Partiti e politici
Di Battista non si ricandida. Sarà la “soubrette” del Movimento 5 Stelle
Coup de théâtre: Alessandro Di Battista, l’attore più amato della “compagnia” del Movimento 5 Stelle, ha annunciato dalla sua pagina Facebook che non si ricandiderà alle prossime elezioni e dunque non sederà nuovamente in Parlamento nella prossima legislatura. «In maniera molto leale e sincera sono qui per darvi una notizia: ho deciso di non ricandidarmi in Parlamento alle prossime elezioni», ha detto il deputato grillino durante una diretta dal titolo “Ho qualcosa da dirvi”. Al suo annuncio, molti dei suoi fan hanno commentato la decisione con ammirazione, altri l’hanno criticata. «Non sono d’accordo… senza di te, nei prossimi anni, saremo “monchi”. Perderemo le elezioni … hai conquistato i più scettici… non ce la faremo! Mah!», scrive Lola. Ancor più demoralizzata, Sara: «Ma dico io Santo cielo uno che finalmente ispira fiducia e in cui si può credere… lascia? Non ci posso credere! Alessandro per me il M5S sei tu, se vai via non credo più a niente!!!!!!!».
Ma cosa c’è dietro la scelta di uno degli indiscussi protagonisti della recente scena politica? L’interessato tiene a ribadire che non c’è nessun attrito né con Beppe Grillo, né con il candidato premier, Luigi Di Maio, che continuerà a far parte del Movimento e che dopo la campagna elettorale – che lo vedrà in prima linea – si dedicherà alla scrittura, ai viaggi e a suo figlio appena nato. Il suo ruolo – precisa – sarà fuori dai palazzi.
C’è dell’altro? Un non detto? Assolutamente no; almeno per chi è tarato sui normali partiti politici, quelli in cui il ruolo della “cosa pubblica” è centrale. Non è il caso del Movimento 5 Stelle, dove l’esibizione del protagonista che “rinuncia” al suo ruolo/poltrona/privilegio è quello che nel gergo del marketing viene definito come “pezzo di comunicazione”, uno spot da riproporre fino allo sfinimento in vista delle prossime elezioni politiche. Lo schema non cambia: così come le aule della Camera e del Senato sono state utilizzate per cinque anni come palcoscenico dove attori improvvisati si sono cimentati in video virali e dirette Facebook, la rinuncia di Di Battista sarà una nuova dimostrazione di “diversità” del cittadino rispetto al grigio uomo di palazzo, così attaccato al suo ruolo e alla sua definizione di “onorevole”; poco importa se quel ruolo e quella definizione abbiano un significato profondo, che nascano dal sangue versato da chi ci ha reso liberi.
Alessandro Di Battista, uno degli indiscussi protagonisti del Movimento 5 Stelle, continuerà a rivestire il ruolo di “soubrette”, di “prima attrice” dello spettacolo televisivo gentilmente offerto dalla Casaleggio Associati ai suoi spettatori in adorazione. Il suo ruolo resterà pressoché invariato. In questo mondo pervaso dalla frivolezza, dove la commedia ha da tempo occupato il posto del pensiero, la sua virtuale uscita di scena non potrà che essere salutata da applausi scroscianti…
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