Partiti e politici

Di Battista, il New York Times e i disastri a Cinque Stelle

17 Febbraio 2015

“Al minuto 2.30 ho detto Assad ma intendevo Gheddafi; al minuto 4.11 ho detto 2011 ma intendevo 2001. Ci sono due gravissimi errori in questo video. Tutti i giornali italiani non potranno non pubblicarlo!”. No, infatti, non si può non parlare di Alessandro Di Battista e dei suoi disastri in tema di politica estera, non fosse altro perché il deputato è vicepresidente della commissione Esteri alla Camera. E d’accordo, nel video postato su Facebook ieri ha confuso Assad con Gheddafi e due date, può succedere a tutti; ma non si può passare sopra la quantità di strafalcioni commessi da Di Battista su temi che richiedono una preparazione seria come geopolitica e politica estera.

La notizia di ieri è che il New York Times ha inserito una ridicola affermazione di Di Battista tra le balle dell’anno; anzi, ha addirittura rilanciato il primo posto conquistato dal pentastellato tra le “panzane dell’anno”  del sito Pagella Politica: “Nigeria, vai su Wikipedia: 60% del territorio è in mano ai fondamentalisti islamici di Boko Haram, la restante parte Ebola“. Ok, tutti noi andiamo a informarci su Wikipedia, però da un vicepresidente della Commissione Esteri che si atteggia a esperto di politica estera intervenendo sempre sui temi più delicati ci si aspetterebbe una competenza superiore rispetto al semplice andare a leggersi notizie su internet. E soprattutto ci si aspetterebbe che almeno leggesse giusto, perché dubito fortemente che sull’enciclopedia online possa esserci scritta una cosa del genere. Forse l’avrà letta su qualche sito complottista.

Il problema è che Di Battista è recidivo, plurirecidivo. Nell’ottobre scorso disse che “in Grecia cittadini disperati si iniettano il virus dell’Aids per prendere il sussidio“; ma in questo caso è scusato, visto che l’informazione proveniva dall’Organizzazione mondiale della Sanità; che però già nel 2013 ritirò quanto detto per mancanza di prove certe, facendo mea culpa per l’informazione inaccurata fatta trapelare.

Forse ancora peggiore è la vicenda dell’agosto scorso, quando Di Battista trovò il coraggio di affermare la necessità di dialogare con lo Stato Islamico; una posizione forte, discutibile, forse superata in seguito agli ultimi avvenimenti, ma pur sempre una posizione politica, che ha trovato anche la sponda (involontaria) del Papa che ha detto parole non poi così diverse. Che cosa disse allora Di Battista? “L’obiettivo politico (parlo dell’obiettivo politico non delle assurde violenze commesse) dell’ISIS, ovvero la messa in discussione di alcuni stati-nazione imposti dall’occidente dopo la I guerra mondiale, ha una sua logica. Dovremmo smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano con il quale nemmeno intavolare una discussione“.

Bene, si può non essere d’accordo, considerarla una follia, ma è pur sempre una posizione legittima. Il problema è che, travolto da una marea di critiche, Di Battista non ebbe nemmeno la forza di mantenere la sua posizione e, a ottobre, dibattendo con una militante, si rimangiò tutto: “Il post sulla necessità di trattare con l’Isis? Ma io pensavo ad Hamas“. E vabbè, pensava ad Hamas (con cui peraltro in tantissimi sono disposti a dialogare e già dialogano), ma parlava dell’Isis; dice Assad, ma intende Gheddafi; dice 2011, ma intende 2001; dice assurdità inenarrabili sulla Nigeria, ma le ha lette su Wikipedia. Tutto in tema di politica estera, tutto dal vicepresidente della Commissione Esteri.

Di Battista non è certo un caso isolato, nel Movimento 5 Stelle. Partito in cui Giulia Sarti fa calcoli senza alcun senso sulle pensioni e poi dice che le è stato hackerato il computer; Paolo Bernini è convinto che negli Usa mettano un microchip sotto la pelle della gente per controllarla (l’ha sentito nel documentario cospirazionista Zeitgeist); l’eurodeputato Marco Zullo vuole portare il tema delle scie chimiche a Bruxelles; Davide Bono crede che le decapitazioni possano essere un falso Usa; per non parlare delle molteplici uscite sull’attentato di Charlie Hebdo che i grillini ci hanno fatto sorbire.

Ma d’altra parte, quando il fondatore del partito e guru di internet è uno che fa previsioni utopiche su terza guerra mondiale, democrazia diretta globale e abolizione assoluta della pena di morte con tanto di date in cui tutto ciò avverrà, che cosa ci si può aspettare dagli adepti?

@signorelli82

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