Partiti e politici
L’epic fail di Basta un Sì
Un piccolo errore di digitazione, una svista che si è trasformata in un vero e proprio epic fail. Il Comitato “Basta un Sì” ha inviato in questi giorni una lettera ai 4 milioni di italiani residenti all’estero. Il documento è entrato poco tempo fa nella bufera politica per la questione del reperimento degli indirizzi di tutti gli italiani all’estero da parte del Comitato referendario per il Sì: Forza Italia ha chiesto l’intervento del Quirinale, Sinistra Italiana ha presentato una interrogazione, il Movimento Cinque Stelle ha invitato a distruggere la lettera. Tuttavia, come ha sottolineato il debunker David Puente, il reperimento di questi dati non è illegale, se e solo se gli indirizzi sono ricavati da elenchi pubblici. Il Garante della Privacy nel 2014 ha chiarito con il “Provvedimento in materia di trattamento di dati presso i partiti politici e di esonero dall’informativa per fini di propaganda elettorale” che
Partiti, movimenti politici, comitati di promotori e sostenitori, nonché singoli candidati, possono lecitamente trattare dati personali per finalità di propaganda elettorale e connessa comunicazione politica in occasione di consultazioni politiche, amministrative o referendarie, di iniziative per selezione di candidati. I dati personali estratti da fonti “pubbliche” (…) possono essere utilizzati per finalità di propaganda elettorale e connessa comunicazione politica, senza richiedere il consenso degli interessati.
Senza entrare nel merito se i metodi e i mezzi siano discutibili, la polemica è poco interessante in quanto la lettera è stata inviata dal Comitato referendario a sue spese ed è firmata da Matteo Renzi in quanto segretario del Partito Democratico.
L’Epic Fail del Comitato Basta un Sì
La lettera di Matteo Renzi inviata agli italiani all’estero è un gioiellino della propaganda politica. Una brochure perfetta nello stile e nella retorica. Un solo errore: il sito internet in cui andarsi a documentare sulle ragioni del Sì. Il sito indicato non è www.bastaunsi.it, ma www.bastausi.it. Senza «n». Una semplice lettera persa ha trasformato un perfetto strumento della comunicazione politica in un epic fail. Perché? Perché grazie ad un operazione di cybersquatting, il sito www.bastausi.it è stato registrato da Ruggero Barbetti, sindaco di Capoliveri ed esponente di Forza Italia, per reindirizzare gli utenti sul sito del comitato del No “Costituzione Bene Comune”, guidato da Altero Matteoli (ex missino e ora esponente di Forza Italia). Un colpo di genio. Se gli italiani all’estero ci dovessero andare, da oggi, troveranno spiegate le ragioni per votare no. Il Comitato “Basta un Sì” ha commesso un errore che poteva rimediare velocemente registrando il sito sbagliato per reindirizzarlo al sito corretto.
Conclusione
Un errore è diventato un divertente caso di epic fail. Un innocuo sbaglio ripetuto per 4 milioni di volte si è trasformato in un sostegno per il Comitato del No. La cosa che si può apprendere è che lì dove qualcuno commette un errore c’è qualcun altro pronto per sfruttarlo a suo vantaggio. Succede spesso: ricordate il caso di Barilla contro le comunità gay? Oltre a svilupparsi un movimento di protesta, molti competitor usarono la dichiarazione di Barilla per posizionarsi come aziende gay-friendly. Si registra così un epic win del Comitato del No che ha saputo sfruttare la ghiotta occasione.
Sulla lettera rimane aperta la discussione politica: è evidente, fino a prova contraria, che non vi sia stato illecito. Matteo Renzi ha confezionato un potente strumento di propaganda politica. Non sono presenti riferimenti istituzionali, ma c’è una forte confusione tra la figura del Premier e quella del segretario del Partito Democratico. Inoltre, le foto riprodotte nella brochure sono frutto di momenti istituzionali e il testo della lettera sfrutta questa confusione. La propaganda politica esiste e bisogna prenderne atto: adesso il Comitato del No, dopo aver confezionato un epic win, invece di invitare alla distruzione del materiale (Danilo Toninelli, M5S) del Comitato del Sì potrebbe confezionare una contro-risposta inviando agli indirizzi presi dagli stessi elenchi pubblici una lettera agli italiani residenti all’estero. La propaganda politica si risponde con la propaganda politica, ovviamente se si hanno i budget.
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