Partiti e politici

Fine vita. L’attacco di Grillo ai radicali è una minaccia ai senatori M5S?

23 Aprile 2017

«Ma neppure possiamo fare la fine dei radicali… dove ci sono disgrazie ci sono loro, referendum per morire, per divorziare (che è comunque una fine), per uccidere o aiutare ad uccidersi ci sono loro, i radicali… ma perché? Non li ho mai capiti, la loro ideologia è la fine, si tirano un po’ su con le coppie di fatto e i matrimoni Gay ma… con gli uteri in affitto si finisce di nuovo nel truculento, nella morale elitaria di chi ad una sorta di élite è convinto di appartenere».

Con queste parole il comicoleaer del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, ha attaccato i radicali in un lungo post sul “fine vita” dove tra giri di parole, frasi sconnesse e qualche errore ortografico ha voluto puntualizzare che malgrado il via libera della Camera alla proposta di legge sul testamento biologico – accolta con molta soddisfazione dai suoi stessi parlamentari – la posizione del suo partito è tendenzialmente neutrale. «Io credo – scrive ancora Grillo sul suo blog – che queste posizioni simil radicali oppure pienamente oscurantiste rappresentino il fumo dietro il quale ci si vuol nascondere e con il quale si desidera confondere avversari immaginari costruiti alla bisogna di un dibattito politico che cerca la sterilità per non produrre nulla, oltre a nuovi soggetti politici e persone di nuovo additabili come pro questo oppure pro quello».

Insomma, né con i radicali né con gli oscurantisti, una rivisitazione in chiave etica del “né di destra, né di sinistra” che per molti altro non è che un nuovo tentativo della Casaleggio Associati di imbonirsi gli ambienti cattolici, a pochi giorni dalla discussa intervista dello stesso Grillo ad Avvenire. Prove tecniche di cattogrillismo? Gli indizi ormai sono molti e la mezza giravolta sui temi etici rafforza i sospetti. Peccato che – ammesso che il concetto di “democrazia dal basso” non venga nuovamente smentito dai fatti – sulle proposte di legge relative a testamento biologico e eutanasia, gli iscritti alla piattaforma Rousseau abbiano dato mandato ai loro eletti di votare entrambe le norme, oltretutto con percentuali bulgare. La domanda che a questo punto sorge spontanea è: come voteranno i senatori grillini quando la legge sul fine vita arriverà a Palazzo Madama?

Secondo Maurizio Turco, membro del coordinamento della presidenza del Partito Radicale, «quello di Grillo non è un attacco al Partito Radicale, ma una minaccia ai suoi eletti, a cui ricorda di essere ‘suoi’ eletti e non del popolo». Dello stesso tenore le parole del segretario, Riccardo Magi: «Il problema per Grillo è che noi lottiamo perché le istituzioni funzionino senza il bisogno di capipopolo e quando, molto di rado, questo accade, come nel caso della parziale approvazione del biotestamento, sembra dare molto fastidio al leader del M5S». Il leader radicale attacca poi i grillini sull’ennesima gaffe di Luigi Di Maio, che sulla sua pagina Facebook ha definito “taxi sul mediterrneo” i barconi dei rifugiati provenienti dalle coste libiche: «Invece attaccare in maniera così scomposta – scrive ancora Magi sul social network –  guardi a chi in casa sua “demagogizza” la morte, come il suo pupillo e aspirante primo premier Cinque Stelle Luigi Di Maio, che definisce “taxi” i barconi su cui ogni giorno migliaia di persone attraversano il Mediterraneo e molto spesso perdono la vita».

Concludendo, qualunque sarà la scelta dei senatori grillini sul fine vita, il nuovo richiamo all’ordine – o meglio, al disordine – del capo del Movimento 5 Stelle ci ripropone l’ormai consueto interrogativo: ma uno non valeva uno?

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