Partiti e politici
I dioscuri duri e puri
A margine delle deduzioni psicoanalitiche del dramma “Subito a Palazzo Chigi” lo scenario che oggi, 8 maggio 2018, prospetta il Corriere della Sera con un articolo “I 5S fanno partire la campagna elettorale” a firma di Alessandro Trocino, non è affatto irrealistico. Nell’articolo (http://roma.corriere.it/notizie/politica/18_maggio_08/di-maio-salvini-ci-hai-fatto-perdere-due-mesi-tutta-colpa-tua-4dcb9296-522c-11e8-b9b9-f5c6ed5dbf93.shtml) si ventila l’ipotesi che Salvini e Di Maio abbiano concordato il percorso di tenere duro e andare al voto, contando sull’aspettativa di dover, se non vincere, guadagnare ulteriore consenso. Questo darebbe la forza a Salvini per staccarsi da FI e a Di Maio per continuare, altrimenti Di Battista gli toglie il testimone.
“Le conseguenze dell’amore” tra i due hanno ben altri risvolti. Assicurata in Parlamento la maggioranza ( 222 5S + 125 Lega alla Camera e 109 e 58 rispettivamente al Senato, con i numeri attuali forse destinati a crescere con nuove elezioni) si formerebbe il Governo dei Duri che.. duri. Il segno della Lega di un tempo rivivificata dal potere, quello vero, totalizzante e non quello di Bossi a mezzadria. Sono accomunati da simili proposte su migrazioni, reddito di cittadinanza e tassazioni, pugno duro sull’Europa. Insomma ci ritroveremo ai margini dell’Europa e non è dato sapere quanto i due leader possano poi contare sull’appoggio dello Zar Putin. Schiavi dell’energia russa, i Dioscuri replicheranno che è il prezzo da pagare e che anzi la colpa è della matrigna Europa.
I Dioscuri non vedono l’ora di governare insieme, malgrado i lacciuoli della Costituzione, quella così bene e integralmente seguita da Mattarella. Ma non penseranno di modificarla subito perché il maggioritario a questo punto è superato. Questo in virtù della tendenza di fagocitare i partiti minori che potrebbero entrare nella sfera d’influenza di ognuno dei due. Ad esempio i vincoli parentali di Fratelli ‘Italia sono più rilevanti con Salvini che con FI. Così a sinistra, o quel che era la sinistra, alcuni frange potrebbero capitolare e passare dal rosso al giallo.
I flussi non sono prevedibili ma ci saranno: gran parte dei neo-eletti alla XVIII (il 65% degli eletti è alla prima legislatura) vorrà essere ripresentata e quindi è probabilmente già in atto il “gran mercato dei Collegi”.
I Dioscuri hanno anche delle grane da sanare: Salvini per compiere questo balzo in avanti deve scindere la sua difficile alleanza con FI , mettendo a repentaglio le giunte di Liguria, Lombardia, Veneto e Friuli, dove il sostegno di FI è determinante almeno in 3 su quattro. Ma anche in questo caso non dovrebbe essere difficile attrarre i consiglieri di FI verso l’area governativa che piace sempre e a tutti. E a molti dei 5S che vi sono approdati dalla sinistra non va giù di governare con i leghisti. Comunque entrambi hanno fretta, l’attesa logora chi il governo non ha e i 5S stanno iniziando la china di discesa, mentre la Lega sembra aumentare http://www.ilgiornale.it/news/politica/centrodestra-verso-quota-40-e-maio-cala-nei-sondaggi-1522047.html.
Mentre il PD sta a guardare, rendendosi forse conto di essere a rischio estinzione, la sinistra di lotta (potere al popolo, e parte di LeU, frange comuniste) resta al palo lasciando liberi i propri elettori, parte dei quali, la componente operaia, non opporrebbe preclusioni nei confronti della Lega. Si ricordi Sesto S. Giovanni, la Stalingrado che passò armi e bagagli alla Lega.
Ecco allora che dal Grande Kaos nasce un ordine che può piacere o meno ma che comunque rientra nell’alveo. Una maggioranza governativa dei Dioscuri, a tutti i costi, larvatamente o palesemente antieuropeista, che metterà tutto il suo peso governativo nelle prossime elezioni europee e potrebbe rivivificare la tendenza secessionista (si badi bene non quella indipendentista che cova già e che è cosa ben diversa) di numerosi paesi. Probabilmente nel futuro, magari non immediato, si darà anche assalto alla Costituzione, giudicata “vecchia” dai due Dioscuri che non lo hanno mai nascosto. La Lega vanta una primogenitura su questo argomento e Di Maio, beh, lo si è visto in questi giorni non usa mai il “ noi” ma l’”io” che è quanto mai, se non anticostituzionale, poco rispettoso della Carta.
La Costituzione, la Vecchia sana Signora sarebbe difesa allora dalla minoranza, con un brandello di bandiera patrimonio del PD. Minoranza elitaria, forse legata ai vecchi schemi ma sicuramente la più fedele ai vincoli della Costituzione. I due schieramenti rinnoverebbero, si fa per dire, la politica in senso anagrafico ma non sappiamo quanto al resto. Non è un salto nel buio, è solo un grande balzo in avanti senza certezza di atterraggio morbido.
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