Partiti e politici
Elezioni. Se i programmi politici sono lontani dalle priorità dei cittadini
In vista delle prossime elezioni del 4 marzo quello che si materializza è “un distacco evidente tra le attese degli italiani e i programmi politici” con tanti cittadini “ancora in dubbio se recarsi alle urne (27%)” e che “non si sentono rappresentati da nessun partito politico (20%)”. A mettere nero su bianco lo scarto tra il ‘comune sentire’ e l’azione politica è un sondaggio pubblicato nei giorni scorsi e ribattezzato ‘Il Manifesto degli Italiani. Le priorità di intervento richieste alla politica’ curato da Nomisma secondo cui le risposte fornite dai cittadini mostrano “un segnale di quanto poco oggi la classe politica riesca a farsi autenticamente interprete delle loro esigenze”. Per misurare le priorità della popolazione Nomisma ha suddiviso gli ambiti di valutazione in 9 categorie: Economia e Lavoro, Tasse e Fiscalità, Sanità, Servizi per i cittadini, Ambiente e Inquinamento, Sicurezza e giustizia, Istruzione e cultura, Giovani, Fasce deboli della popolazione & Welfare. E quel che si evidenzia, viene spiegato, “è la centrale attenzione ai temi dell’economia e del mercato del lavoro, con particolare riferimento a disoccupazione e precariato. Le richieste che gli italiani fanno alla politica, sia nazionale che locale, sono infatti fortemente polarizzate su queste tematiche, che da sole costituiscono il 24% delle priorità di intervento indicate come assolute e richieste a gran voce al Governo (85%)”.
Nel dettaglio, l’istituto di ricerca bolognese ha raccolto le opinioni degli italiani coinvolgendo un ampio campione della popolazione (1.800 interviste) e seguendo un percorso ‘step by step’ che ha permesso di individuare prima le azioni ritenute più importanti in ciascuna delle nove categorie e poi l’intervento prioritario tra quelli citati così da identificare l’ambito di massima urgenza.
IN ECONOMIA LAVORO PRIMA PREOCCUPAZIONE. DIBATTITO SU EURO NON COINVOLGE
Scorrendo i dati presentati da Nomisma, l’aumento del tasso di occupazione (dal 57,2% del 2016 al 57,9% del 2017) e la contestuale diminuzione del tasso di disoccupazione (-0,4%i) registrati nell’ultimo anno sono segnali ancora troppo deboli per trasmettere l’idea di un mercato del lavoro in ripresa e soprattutto stabile: l’esigenza di contrastare disoccupazione e precariato è infatti molto sentita dagli italiani ed emerge in modo chiaro anche dall’analisi dei singoli ambiti. “Il 27,4% invoca azioni di contrasto alla disoccupazione, mentre per il 20,7% a risultare prioritaria è la riduzione del precariato attraverso incentivi per l’assunzione a tempo indeterminato che vadano oltre la prosecuzione e il potenziamento del Jobs Act, ritenuto lo strumento pienamente idoneo solo dal 3,7% della popolazione”. Quanto a uno dei temi spesso al centro del dibattito politico nei talk show, ossia, l’uscita o meno dall’Euro, questo non è vissuto come una priorità: solo il 5,1% segnala questa esigenza come abito prioritario della categoria.
SITUAZIONE GIOVANI SENTITA MA ASSENTE DAI DIBATTITI
Tra le lacune del dibattito politico evidenziate dal sondaggio spicca la discrepanza tra la preoccupazione per la situazione dei giovani, molto avvertita dalla cittadinanza e la mancanza di attenzione da parte dei media con gli stessi giovani “praticamente poco o per nulla citati nei talk show o nelle interviste sui quotidiani”. In particolare, approfondendo il tema Millennials emerge chiara, accanto alle azioni di contrasto a disoccupazione e precariato, l’importanza attribuita al connubio formazione-lavoro: il 18% degli italiani – percentuale che sale al 21% tra gli stessi giovani (dai 18 ai 37 anni) – ritiene fondamentali i percorsi di orientamento e avviamento al lavoro dedicati ai giovani diplomati/laureati, uno dei fronti su cui quanto fatto finora non è ritenuto sufficientemente incisivo. Anche i temi di impatto sociale, come le azioni di contrasto a bullismo e cyberbullismo tra i giovani, destano un crescente interesse nella popolazione (12,3%).
