Partiti e politici

I videogiochi Renzi-Underwood

1 Giugno 2015

Un paio di foto diffuse da quel simpatico furbone e portavoce di Renzi, Filippo Sensi, la notte elettorale, che rappresentavano i ‘vertici’ del PD, Renzi e Orfini, intenti a giocare a calcio con la playstation, sono diventate virali prima ancora che sorgesse l’alba.

 

Renzi Videogames.jpg

Sensi è uso mettere foto di Renzi intento in varie faccende, di governo e non, che come da manuale dello spin-doctor servono egregiamente a “massaggiare il messaggio”.

Queste non fanno eccezione, ma stavolta il messaggio è risultato piuttosto sibillino, scatenando molteplici interpretazioni sulla Rete:  Renzi se ne frega degli elettori, Renzi si rilassa dalle fatiche della campagna, Renzi tesissimo cerca di distrarsi, Renzi giovanilista, Renzi vuole imitare Underwood in The House of Cards, e via dicendo.

house-of-cards-playstation

Non voglio aggiungere la mia alle molte interpretazioni fantasiose, ma l’accostamento tra Renzi e Underwood che ha senz’altro ispirato l’Instagram di Sensi merita due righe di commento.  Lascio ad altri l’esegesi senz’altro interessante dei due diversi momenti in cui i ‘protagonisti’ smanettano con la console, e del tipo di videogiochi con cui si dilettano.  Il registro principale di questa comunicazione va cercato a mio parere nello storytelling renziano che caratterizza tutta la sua avventura politica e governativa.  Ed è in questo caso una narrazione ‘pop’ che si può cogliere nell’essere immortalato in un momento privato (quando fuori infuria la schermaglia mediatica), l’ambientazione casalinga (non è l’ufficio di premier), nel videogiocare come fanno molti, ragazzi e non, e soprattutto nell’imitazione (non sappiamo quanto voluta) di un personaggio politico di una serie televisiva che più pop non si può.  Si potrebbero vedere anche altri significati ‘subliminali’ in questo accostamento (Renzi un duro e cinico strafottente come Underwood?), ma questa è roba da psicanalisti.  Resta il fatto incontrovertibile che il suo spin-doctor sa come sollecitare e solleticare l’interesse del cittadino digitale, che straveda per Renzi o che lo disprezzi con tutto il cuore.  Com’era la battuta attribuita ad Andreotti ma in realtà di Oscar Wilde? “Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli”.   E infatti siamo tutti qui a parlarne.  Complimenti @Nomfup!

 

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