Partiti e politici

Il faccia a faccia Zagrebelsky-Renzi? Secondo Scalfari l’ha vinto Renzi

3 Ottobre 2016

Eugenio Scalfari, padre nobile di Repubblica, nel suo editoriale di ieri, dà una versione personale dell’esito del confronto tv fra il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky e il premier Matteo Renzi. In tanti, infatti, avevano assegnato al primo la vittoria, sebbene ai punti, in qualità di portavoce delle ragioni del “No” al Referendum costituzionale. La sua competenza in materia sembrava aver avuto la meglio sulla capacità dialettica del presidente del Consiglio. Non così secondo Scalfari, che scrive: «Conosco bene Gustavo e c’è tra noi un sentimento di amicizia che non ho con Renzi e, mi dispiace doverlo dire, a mio avviso il dibattito si è concluso con un 2-0 in favore di Renzi».

La versione di Eugenio in merito alla vittoria di Renzi su Zagrebelsky

Il fondatore di Repubblica esordisce dicendo che «il primo errore riguarda proprio la contrapposizione tra oligarchia e democrazia: l’oligarchia è la sola forma di democrazia, altre non ce ne sono salvo la cosiddetta democrazia diretta, quella che si esprime attraverso il referendum. Pessimo sistema è la democrazia diretta. La voleva un tempo Marco Pannella, oggi la vorrebbero i 5 Stelle di Beppe Grillo». Sostanzialmente questa è l’unica ragione da cui Scalfari ricava la sconfitta del suo amico Zagrebelsky, ed è l’unica che argomenta in gran parte del suo articolo. Da Platone con la sua idea di oligarchia costituita dai filosofi alle Repubbliche marinare, dall’Italia dei Comuni ai grandi partiti storici del dopoguerra come Democrazia cristiana e Partito comunista. Una carrellata che si conclude così: «Caro Zagrebelsky, oligarchia e democrazia sono la stessa cosa e ti sbagli quando dici che non ti piace Renzi perché è oligarchico. Magari lo fosse ma ancora non lo è. Sta ancora nel cerchio magico dei suoi più stretti collaboratori. Credo e spero che alla fine senta la necessità di avere intorno a sé una classe dirigente che discuta e a volte contrasti le sue decisioni per poi cercare la necessaria unità d’azione. Ci vuole appunto un’oligarchia».

Scalfari: oligarchia e democrazia uguali sono

Durante il faccia a faccia in tv, l’accusa principale di Zagrebelsky a Renzi si è appuntata sul rischio di concentrazione dei poteri che, con l’entrata in vigore della Riforma costituzionale, favorirebbe il passaggio dalla democrazia all’oligarchia. Un’accusa che, a parere di Eugenio Scalfari, sarebbe infondata, visto che la democrazia coinciderebbe con l’oligarchia. Affermazione accolta ieri su Twitter da una valanga di sfottò che, in molti casi, hanno preso spunto dall’età non più verde dell’estensore dell’articolo (92 anni) fino a ricordare le molte previsioni non azzeccate dal fondatore di Repubblica. Sono da manuale le volte in cui Scalfari ha “cannato” l’esito delle elezioni politiche. Il tweet più divertente sentenzia: «#Scalfari in un’ipotetica finale di #XFactor darebbe Mariottide vincitore 2-0 su Mick Jagger». Quasi a dire: fossi in Renzi, mi preoccuperei.

 

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