Un’ulteriore esigenza sottoposta alla politica riguarda la domanda di incentivi e agevolazioni destinati alle giovani famiglie (11,1% delle sollecitazioni) con forte interesse sull’acquisto della prima casa. La droga si conferma una tematica che raccoglie preoccupazioni (6%) e su cui gli italiani richiedono azioni di contrasto e prevenzione da parte della politica (7,6% delle citazioni). Nella azioni di prevenzione a dipendenze ed abusi seguono l’alcol (6%) e i social network (4,8%) – mentre il gioco d’azzardo rientra in misura minore tra le preoccupazioni e, conseguentemente, tra le sollecitazioni di intervento (solo il 2,3% si esprime in tal senso.
FLAT TAX PRIORITA’ SOLO PER IL PER IL 7,9%
Sul fronte tasse e fiscalità, “il 27,2% degli italiani sollecita azioni di contrasto all’evasione, elemento di penalizzazione sia delle prospettive di crescita che di equità sociale. Tale richiesta acquista maggior forza tra chi risiede al Nord, superando il 29%, e chi ha più di 54 anni. L’alleggerimento della pressione fiscale e l’adozione di una flat tax, invocata da diverse forze politiche, viene considerata una priorità solo dal 7,9% della popolazione – con leggere flessioni legate ad area geografica (8,8% tra chi vive al Nord-Ovest) ed età (9,8% tra chi ha tra i 37 e i 53 anni), come l’abolizione del canone Rai – altro tema emerso agli inizi della campagna elettorale – sollecitata dal 6,5% degli italiani. Più importante risulta essere l’adozione di misure di contrasto al ‘lavoro nero’ (11,5%, con picchi del 14,9% nelle Isole) con le conseguenze in termini di beneficio per le casse dello Stato”.
SICUREZZA: PREVALE SNELLIMENTO MACCHINA GIUDIZIARIA RISPETTO A IMMIGRAZIONE
Sul fronte della sicurezza e della giustizia, argomento particolarmente sensibile, prevale “la richiesta di un miglioramento della macchina giudiziaria (30,8%), più volte al centro di progetti di riordino usciti ridimensionati dal dibattito politico”. Invece . viene osservato nel sondaggio – “il tema dei flussi di immigrazione e della sicurezza dei confini, malgrado la sovraesposizione mediatica, non va oltre la quarta posizione nella gerarchia delle priorità (15,5%), dopo la domanda di politiche di contrasto a criminalità organizzata (15,6%, che sale al 20,2% nel Sud Italia), illegalità e microcriminalità (reati, furti in casa, aggressioni), che si attestano al 16,4%”. Ancora, pur rimanendo punti di interesse non raccolgono indicazioni prioritarie le richieste di politiche di contrasto al reato di stalking (2,8%), al gioco illegale (2,5%) e al contrabbando di sigarette e alcolici (1,7%) mentre “il pericolo terrorismo appare fortunatamente meno incalzante, come dimostra l’esigenza di coloro (4,5%) che ritengono prioritaria l’adozione di specifiche politiche di contrasto”.
SANITA’, ITALIANI SPERANO IN MENO ATTESE E PIU’ RISORSE
Quanto alla Sanità quello emerge in modo tangibile è la richiesta di un sistema sanitario più efficiente: con “tempi di attesa per la prenotazione di esami medici più brevi (29%), rafforzato da un aumento delle risorse ad esso destinate (24%), con strutture ospedaliere innovative e all’avanguardia (13%), senza ticket per fasce di popolazione più ampie rispetto ad oggi (10%)”.
ELETTORI PIU’ MATURI E CONSAPEVOLI RISPETTO ALLA MEDIOCRITA’ DEL DIBATTO POLITICO
Dall’analisi dei risultati, secondo Nomisma quello che emerge è “un quadro di consapevolezza e maturità di gran lunga superiore alla mediocrità del dibattito politico che sta caratterizzando la campagna elettorale. Dibattito politico che confonde, non convince e fa perdere fiducia nella capacità della politica di rispondere ai bisogni dei cittadini: lo confermano gli italiani che sono ancora in dubbio se recarsi alle urne (27%) e non si sentono rappresentati da nessun partito politico (20%).
L’immagine di un elettore spaventato che sceglie sulla base dell’emotività del momento è pesantemente ridimensionata dalla lista delle priorità che gli italiani consegnano alla politica. L’obiettivo è uno Stato più efficiente e snello, stampo anglosassone (semplificazione delle norme e speditezza della giustizia) ma con approccio tedesco – nel promuovere politiche volte a ridurre precariato e disoccupazione (in particolare giovanile), favorendo un rapporto più strutturato e fruttuoso tra scuola-università e mondo produttivo”.
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