Partiti e politici
E se il governo Lega-M5s alla fine funzionasse?
Aveva ben ragione, tanti anni fa, il grande sociologo Luciano Gallino a stigmatizzare lo stato delle scienze sociali e politiche, incapaci di fare previsioni sul comportamento futuro degli individui, limitandosi a compiere analisi (certo molto acute) su ciò che era accaduto, ma con scarse capacità di anticipare gli avvenimenti, di comprenderli in anticipo. Era il segno, diceva Gallino, dell’assenza di una teoria del comportamento, tanto che dopo ogni elezione, ad esempio, si restava stupefatti di quei risultati, molto differenti da quanto si era immaginato.
Mi è tornata alla mente quella sua lezione, nei due giorni in cui, all’Università di Salerno il 10-11 maggio, si sono riuniti alcuni dei più capaci politologi per analizzare il percorso che ha portato ai sorprendenti risultati delle ultime elezioni: le grandi vittorie di Lega e Movimento 5 stelle, da una parte, e le grandi sconfitte delle sinistre e di Berlusconi, dall’altra. Analisi ovviamente molto interessanti e tentativi di spiegazione molto illuminanti, ma tutte compiute quando il sipario è ormai calato, quando i giochi sono già compiuti.
Nei due mesi che precedevano il voto, le stime che mi risultavano dai sondaggi andavano proprio nella direzione che poi si è realizzata, ribaltando o meglio enfatizzando delle tendenze che non si pensavano così intense: l’en-plein pentastellato nel meriodione, il netto sorpasso della Lega su Forza Italia, il calo così vistoso del Partito Democratico. Non credevo ai miei occhi! Così, tanto per essere rassicurato, ho avuto parecchi colloqui con alcuni noti politologi italiani, con alcuni colleghi di cui mi fidavo, per capire quali fossero le loro previsioni, se ci si potesse fidare di quelle stime demoscopiche.
Inutile dire che tutti quanti, io compreso, dubitavamo assai della correttezza di quelle anticipazioni dei sondaggi, reputandoli un po’ esagerati. Sì, le tendenze andavano in quella direzione, ma l’intensità della “rivoluzione” elettorale non sarebbe stata così drastica. E invece ci sbagliavamo tutti: il paese che ci immaginavamo non era quello reale. Anche questo mi è venuto in mente nei due giorni scorsi, quando ascoltavo le nostre interessanti analisi sul voto. Nessuno di noi era riuscito a prevedere il risultato ma, come diceva Gallino, soltanto ad analizzarlo ex-post, senza avere una corretta teoria sulle determinanti del comportamento di voto.
Gli elettori seguono logiche imprevedibili, delle quali si cercano spiegazioni soltanto dopo che le hanno manifestate, attraverso il loro voto. Ma, in un clima di estrema volatilità e di scarsa fedeltà, è sempre più difficile anticiparne i percorsi futuri. La realtà è sempre più avanti di noi, come diceva 40 anni fa il buon Giorgio Gaber, e devi riuscire a immaginarti da che parte va.
Ora, fra breve, avremo un governo Lega-5 stelle, e già molti stanno prevedendo che sarà un flop, che gli italiani capiranno presto di aver messo il paese in mano a degli sprovveduti, che porteranno l’Italia in una situazione forse ingestibile, con continui scontri tra le due anime del nuovo governo, che saranno poco a poco abbandonati dai loro elettori. Queste le previsioni di tanti. Ma siamo proprio sicuri che succederà proprio così?
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