Partiti e politici

I due Mattei e le mosse del cavallo

7 Febbraio 2021

Cos’è la mossa del cavallo?
E’ un termine che abbiamo sentito spesso durante questa legislatura.
Sappiamo tutti che non si riferisce solo allo spostamento ad elle di uno dei pezzi del gioco degli scacchi, ma anche di una mossa abile, spregiudicata e soprattutto inattesa, che consente a chi la mette in atto di uscire da una situazione critica, creando al tempo stesso un grande scompiglio tra le file degli avversari.
Vogliamo elencarle tutte le mosse del cavallo di questa legislatura?
Limitandoci alle principali, ovviamente.

La prima mossa del cavallo la fa Renzi.
Il Pd è appena uscito da una sonora sconfitta e l’unica soluzione che appare praticabile sembra essere quella di un’alleanza con i vincitori, cioè con il Movimento 5 stelle.

Ci sono stati, tra le due formazioni, grossi problemi (a dir poco) ed anche gli insulti non sono mancati, soprattutto da parte dei leader del Movimento (“mai con quelli di Bibbiano”).

Le distanze però sembrano colmabili, come succede tutte le volte che, passato il momento dei proclami e delle invettive, le forze politiche responsabili hanno l’ambizione di far accadere le cose e, scendendo a patti con il principio di realtà, accettano la logica della trattativa e della mediazione.
Quando la trattativa tra Pd e 5 stelle sembra in procinto di avviarsi, Renzi va da Fazio e, letteralmente, “scomunica” quel percorso.

E, qui, a sorpresa, ecco la seconda mossa del cavallo.
La fa un altro Matteo. Salvini questa volta.
Salvini ha fatto una campagna elettorale schierata contro Pd e 5 stelle, durante la quale non sono mancati gli insulti e le prese di distanza dagli avversari.
Il matrimonio tra Lega e 5 stelle non sembrerebbe, per citare Gadda, un “accoppiamento giudizioso”.
Eppure, con grande sorpresa di tutti, quel matrimonio, che “non s’aveva da fare”- e qui scomodiamo addirittura Manzoni – si celebra ugualmente. E dura poco più di un anno, come sappiamo.

Fino alla terza mossa del cavallo.
Ancora di Salvini: forte del consenso incassato alle Europee, molla i 5 stelle, convinto di andare a nuove elezioni e consolidarlo a livello nazionale.

E qui scatta la quarta mossa del cavallo.
Del tutto inaspettatamente Renzi lancia l’idea dell’alleanza con i 5 stelle che solo un anno prima aveva considerato illogica e improponibile.

Arriviamo alla fine del 2020 ed ecco la quinta mossa del cavallo.
Ancora di Renzi. E’ lui questa volta a staccare la spina al governo Conte.
E’ attaccato da tutti, ma tiene duro.
E la mossa sembra vincente. Alla fine dei giochi Mattarella convoca Draghi.
Molti pensano: “Renzi si è mosso in maniera spregiudicata, ma alla fin fine, il risultato è che abbiamo Ronaldo ( o Baggio, scegliete voi) in campo”. E anche dal punto di vista degli equilibri politici complessivi la cosa sembra indirizzata al meglio: basta mandar giù il boccone amarognolo di Forza Italia ed ecco che abbiamo la cosiddetta maggioranza “Ursula”.
L’Europa ci serve più che mai, con Ronaldo e la squadra Ursula siamo a posto. Bravo Renzi!

E qui scatta la sesta mossa del cavallo. Ancora Salvini: va da Draghi, accompagnato dal fido Giorgetti, e invece di promettere l’appoggio esterno o l’astensione a Draghi, chiede di entrare nel costituendo nuovo governo.
E tutto torna in alto mare. A quel punto sia Pd che Cinque stelle cominciano a chiedersi se abbia un senso partecipare ad un governo in cui, oltre al boccone amarognolo di Forza Italia, tocca trangugiare anche quello, amarissimo, della Lega.

Mosse del cavallo Renzi- Salvini: 3 a 3 (fino ad oggi).

La crisi è ancora in corso. E non sappiamo ancora come si chiuderà.
La speranza è che Draghi sia l’uomo che risolve i problemi e non un semplice giocatore di scacchi.
Il suo curriculum ci rende ottimisti.
Anche se temo che le mosse del cavallo non siano finite…

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