Partiti e politici
I cinguettii segreti di Marine Le Pen
Dura la vita del leader politico: bisogna essere sempre attenti a quello che si dice, misurare ogni parola, mantenere sempre il giusto aplomb e mai – per nessun motivo – lasciarsi andare e dar sfogo ai propri istinti. Deve essere stato questo il motivo che ha spinto Marine Le Pen, la presidentessa del Front National, a creare un falso profilo Twitter dal quale cinguettare liberamente infischiandosene della correttezza del linguaggio, del rispetto delle istituzioni e del bon ton. A scoprire il segreto della Le Pen sono stati i giornalisti di Le Monde e Libération. Secondo i due quotidiani, affianco a un profilo ufficiale curato da uno staff di esperti comunicatori, la leader dell’estrema destra francese ne gestisce un altro col quale lancia proclami razzisti, critica avversari politici e giornalisti sgraditi, distribuisce cattiverie all’interno di Fn, striglia i membri della Commissione europea e ironizza su questo e quello. Il tutto abbondando con l’uso faccine e punti esclamativi.
Secondo Le Monde e Libération, per le sue scorribande online Marine Le Pen utilizzerebbe il nickname di Anne Lalanne. Uno pseudonimo non troppo fantasioso visto che Anne è il secondo nome di Marine Le Pen e Lalanne è il cognome da nubile di sua madre. A confermare l’ipotesi dei due giornali ci sarebbe anche la scelta del nome dell’utilizzatore del profilo: @enimar68, che a sillabe invertite dà marine più 68, il suo anno di nascita. Tra i follower di Anne Lalanne ci sono quasi tutti i dirigenti del Front national e il profilo servirebbe a Marine Le Pen per passare messaggi e dettare la linea all’interno del suo movimento politico. In particolare, secondo Le Monde, i cinguettii di Anne-Marine sarebbero serviti a tenere a freno i dissidenti Julien Rochedy, ex direttore del movimento giovanile di Fn, e Aymeric Chauprade, ex consigliere in relazioni internazionali di madame Le Pen. Ma l’alter ego di Marine Le Pen non twitta solamente di questioni politiche e il giornale LesInrock ha raccolto quattordici suoi post che svelano alcune sue ossessioni e debolezze. Tra i chiodi fissi troviamo la stampa (Libération e Mediapart sono i più criticati) e la coppia Carla Bruni Nicolas Sarkozy (Anne Lalanne non perde occasione per prendersi gioco di loro), mentre una debolezza è quella per gli animali (i gattini – immancabili – sono in cima alla classifica). Marine Le Pen ha ovviamente negato di essere l’utilizzatrice del profilo di Anne Lalanne mentre molti dirigenti del suo partito hanno confermato la notizia data da Le Monde e Libération.
Ma che razza di Paese è quello che costringe i propri leader politici a nascondersi dietro un falso profilo Twitter per diffondere messaggi razzisti, complottare, offendere gli avversari e bacchettare i giornalisti scomodi? Almeno in questo, l’Italia non ha niente da rimproverarsi: a guardare i profili Twitter di alcuni dei nostri leader politici, Marine Le Pen morirebbe d’invidia. Per i politici italiani la vita è certamente più facile.
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