Partiti e politici
Gli alieni del pianeta Salvini sono atterrati a Livorno
Un fotoreporter per caso assiste al comizio di Matteo Salvini a Livorno. E a un certo punto se lo ritrova davanti, con una polo verde consunta, gli occhi gonfi e arrossati. Avrà mica fatto serata? Foto e parole di Paolo Ciriello. La foto della vecchia è di un certo Dario Fides.
Mercoledì ore 5:47, Romeo mi piazza una tallonata nel costato, mi sveglio e quella piccola motosega che ho nella testa inizia a ronzare, non riesco a prendere più sonno quindi mi alzo quatto quatto mi vesto ed esco.
C’è Matteo Salvini al mercato di Livorno, non voglio far tardi. Io la fotocronaca cittadina non la seguo, non è roba mia, faccio il fotografo di scena io, so una sega di fotogiornalismo io ma l’amichetto Daniele Stefanini mi dice che forse c’è tafferuglio e mi incuriosisce. Daniele l’ho conosciuto da poco ma è una di quelle persone che ti piace da subito, che ti sembra di conoscerle da anni. Daniele è un fotogiornalista e nella sua ricerca di notizie ha finito per farsi pestare bene bene per tre giorni di fila dalla polizia turca ad Istanbul nel giugno del 2013.
Sono uscito, alle 7:39 sono già nella piazza del mercato, in allestimento, come non l’avevo mai vista. Dani mi chiama, sta arrivando e mi chiede se ci sono camionette.
Camionette? Qua è il deserto.
La piazza piano piano si popola di figure in giacca e cravatta e strane radiolione con antenne cicciute. Le forze dell’ordine stanno facendo un sopralluogo. Pare che il Salvini voglia fare un giro tra i banchi dell’ortofrutta, un dedalo di bancarelle, un labrinto, terreno perfetto per una guerra a son di ortaggi. Daniele arriva con le cispie agli occhi e poi arrivano anche gli altri. Il Tirreno, La Nazione, La Presse, Servizio Pubblicooooooo. Mi sono portato il 24-70 e chiedo a Dani perché non l’avesse montato pure lui. «Me lo son venduto per andare ad Instabul Pa’, avevo anche il 24 fisso ma me l’hanno fracassato i pulotti turchi Pa’. Questo è un 28ino reale faccio con quello che ho». Bravo.
I contestatori arrivano alla spicciolata, riconosco alcuni dell’Ex Caserma Occupata, il centro sociale dove vado a fare skate. Allo stesso tempo pare che la location per il comizietto sia stata identificata non lontano dal mercato e difatti noto i simpatizzanti del Salvini che stanno montando il banchetto mentre altri gonfiano palloncini con su scritto Fuori dall’euro. I Salviniani sono sicuramente una razza aliena, penso. Al loro interno immagino piccoli topolini venuti da una galassia lontana che guidano questi corpulenti pseudo esseri umani. Il loro scopo è colonizzare l’ItaGlia, da loro identificato come il Paese più decadente d’europa, terra fertile per gettare le basi della colonizzazione terrestre. Tiro fuori la macchina dallo zaino e scatto le gonfiatrici di palloncini.
Magicamente le forze in stato antisommossa hanno creato cordoni di sicurezza intorno al banchetto alieno. Un tizio sudaticcio e scuro di carnagione che fuma sigarette una dietro l’altra senza manco spegnerle, dall’accento meridionale e con un microfono in tasca farfuglia qualcosa a Daniele che gli risponde a tono. Immagino il pilota topino giallastro inside intento a spipparsi grandi boccate di nicotina.
Il banchetto è montato e oltre alla bandiera della Lega Nord sventola quella del Granducazzo di Toscana. I primi avventori sgomitano per firmare fantomatiche petizioni, oppure sono tesseramenti? Boh? Sono allibito dalla bruttezza dei simpatizzanti Salviniani. Corpulenti, mal vestiti e peggio profumati. Sono sempre più convinto del gomblotto alieno. Devono migliorare il loro cip per il linguaggio, ascolto i loro discorsi con fatica, non riescono a mettere in fila una frase con un senso. La maggior parte di loro sfoggia accenti meridionali. Il cordone di sicurezza è in funzione, sono alieni pure loro, hanno basettine e baffetti minuscolamente rifiniti, nascondono una maniacalità extraterrena. Da una lato il chioschetto leghista, dall’altro gli antagonisti, in mezzo la via Grande e alcuni vigilini urbani che regolano il lento flusso del traffico ciaccione. Solo i cronisti posso scorrazzare da una parte all’altra, l’informazione libera ha libero accesso.
