Media
Grillo e il dito medio di Galileo
E’ semplicemente fantastica la proposta di Beppe Grillo su una giuria popolare per smascherare le bufale.
Ve la ricordate l’inchiesta di Buzzfeed sulle Fake news? Rileggiamone velocemente le conclusioni:
Un’inchiesta di BuzzFeed News ha trovato che i leader del partito Italiano anti-establishment, il Movimento Cinque Stelle (M5S), hanno costruito una diffusa rete di siti e di account social media che stanno diffondendo notizie false, teorie cospiratorie, e propaganda pro-Cremlino a milioni di persone.
Insomma, uno che ha costruito una parte significativa del suo successo (politico, mediatico, ma anche economico) sulla diffusione di notizie false di fronte alla prospettiva di una qualche forma di controllo sulle affermazioni false nei media che fa? Dice “non mi fido delle autorità, lasciamo che sia il popolo a stabilire che cosa è vero.”
Per rispetto di chi legge, lasciamo da parte l’autoevidente conflitto di interessi in cui incorre un soggetto che passa il tempo a manipolare le opinioni della gente e poi propone di utilizzare queste opinioni come metro per stabilire la veridicità delle notizie.
E’ anche abbastanza ovvio che il principio democratico di consultare al popolo non solo possa essere inefficace, ma finanche dannoso, quando si pretenda di applicarlo a questioni tecniche quale appunto stabilire se una notizia è vera o falsa.
Se è tutto tanto banale di che parliamo allora? Del fatto che tutti si concentrano sul dito che in realtà indica la luna.
In Italia, i principali mass media hanno un atteggiamento servile verso chi è al governo: quando non apertamente fazioso nei confronti di una specifica parte politica.
Nel momento in cui vengono a mancare i punti di riferimento e le fonti autorevoli, si apre uno spazio grigio che può essere occupato da chi riesce ad attirare l’attenzione proponendo ipotesi di complotto e letture dietrologiche che finiscono per catturare quella frazione del pubblico che è alla ricerca di conferme per i propri preconcetti, congetture e credenze di ogni sorta.
Come se questo non bastasse, i media ufficiali sono spesso superficiali, mancano di approfondimento e di competenze tecniche per analizzare gli aspetti più articolati della realtà che ci circonda e finiscono non di rado per cader preda essi stessi di fake news fatte circolare ad arte sui social network.
Insomma, in una società sempre più liquida in cui i punti di riferimento di un tempo tendono ad appannarsi, la diffusione di notizie false è un problema serio, a livello globale, che non può essere affrontato senza chiamare in causa la capacità dei singoli individui di selezionare l’attendibilità delle fonti e di esercitare un ragionevole atteggiamento critico nei confronti delle informazioni che ricevono; tuttavia l’elemento differenziale, che caratterizza il nostro paese, è dato dall’inadeguatezza e inattendibilità degli organi d’informazione tradizionale che, incapaci di esercitare il quarto potere, finiscono per spianare la strada ai movimenti politici più populisti favorendone la raccolta del consenso.
Per concludere, a fronte della proposta paradossale di far stabilire a una giuria popolare, se una notizia sia vera o meno, si può evocare l’immagine di Galileo Galilei, simbolo di verità scientifiche, che risultavano contro-intuitive al tempo in cui sono state enunciate, nella rivisitazione moderna ad opera di Caparezza.
Il rapper immagina di utilizzarne il dito medio dello scienziato per “scuotere” quelli che preferiscono credere piuttosto che capire o porsi dei dubbi e, non può esserci risposta più appropriata per chi, favorendo la disinformazione con colpevoli omissioni o menzogne opportunistiche, contribuisce a rendere l’Italia un paese meno libero e più arretrato.
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