Costume
Gestire il potere e la malattia atavica di abusarne
“Non si può conoscere veramente la natura e il carattere di un uomo fino a che non lo si vede amministrare il potere”
Ipocriti o disinformati. Sono questi gli aggettivi che tocca consegnare a chi per mare, per terra e per social ha approcciato l’affair Sangiuliano- Boccia come un episodio eccentrico nella storia di questa sgangherata e altrettanto amata Repubblica.
L’intreccio tra pubblico e privato ha spesso trionfato quando i detentori del potere hanno ceduto al richiamo dei cosiddetti “sentimenti”. Infinite sono state, nella storia di carriere più o meno riuscite, le corsie preferenziali che hanno visto affiancati uomini in giacca e cravatta muniti di buona poltrona e donne cariche di brillantezza nel farsi largo.
D’altronde è ovvio che sia andata così: per un tempo sciaguratamente lungo quasi esclusivamente i maschi hanno occupato posizioni apicali, e quindi a loro va la medaglia di palta per aver mischiato le pulsioni del cuore al sacro ambito delle istituzioni. Un killeraggio della decenza che ha provocato danni fuori e dentro dai rivoli della politica, penalizzando chiunque fosse estraneo al gioco dei favoritismi.
Poco importano i dettagli, i segreti veri o presunti dietro a ciascuna di queste storie da italietta fragile. Il mood é identico, e prevede in copione l’abbattimento del rispetto. Lo sa bene chi si muove tra le viscere delle strutture pubbliche, a volte vittime della presenza di figure non sempre all’altezza del ruolo.
Vogliamo parlare della televisione, per citare un campo noto a tutti? Meglio di no, perché stratosferico sarebbe l’imbarazzo nel rievocare i nomi e i cognomi di chi ha sottratto possibilità ai talenti veri non per merito ma per segnalazione. E lo stesso capita negli sterminati rivoli di strutture che dovrebbero essere blindate contro i deliri di maschi solitamente attempati e pronti a tutto pur di sostenere le loro più o meno platoniche crush.
Trattasi, nell’insieme, di un meccanismo ostico da sradicare, anche perché sappiamo quanto sia veloce il ricambio a Palazzo, e quanto al volo i nuovi arrivati si adeguino agli usi e malcostumi. Dopodiché, quando per sciagura lo scandalo esplode, in scena entra il flusso di registrazioni, video e messaggi in grado di imbarazzare non solo i protagonisti del feuilleton di turno, ma anche chi da queste manfrine é escluso- essendo peraltro contento di esserlo -. Sesso e samba, insomma. Con I brividi rosa nei corpi di uomini maturi che si trasformano in una danza d’incubi quando il meccanismo si inceppa e tocca rimediare ( rianalizzando, ad esempio, la sicurezza di un evento piccino come il G7 causa la possibile diffusione di dettagli sensibili. L’ ennesimo capitolo di una decadenza a modo suo spettacolare. Un luna park del peggio dove commedia e ( melo)dramma corrono abbracciati. Fortuna che gli umani, con i loro lungimiranti comportamenti sul fronte dell’ambiente, stanno correndo verso l’estinzione: almeno una via d’uscita c’è.
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