Partiti e politici
E voi l’avete letta, la bellissima intervista al dottor Tyrell?
Ho letto con attenzione e interesse l’intervista a Davide Casaleggio…ah, no, scusate, questo è l’incipit dell’articolo del Direttore Tondelli, a cui vorrei replicare, non condividendone che un rigo o due. Vorrei rispondere, ma non prima di aver letto l’intervista in questione, che risulta purtroppo essere tra i contenuti a pagamento di un giornalaccio di destra a cui la mia coscienza mi impedisce di donare anche un solo centesimo. L’alternativa sarebbe aspettare che l’intervista venga liberata dal paywall, attendere almeno ventiquattro ore, passate le quali, l’interesse del lettore spiaggiato per il pensiero del Dott. Eldon Tyrell sarà senza dubbio venuto meno, così come la mia voglia di alzare il ditino e spiegare che no, Jacopo, non puoi paragonare seriamente la faccenda della piattaforma Rousseau al verticismo dei partiti tradizionali – anzi diciamo pure del PD, perché, in tutta franchezza, i commenti che leggo qui sugli Stati Generali dopo il 4 marzo mi sembrano degli «E ALLORA IL PD???» opportunamente diluiti in venti o trenta o cinquanta righe. Eppure ricordo un’altra attitudine nei confronti del Potere. Qui e altrove. Sulle testate generaliste, la brutale corrente gialloverde (nota a latere: che si tratti di cloro sversato illegalmente?) sta portando via tutto, mentre persino nei media “di movimento” noto una fiacchezza davvero notevole se paragonata all’attivismo del periodo #renziscappa. Sarà l’estate. Certo, lo schianto del centrosinistra nella sua interezza ha lasciato orfani parecchi commentatori di qualunque tendenza. Chi perpetuava la tradizione del «dagli al socialfascista» se ne resta un po’ imbronciato in disparte, in attesa di qualche evento eccezionale. Chi, all’estremo opposto, attendeva un salvifico ritorno a bordo, chessò, di un Enrico Letta [RISATE REGISTRATE] sta disfando le valigie e guarda la nave affondare. Altri viaggiano leggeri, uno zainetto e via, e forse – forse – si stanno convincendo che il M5S o, se preferite, l'”area grillina” rappresenti il futuro. Ma che dico? il Futuro! Il futuro non tanto del Paese – chi se ne fotte del futuro del Paese? – ma di quella classe dirigente a cui ogni gazzettiere che si rispetti sta avvinto come l’edera di quella vecchia canzone. Insomma, che faccio, attendo? Desisto? Ingoio il rospetto o lo sputo qui, con tutto l’imbarazzo dell’ospite ingrato? Di certo, un gesto inutile – com’è inutile la mia replica – compiuto con un giorno di ritardo rimane inutile, con in più l’aggravante del ritardo. Ecco fatto, alla fine questo rospo se n’è uscito per i fatti suoi e l’ho anche perso di vista.
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