Partiti e politici
“La Bindi è da uccidere” basta per sollevare De Luca dalla carica di sceriffo?
«Quello che fece la Bindi è stata una cosa infame, da ucciderla. Ci abbiamo rimesso l’1,5, il 2 per cento di voti. Atti di delinquenza politica. E non c’entra niente la moralità, era tutto un attacco al governo Renzi». Ad affermalo è Vincenzo De Luca, presidente della regione Campania, in un’intervista rilasciata alla trasmissione Matrix e andata in onda ieri sera su Canale 5.
De Luca riferendosi alla presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, non ha evidentemente ancora digerito il fatto che la donna lo avesse inserito nella lista dei “candidati impresentabili” poco prima delle elezioni regionali del 2015.
Il 29 settembre De Luca è stato assolto “perché il fatto non sussiste” dalle accuse legate alla vicenda del Sea Park, il parco marino mai realizzato a Salerno, processo per il quale proprio la Commissione Antimafia inserì il suo nome tra i cosiddetti “impresentabili”.
Quello per il quale sicuramente il Governatore non può e non potrà essere assolto è il persistente uso sconveniente della parola durante la maggior parte delle sue apparizioni pubbliche.
«Sono inaccettabili certi toni, spero che De Luca si scusi al più presto con Rosy Bindi per le sue parole», ha esordito su Twitter Debora Serracchiani. Della stessa opinione è Matteo Orfini, presidente del Pd, che attraverso il social network commenta: «De Luca farebbe bene a darsi una calmata e a chiedere scusa a Rosy Bindi».
Ma le scuse non bastano. Quando un rappresentante delle istituzioni si esprime ripetutamente con questi toni non dovrebbe forse essere il partito a «dargli una calmata»?
Nell’intervista a Matrix, (probabilmente dal Medioevo) De Luca ha aggiunto: «Salvini? Porta male. Quando parla mi tocco».
Quando solleveremo il Governatore dalla carica (autorizzata) di Sceriffo?
La precisazione del Governatore a poche ore dalla polemica: «La vicenda – grave – di un anno fa è chiusa. Non c’era e non c’è alcun problema con l’on. Bindi, nei cui confronti, al di là di ogni differenza politica, riconfermo il mio rispetto oltre ogni volgare strumentalizzazione». Secondo quanto riporta l’Ansa, per De Luca il video mandato in onda da Matrix rappresenterebbe «l’ennesimo atto di delinquenza giornalistica», e per questo verificherà gli estremi per una querela. «Chiarisco – spiega il presidente della Regione Campania – che nell’intervista che ieri ho rilasciato a Matrix nessuna domanda, e tantomeno alcuna risposta, ha riguardato l’onorevole Bindi. Al termine della stessa intervista, il giornalista ha tirato fuori il suo tablet chiedendomi, mentre gli operatori smontavano i cavalletti delle telecamere, se poteva mostrarmi quanto aveva affermato in una precedente trasmissione l’ospite Vittorio Sgarbi sull’onorevole Bindi. Abbiamo parlato di Sgarbi, e commentato insieme, sorridendo e facendo battute, quel video che non conoscevo. Verificheremo con l’ufficio legale gli estremi della querela a fronte di una evidente violazione della privacy e violenza privata esercitata».
Devi fare login per commentare
Accedi