai quella nettezza da cui Letta è rimasto evidentemente abbagliato. Probabilmente Enrico Letta non ha mai visto da vicino con attenzione un quadro di Vincent Van Gogh, e, se lo ha visto, non ne ha capito nulla, almeno stando a sentire le cose che dice. O forse non ci vede bene, o forse ha scambiato un altro autore per Van Gogh.

Immagino già Sgarbi che gli dice Capra! Capra! Capra! Studia! Non avrebbe torto. Uno dai colori netti, dove il giallo è giallo e il blu è blu potrebbe essere Piet Mondrian, forse. O i colori piatti e senza profondità dei cartoni animati di un tempo. Il giallo delle scarpe di Topolino, ad esempio, il blu della palandrana di Zio Paperone (a volte rossa con ghette blu), quelli sì colori netti. Walter Veltroni, il primo segretario del PD, avrebbe suggerito sicuramente questo, intriso com’è sempre stato di cultura disneyana.

Riguardo al concetto di bellissimo, poi, sappiamo che la bellezza è assai relativa. Anche Nello Musumeci, in Sicilia, fondò la lista “Diventerà bellissima” riferendosi alla Sicilia sotto il suo governo, mah… poveri noi. Come se la bellezza della Sicilia non fosse già evidente e presente, ma tutti vogliono usare la bellezza per sentirsi più belli forse.

Molti dipinti di Van Gogh tutto sono tranne che bellissimi. I mangiatori di patate, per esempio, proprio belli non li direi. E molti ritratti, soprattutto quello del Dottor Gachet, dal viso deformato, deformazione che si ritrova in molti ritratti fatti dal pittore, sono veramente repellenti. Quello al Museo d’Orsay è una delle cose più brutte che ci siano nella Storia dell’Arte. Come deformate sono le stanze che dipinge, con prospettive bizzarre, seggiole che paiono decalcomanie, letti strambi, tavole squinternate che sembrano star sospesi su pavimenti le cui piastrellature si direbbero opera del disastroso architetto egizio di Asterix e Cleopatra, Numérobis. Alcuni paesaggi, con fiori, possono risultare gradevoli, come certe iris, o le notti stellate, o i cipressi, ma dai contorni o dai colori netti in quei quadri non c’è proprio nulla. Chissà che cosa intendeva Letta.

Un PD netto? Dopo tutte le giravolte causate da segretari funamboli, il penultimo dei quali, poi emigrato a vivificare l’Italia a furia di star sereni, ha compiuto il miracolo di portare un partito che aveva il 40% dei consensi alla metà, ci si aspetterebbe qualche nettezza, in effetti. Anche il suo predecessore si lasciava andare a elogi dell’arte e del genio fiorentino, sovraesponendosi, tutti stregati dall’arte che, probabilmente, non conoscono abbastanza. Forse per darsi un tono, chissà. Come se l’avesse fatti lui la Primavera o il David, come se fosse roba sua. Perfino da guida si è presentato in un documentario da lui ideato, narrato e condotto, Firenze secondo me. Come se non fosse stata Firenze secondo altri autori prima e dopo di lui, non aggiungendo alcunché a ciò che si sapeva già. Errore paragonabile a quello di Musumeci, ma con maggiore spocchia. Ma, per lo meno, accanto all’originalità zero, riconosciamogli che, in quel documentario non ha parlato di calcio e di altre cose che invece ammorbano le propagande di altri partiti. E questo, nella pochezza contemporanea, si potrebbe già considerarlo un pregio pur essendo solo inutile prosopopea, nel suo caso.

Un po’ di nettezza, in effetti, ci vorrebbe, nel PD, ma nel senso di fare pulizia. Un po’ di pulizia per rispetto alla base, c’è tanto disordine nelle alte sfere, c’è tanta distanza. Le Vie Nuove sembrano così lontane da ciò che erano eppure la gente ci va, ha voglia di ritrovarsi. Ma anche di sentire qualcosa di sinistra, benedetto Moretti. È vero che Van Gogh lo conoscono quasi tutti, anche perché è stampato sui bicchieri, sulle tovagliette da colazione, sulle tende della doccia, sugli zerbini. Quindi se si usano metafore e similitudini popolari e non calcistiche, per una volta, però utilizziamole con proprietà, Letta, per favore. Oppure asteniamoci. Yes, you can o, meglio, you must. Memento Uòlter.

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