Partiti e politici

+Europa ha le porte aperte e aspetta che qualcuno entri

29 Dicembre 2018

Emma Bonino ha indetto una conferenza stampa, insieme a Benedetto Della Vedova e i tre parlamentari della pattuglia +europeista – Fusacchia, Magi, Tabacci – per denunciare il pericolo per la democrazia rappresentato da questi qui (semicit. Filippo Ceccarelli, Invano. Il potere in Italia da De Gasperi a questi qua).

+Europa denuncia la violazione costituzionale “senza precedenti” della manovra economica blindata alla conoscenza parlamentare – allineandosi in questo al Pd. Sul ricorso alla Corte Costituzionale che il gruppo parlamentare democratico ha avviato contro il Governo, tuttavia, Bonino non si pronuncia, lamenta di non essere stata coinvolta, puntualizza che le porte di +Europa sono spalancate per questo tipo di interlocuzioni, sebbene nessun interlocutore entri. Annuncia infine che +Europa si riunirà i primi di gennaio e – qui è la notizia – ne discuterà. Sia del ricorso del Pd, sia dell’iniziativa politica. Fortunati i partecipanti!

Poco distante dal focolare di +Europa, Carlo Calenda esprime le medesime preoccupazioni della Bonino. Anche lui, come lei, si strugge per la democrazia. Anche lui, come lei, prova a salvarla invitando a cena uomini (senza donne) che furono di potere e che ancora grondano di buona volontà, tipo Renzi.

+Europa è stata, dovrebbe ancora essere, un’opportunità per la politica di ritrovare il proprio senso nella partecipazione. Le persone si appassionano alla democrazia, in genere, partecipandovi. Condividi il programma, metti un like al post, dona – gli imperativi della partecipazione +Europeista – non corrispondono evidentemente alle aspettative, né alla missione (possibile, necessaria) di costruire una democrazia europea – un’alternativa di metodo, quindi, prima ancora che di merito, il cui merito anzi sia proprio questo: il ruolo delle persone, il loro potere e la loro responsabilità nella pseudo libertà euro-globale.

La democrazia malata in Italia non è una conseguenza delle elezioni del 4 marzo. La legge elettorale Rosatellum è stata scritta dai democratici del Pd per impedire alle liste non rappresentate in Parlamento di potervi entrare mai. Tra queste c’era appunto il movimento elettorale che Bonino aveva appena lanciato.

Un anno fa in questa stagione i militanti radicali si preparavano a raccoglier firme al freddo e al gelo per +Europa, quando Bonino annunciò a sorpresa l’accordo con Tabacci, depositario del beneficio partitocratico dell’esenzione dalle sottoscrizioni. La leader radicale smise allora la battaglia per la democrazia e si avviò alla campagna elettorale, nell’illusione che bastasse la presenza sua e dei radicali nelle istituzioni per puntellare il rudere della democrazia italiana. Non era così, evidentemente, ed eccola allora ritornare al via, al dove eravamo rimasti. Eravamo rimasti alla democrazia, Emma.

A fine gennaio +Europa farà il suo congresso e strano ma vero ma non si sa nulla di quali siano i temi della discussione, i progetti, nemmeno i candidati – l’unico sfidante ad oggi uscito dall’ombra è Marco Cappato che però il dibattito al momento, in assenza di luoghi deputati, se lo fa tra sé.

La discussione politica interna è limitata (e blindata) agli organismi decisionali apicali composti di rappresentanti dei tre soggetti costituenti – Radicali Italiani, Forza Europa e Centro Democratico. Gli iscritti non sono coinvolti né consultati. La decisione – o l’inerzia decisionale – promana dall’alto, così come i messaggi non sempre centratissimi della comunicazione sui social.Grazie tante, verrebbe da dire, ma per questo c’è già il Pd – e ci sarà presto anche la costola calendiana. A che serve una +Europa così?

Il caminetto di inizio gennaio tra Bonino e i suoi saggi sarà a porte chiuse. I militanti, i simpatizzanti, i devoti attenderanno su Facebook la fumata e condivideranno la cartolina con una citazione di Emma. Seguiranno istruzioni. Vietato lamentarsi. E i militanti non si lamentano, ma non sono nemmeno così inclini alla passività. C’è un diffuso senso di responsabilità civile che +Europa intercetta, senza riuscire tuttavia a offrire gli strumenti perché si traduca in progetto democratico. Come se non ce ne fosse la necessità. Come se la politica fosse solo una questione di competenza e la democrazia una di regole così indecifrabili da risolversi in una serie di formalità.

La gente ha votato Salvini e Di Maio per bruciare i caminetti, e certo non è riproponendone la prassi – come ingenuamente pensa invece Calenda – che se ne riconquisterà l’attenzione. +Europa, a differenza del Pd, ha una potenziale capacità di mobilitazione popolare. Può farsi promotore di partecipazione democratica, rappresentare il meraviglioso potere della democrazia che si attiva con le persone per un obiettivo comune – che poi sono le persone stesse. Forse è questa l’idea di Cappato e se è questa forse farebbe bene a farla girare.

@kuliscioff

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