Partiti e politici

E fu così che Hollande ci lasciò Le Pen

7 Dicembre 2015

L’affermazione dell’estrema destra nazionalista di Marine Le Pen è una sorta di ultima chiamata per l’Europa.

La leader del Front national ha fatto campagna non solo contro l’immigrazione, l’islam e per la sicurezza (come al solito) ma anche contro l’Unione europea, chiedendo il ritorno alle decisioni nazionali, a partire dal referendum popolare sull’uscita dall’euro.

La crisi economica che ha ridato fiato agli avversari della costruzione europea non porta a un’Europa diversa, come potrebbe essere auspicabile, ma all’annientamento dell’idea stessa di Europa unita. Sono i fondamenti, le radici, dell’Unione a essere rimessi in discussione dal ritorno degli estremismi.

Il voto a Le Pen deve servire da ultimo campanello d’allarme. In un mondo globalizzato dove, per esempio, il popolo francese o quello italiano rappresentano meno dell’1 per cento della popolazione mondiale, l’Europa è in mezzo al guado. Troppo avanzata per non essere il capro espiatorio delle frustrazioni dei popoli europei. Troppo in ritardo politicamente e senza la legittimità democratica sufficiente per contrastare realmente il senso di declino del continente, di perdita della capacità di decidere del proprio destino (1).

Il risultato di Marine Le Pen non è solo un avvertimento per i francesi. Mette tutti gli europei di fronte a una scelta sul trasferimento o no di sovranità all’Unione europea. E ormai il quadro è chiaro: o il salto o il caos.

Altro allarme è per quello che può accadere in Italia con il fenomeno Salvini uomo ruspa: cosa sarebbe senza ISIS? (2)

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