Partono i primi canti dei contestatori, la romantica Bella Ciao echeggia sotto i portici della ricostruita via grande in stile anni di piombo. Che siano di un’altra razza anche loro? No impossibile, me l’ha insegnata nonna Dina Bella Ciao, è roba sana Bella Ciao anche se ora mi suona anacronistica.
Mi volto e vedo Daniele guizzare come un gattuccio, brusii ed eccitazione dei fans, sgattaiolamenti dei colleghi…Arriva il Matteo. Schivo un paio di mostri e me lo trovo davanti Cristo. Indossa una polo verde consunta e ha gli occhi gonfi e arrossati e mentre provo a scattare me lo immagino che ha fatto serata a troie e cocaina. In prima i fans che sgomitano duro come stronzi per avere la foto con il leader. Il primo è un ragazzetto dalla dentatura prospiciente.
Matteo si concede, brevemente, anche si acchina per una migliore inquadratura poi un qualcuno lo veste di una felpa grigia con su la scritta amaranto L I V O R N O. Il fumatore incallito gli passa il microfono e lui sale più in alto di tutti iniziando il comizietto.
Il suono è ovattato e scorgo sempre il fumatore che imbraccia l’impianto audio rivolgendolo verso l’alto. Non odo che poche banali frasi fatte dopodiché il microfono viene passato al candidato leghista alle imminenti regionali che inizia a sbraitare frasi fatte e luoghi comuni uniti a sputacchi e promesse improbabili. Ecco che il Salvini scende dal piedistallo, riacquista il sorriso e si concede ai più disparati selfie.
Dei discorsi politici sembra non interessare a nessuno, i fans sono in adorazione, i contestatori intonano cori antifascisti a spron battuto, mi volto e vedo i genitori del ragazzetto dentato. Sono anch’essi dentatissimi e adoranti. Che siano alieni pure loro?
Alieni/1
Alieni/2
Il Matteo mani in tasca concede l’intervista all’emittente cittadina mentre le vecchie continuano a sgomitare con i loro tablet e telefonini in cerca di foto con il divo della patria.
Dall’altra parte le bandiera del Che e quelle rosse onnipresenti.
Mi allontano un altro paio di metri, alzo gli occhi al cielo e vedo passare uno, poi due, poi tre uova e poi pomodori. Penso al mio orto che ha bisogno di essere messo a posto. Mi metto a riparo mentre i colleghi impavidi continuano a scattare sotto la pioggia nutrizionale, mi vengono in mente le guerre tra surfisti e paninari nella Livorno fine anni ’80 e penso: che spreco di proteine, carboidrati e grassi. Ne ho quasi abbastanza ma l’uomo dalla maglia del Livorno impavido sale in alto e con il suo iPad filma il nemico.
Poi fa gesti di abbondanza con la mano ed è lì che vedo il fatidico gesto del dito in culo, il fuck you, il dito medio. Alla base c’è Daniele con il suo 28ino reale che riprende tutto. I fischi aumentano a dismisura, il dito in culo ha agitato gli animi ma tutto si placa in pochi minuti tra i guaiti di quella e quell’altra fazione. Il Salvini nel frattempo si è imbucato nell’auto dai vetri scuri, giusto dopo qualche altro selfie e tutti si stanno ormai rilassando. Il tempo di qualche altro scatto alla solita bandiera che brucia e che puzza di plastica e decido di andarmene, robe viste e riviste, mi sarebbe piaciuto che il comizietto fosse andato deserto, in una Livorno in stile walkie dead ma capisco la rabbia e la frustrazione di chi il lavoro e la casa non ce l’ha per davvero è forte ma per questo non se la prende con i barconi carichi di dolore. Gli alieni invece stanno bene, uuuh se stanno bene, hanno paura che i poveri neri se li facciano a fette i loro opulenti corpi ciccioni. Una bella vecchia di spalle di viola vestita dalla chioma d’argento che con la mano destra porta una borsa piena di verdi baccelli e con la sinistra tesa stringe il pugno verso gli alieni.
Siam tutti fotografi siamo tutti alieni. Aiuto Moreno non so più come uscirne.
Più che una sborrata mi sembra di aver fatto una lunga cacata ma mi sento bene, dovrei farlo più spesso.
Devi fare login per commentare
Accedi