Partiti e politici
Gramsci, i Non-Populisti e gli Anti-Juventini
In questi ultimi giorni ho avuto (nuovamente) modo di leggere molte dichiarazioni di vari esponenti della sinistra italiana che esprimevano letteralmente il seguente concetto: oramai sono presenti due poli, da una parte ci sono loro, i “populisti”, dall’altra ci siamo noi, i “non populisti”. Bene, direi che quanto riportato in corsivo rappresenti in maniera pressoché perfetta il vicolo cieco in cui continua a sbattere non solo la sinistra italiana, ma buona parte di quella mondiale.
Gramsci. Se la nuova polarizzazione è quella tra “populisti” e “non populisti”, beh, auto-definendosi così i “non populisti” hanno già perso. Quando sei “non” o “anti-qualcosa”, gramscianamente parlando hai già perso in partenza. Come testimoniano ad esempio i casi degli anti-berlusconiani, anti-brexit, anti-Trump, o appunto i tanti anti/non-populisti.
L’identità per negazione è una non identità. È un’identità a rimorchio. Subalterna. Un’identità senza un proprio sistema di idee e valori. Quindi incapace di suscitare pathos, senso di appartenenza e appunto identificazione. Scegliere di auto-definirsi “non-qualcosa” significa pertanto ammettere e soprattutto alimentare la propria subalternità.
Populismo VS elitismo. Come tutti i concetti, tuttavia, anche populismo ha il suo opposto (come destra per sinistra, o progressisti per conservatori), ed è elitismo. Uno che non è populista non è un “non-populista”, è un elitista (come uno che non è di destra non è un “non di destra”, bensì “di sinistra”). Esempio estremo di elitismo, per capirci, è il dottor Burioni. Quello del “sai un piffero tu, quindi zitta/o e studia”.
Nessun non populista però sceglie di auto-definirsi elitista. Preferisce nascondersi dietro allo schermo del “non-populismo”. Anche perché l’elitismo è una cosa seria, come insegna appunto la medicina. Non si diventa primari di un reparto ospedaliero senza la dovuta esperienza e formazione. Per non parlare del fatto che i cosiddetti populisti a volte sviluppano delle retoriche molto più elitiste di chi si auto-definisce non-populista, vedi la presentazione dei ministri super-competenti di Di Maio a pochi giorni dal voto.
Lose-lose strategy. Inoltre, auto-definirsi elitisti non sembrerebbe rappresentare una strategia così illuminata in una fase storica caratterizzata dal fallimento totale delle élite politico-economiche mondiali, come testimoniano gli effetti della crisi economica esplosa nel 2008. Una crisi che ha avuto l’effetto di rendere i più ricchi ancora più ricchi, e i più poveri ancora più poveri.
Insomma, come la giri la giri, utilizzare la nozione di populismo per definire il campo dello scontro politico equivale o alla subalternità culturale (sei un non-qualcosa, quindi subalterno per definizione), oppure a una potenziale identificazione con il concetto di elitismo, con tutte le ripercussioni negative in termini di incapacità di suscitare identificazione politica. Quanti cittadini, oggi, si auto-definirebbero con orgoglio elitisti?
#PopulismoNelCestino. Forse dal punto di vista semantico (quindi politico) le sinistre mondiali avrebbero bisogno di un piccolo sforzo in più per capire quali termini utilizzare (quindi valori) per veicolare la loro visione del mondo. L’alternativa, se proprio non si riesce a buttare nel cestino questo populismo, è rivendicare con orgoglio il proprio essere… elitisti. Associandoci pertanto un determinato sistema di idee e valori che, molto probabilmente, sono e rimarranno elettoralmente perdenti. Insomma, forse meglio puntare sulla strategia “populismo nel cestino”.
Gli anti-Juventini. Utilizzando un paragone calcistico, immaginate cosa succederebbe se i tifosi della Roma o dell’Inter non si auto-definissero romanisti o interisti, bensì semplicemente anti-juventini. Non tifosi appunto della Roma e dell’Inter, ma tifosi della “non-Juve”. Come i “non-populisti”, appunto. Non aderenti, in positivo, a un determinato sistema di idee e valori, bensì uniti unicamente da un essere contro qualcosa. Perché proclamarsi tifosi della Roma o dell’Inter significa avere la propria storia, i propri simboli, i propri colori, i propri elementi identitari. Mentre auto-definirsi ed essere unicamente tifosi della “non Juve” significherebbe regalarsi di fatto alla Juve. Renderla egemonica. Il centro e il fine di tutto.
Ebbene sì, i “non-populisti” sono degli anti-juventini senza una loro squadra del cuore. Sono come dei supporter della “non-Juve”. Senza una loro identità. Quindi subalterni. Come i “non-populisti”. Per la gioia dei cosiddetti populisti. Ora egemonici. Per merito di chi si contrappone loro auto-definendosi unicamente “non-populista”.
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