Partiti e politici

Germania: chi vince e chi perde con il Coronavirus?

30 Aprile 2020

In Germania come altrove, l’epidemia ha portato a una maggiore attenzione riservata tanto dai media che dall’opinione pubblica a quelle figure che hanno responsabilità amministrative o di governo, oltre che a esperti del mondo scientifico. La conseguenza più evidente di questa dinamica, osservata in diversi Paesi, è stata la discesa nei sondaggi dei partiti di opposizione, in particolar modo di quelli più populisti. Specularmente, i partiti di governo sono cresciuti nei sondaggi.

Se guardiamo alla media sondaggi in Germania, infatti, ecco che la CDU sale a oltre il 38%, crescendo in maniera rilevante rispetto agli ultimi mesi, che la vedevano stabile sotto il 30%. La SPD, da tempo in crisi nei sondaggi, vede una crescita lieve che la porta a sfiorare il 16%.

A scendere, invece, sono tutte le forze d’opposizione, e non solo quelle più marcatamente marcatamente populiste ed estremiste. Il partito di estrema destra Alternative für Deutschland registra un calo di due punti e mezzo, dopo esser stato per diversi mesi al pari con i socialdemocratici, contendendosi la terza posizione su scala nazionale. La vera sorpresa di questo periodo però è la discesa dei Verdi, che avevano ottenuto un risultato sorprendente alle europee di quasi un anno fa e si erano insediati stabilmente in seconda posizione, superando la SPD. Oggi, con la ripresa dei partiti tradizionali, i Verdi perdono oltre cinque punti e scendono al 16,2%, ancora in seconda posizione ma sostanzialmente appaiati ai socialdemocratici.

La CDU risulta il partito più in salute anche se guardiamo al gradimento personale dei suoi esponenti più celebri. Secondo i sondaggi di gradimento di focus.de, infatti, dall’inizio della pandemia è cresciuta moltissimo la popolarità di Markus Söder (Presidente della Baviera e leader della CSU, partito sorella della CDU), Jens Spahn (Ministro per la Salute, CDU) e Olaf Scholz (socialdemocratico e Ministro delle Finanze). Söder, in particolare, ha per la prima volta superato Angela Merkel negli indici di gradimento, un risultato che testimonia il supporto di cui gode in queste settimane e che potrebbe avere un certo peso nel futuro della CDU. Spahn e Söder, infatti, sono attualmente i due candidati favoriti per la leadership dei cristiano-democratici, che si avviano al congresso dopo l’annuncio dell’attuale segretaria Annegret Kramp-Karrenbauer di non concorrere come cancelliera e di voler lasciare la guida del partito. Anche grazie alla visibilità data loro dai ruoli che ricoprono, in queste settimane, i due hanno oscurato Friedrich Merz, un altro papabile per la presidenza della CDU, con ovvie conseguenze sulla corsa per la leadership. Per i socialdemocratici, invece, non vi sono grossi cambiamenti: nonostante il partito cresca leggermente, i suoi esponenti e i nuovi leader Norbert Walter-Borjans e Saskia Esken continuano a non avere particolare supporto sul piano prettamente personale. Olaf Scholz, però, rappresenta un’eccezione in casa socialdemocratica: in minoranza nel partito, è attualmente la quarta figura più gradita a livello nazionale.

La crescita esponenziale dei Verdi sembra quindi fermarsi, mentre il quadro tedesco va verso uno scenario più complesso: SPD e Verdi possono dialogare su molti temi a livello nazionale, ma potrebbero diventare rivali qualora si trattasse di dar vita a una coalizione di governo con la CDU. I cristiano-democratici, invece, sembrano riprendersi un ruolo centrale nello scacchiere tedesco, e i loro esponenti più in vista, pur rivali in ottica congresso, sono accomunati da un profilo meno centrista di quello della Merkel e di Annegret Kramp-Karrenbauer.

 

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