Partiti e politici

È un calice amarissimo, ma ormai la sinistra vera sopravvive solo nei 5 Stelle

21 Giugno 2016

Il diritto all’entusiasmo. È questo sentimento fondamentale che un cittadino semplice poteva riguadagnare stamattina leggendo i giornali. Anche chi, come noi, ne ha fatto un mestiere, avendone passione estrema, si è fermato incredulo sul titolone che apriva Repubblica: «Banche e cemento, la sfida M5S».

Accade che a Torino, il nuovo sindaco Chiara Appendino muova il suo attacco, il primo della sindacatura, quindi un gesto altamente simbolico, contro la Compagnia di San Paolo, la prima fondazione bancaria italiana, chiedendone la testa del presidente, Francesco Profumo, accusato di aver aumentato tra i suoi primi atti (Fassino lo aveva indicato a maggio) di un bel 400mila le spese per i vertici. Per chi appena conosce il peso della Compagnia di San Paolo, che a Torino coniuga economia, solidarietà, cultura e ricerca, un gesto assolutamente rivoluzionario. E, inutile dirlo, estremamente rischioso.

Allo stesso modo rispondono le campane di Roma, suonate in nome e per conto del sindaco Raggi dal suo neo assessore all’Urbanistica, Paolo Berdini, nemico storico del piano regolatore di Roma. Il quale certifica a Francesco Caltagirone e a tutti gli innumerevoli nipotini che a Roma «non c’è più bisogno di costruire». Anche in questo caso, come primo atto siamo nei pressi del rivoluzionario. Voi, naturalmente, siete nel pieno diritto di eccepire: ma lei si entusiasma per così poco, per due sparate sul giornale? Vi risponderò che sì, ho provato un piacere e un’ebbrezza che non provavo da tempo. E per un semplice motivo: ho sentito finalmente due cose di sinistra, nette e piene. Sono due cose di sinistra perchè mettono insieme obiettivo – molto alto trattandosi a loro modo di due divinità (Compagnia di San Paolo e Caltagirone) – e giustizia sociale. Goffredo De Marchis, uno dei migliori cronisti di politica italiana, commentava così l’uscita di Appendino e Raggi: “Quand’è l’ultima volta che abbiamo sentito due cose di questa chiarezza, contro banche e palazzinari, da esponenti di sinistra, magari a ridosso di elezioni vinte”? Non gli sono stato d’aiuto.

Eppure questo entusiasmo immediato non è esattamente la parte che più mi ha impressionato. Il fenomeno ha un suo spessore più largo e in qualche modo investe la storia della sinistra e il suo ruolo attuale nel panorama italiano. Qui stiamo parlando ovviamente della sinistra sinistra, quella che ai più appare morta o comunque sotto una tenda a ossigeno. La sinistra di Renzi non è qui in discussione, non ricordando (ma possiamo sbagliare) alcuna veemenza politica nei confronti di banche e palazzinari da quando l’ex sindaco toscano governa il Paese. Il fatto più suggestivo è un altro semmai: è proprio il Movimento 5 Stelle a resuscitare quella sinistra, la sinistra dei valori, della giustizia sociale, dell’ambientalismo, della lotta al gigantismo, della cura dell’esistente, attraverso persone che per tutta la vita ne ha fatto una ragione di vita. E quelle persone le sceglie esattamente per i ruoli-chiave delle sue giunte di Roma e di Torino. Pensate alla delicatezza del tessuto urbano, alle sue implicazioni, alla maniera del vivere come comunità, alla scommessa sui nostri figli piccoli, fatene la summa e come per incanto vi appariranno due persone come Paolo Berdini e Guido Montanari che hanno gli stessi tratti comuni e la stessa visione e che sono stati scelti da Raggi e Appendino come assessori all’Urbanistica di Roma e Torino. Personalità dal tratto chiaro di sinistra che la sinistra stessa anche nella versione non renziana (qui si deve risalire a Veltroni) ha emarginato.

È un contrappasso molto amaro che sia proprio il Movimento 5 Stelle a resuscitare il senso smarrito di una sinistra più radicale. Che lo faccia per convenienza è poco probabile, più possibile invece che quella voglia antagonista, quel mettersi di traverso contro il potere di banche e palazzinari, abbia i suoi migliori traduttori simultanei nel piccolo mondo antico e ormai dimenticato di persone che per tutta la loro esistenza hanno immaginato uno stare insieme più decente e dignitoso di quello che abbiamo sotto gli occhi. Volendo trovare una lama di ottimismo laggiù al fondo, è un riconoscimento postumo. Amaro sì, ma pur sempre riconoscimento.

Ps. Naturalmente gli entusiasmi di cui sopra sono assolutamente fanciulleschi. E dunque ingenui il giusto. Da qui in avanti, si guarderà ai fatti con occhi sereni, per quanto potremo.

 

Immagine di copertina tratta da ansa.it

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