Partiti e politici
Il desiderio di un capo: tra richiesta di protezione e richiesta d’amore
Freud ha scritto il suo testo di psicologia sociale: Psicologia delle masse e analisi dell’Io, nel 1922, in un’Europa sconvolta dalla guerra recente e pervasa da instabilità politiche e rivolte. E inaugura la sua stagione di pessimismo.
Non è un caso che l’anno prima avesse introdotto l’Istinto di morte (nel testo: Aldilà del principio del piacere) e, sul piano più importante, quello degli affetti personali, aveva perso due anni prima la figlia Sophie. In questo saggio Freud, dopo aver esaminato e più o meno condiviso le ipotesi di altri sulla riduzione gregaria delle cosiddette “masse” e della loro vulnerabilità e ricerca di un capo, fa alcune affermazioni sul legame che si instaura tra collettività e e chi le dirige. Qui emerge tutta la sua sfiducia nei riguardi di un’azione politica sociale.
Vale la pena di utilizzare questo spunto per cercare di chiarire meglio la reiterazione del legame tra collettività e le figure egemoni i cui esempi si perdono nella Storia passata e continuano a riproporsi con una forza che trascende, spesso per la sua irrazionalità, i buoni propositi di chi si preoccupa del bene sociale. Freud fa spesso riferimento, in questo saggio, al meccanismo ipnotico e soprattutto al fenomeno dell’innamoramento, nel quale l’oggetto esterno (il personaggio che ha o mira al potere) diventa egemone per un Io indebolito e si insedia sotto forma di un Io ideale, che da un lato protegge (e quindi ha un ampio spazio soprattutto nelle circostanze reali deteriorate) e, dall’altro lato è in grado di dare amore a questo povero Io, secondo quello schema ripetitivo della angosciante e continua richiesta amorosa del bambino nei riguardi delle persone adulte a lui vicine.
Ora può sembrare bizzarro dare tanta importanza a qualche dimostrazione di ammirazione, affetto ecc. che viene “spontanea” nei rapporti con questi personaggi, e non solo politici ma in tutti i campi. Però ognuno può osservare nella propria esperienza emotiva, quante volte persone (ed anche cose), si sono imposte concentrando interessi così costrittivi da escludere o minimizzare altre emozioni e addirittura minando l’interpretazione cognitiva della realtà. In altre e più banali parole si potrebbe dire che “al cuore non si comanda”. Addirittura assistiamo oggi all’ansia di fare un selfie “guancia guancia” con il personaggio illustre. Ciò ricorda le foto anni 50 dei due sposini, con i piccioni, in Piazza del Duomo a Milano.
Ma il problema che sorge è, quindi, cosa se ne farà il personaggio dominante di tanto amore? I buoni e i cattivi (purtroppo più numerosi) usi dell’amore delle moltitudini sono anche oggi, sempre attuali… Anche perché, mettendosi nei panni del personaggio amato, possiamo assaporare tutto il piacere di un’isteria che è continuamente ed avidamente alla ricerca di una legittimazione affettiva, rassicurata dall’esercizio effettivo di un potere.
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