Partiti e politici
Dopo Liguria e Usa, i Democratici sconfitti anche in Umbria (?)
Una tendenza evidente accomuna ormai tutti o gran parte degli elettori di centro-sinistra. Diciamo pure: gli elettori Democratici. Passando da un paese all’altro, da un continente all’altro, da una regione all’altra, il risultato è sempre lo stesso, con soltanto poche eccezioni: centro contro periferia, elevata contro bassa scolarizzazione, vincenti contro perdenti della globalizzazione, benestanti contro economicamente fragili, “intellettuali” contro classe operaia, diritti civili contro problemi economici.
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Le ragioni di una sconfitta così diffusa in tutte le zone del mondo, così come nel nostro piccolo mondo italiano (in 15 regioni su venti, al momento) devono ricercarsi – come da almeno un ventennio si continua a ribadire inutilmente – nella perdita della sua originaria constituency da parte della sinistra.
Come già sottolineava D’Alema negli anni Novanta a proposito del consenso all’allora Lega Nord: sono una costola della sinistra! Ma quella costola è stata ormai scardinata ed è divenuta poco alla volta, anno dopo anno, elezione dopo elezione, la vera costola della destra nazionale ed internazionale.
Le elezioni Liguri, così come quelle americana, hanno ribadito di nuovo un verdetto ormai arcinoto: i democratici vincono nelle grandi città (da New York a Londra, da San Francisco a Parigi, da Berlino a Genova), ma perdono clamorosamente in tutta la provincia, dalla periferia fino ai piccoli paesini dell’hinterland.
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Se osservate la cartina del voto USA, pare una sorta di revival delle antiche guerre, con i fortini assaltati dagli assalitori: piccoli puntini blu (i Dem) accerchiati da praterie rosse (i Rep). Una situazione paradossalmente identica a quello che accade in Lombardia: quasi tutti i capoluoghi di provincia governati dal centro-sinistra e la Regione saldamente in mano alla destra, da oltre trent’anni.
I dem puntano sui diritti civili, mentre la maggior parte degli elettori si disinteressano di questo tema, o comunque non lo reputano di prioritaria importanza. In un recente sondaggio, l’idea di introdurre lo Ius scholae in Italia, o almeno un accesso più veloce alla cittadinanza italiana, viene rifiutato da oltre il 60% dell’elettorato che, guarda caso, non ha la propria residenza nelle grandi città.
Tra oggi e domani avremo una probabile conferma di quanto già abbiamo visto e constatato nelle ultime consultazioni regionali, dalla Basilicata alla Liguria: anche l’Umbria vedrà la vittoria di misura del centro-destra, con l’ovvia eccezione di Perugia, dove verisimilmente, il risultato sarò il consueto vantaggio dei Dem. Mentre resterà “rossa” l’unica regione baluardo di una antica cultura di sinistra ormai in via di estinzione, diversa da quella presente nel resto del territorio nazionale.
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Per la sinistra, il momento di cambiare è sempre più lontano, perché non si tratta di andare “più a sinistra” per ottenere più consensi, ma quello di cambiare la propria proposta politica, inventandosene una inedita.
*Università degli Studi di Milano
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