Partiti e politici

Davvero era più grave il “finocchio” di Sarri delle “checche” di Formigoni?

7 Febbraio 2016

L’Italia è un Paese bizzarro. Un allenatore di una squadra di calcio finisce sulla graticola per aver detto, ovviamente sbagliando, “finocchio” durante una partita. Un senatore della Repubblica italiana parla di “checche” su un social network e poco accade. I moralisti della prima ora, infatti, sembrano aver esaurito le munizioni dell’indignazione. E sono disposti a far passare sottotraccia gli insulti di un parlamentare. Che, forse, nell’immaginario collettivo ha meno importanza di un allenatore. E c’è anche una macroscopica differenza da non tacere: il tecnico della squadra di calcio, Maurizio Sarri, ha chiesto scusa. Il senatore, Roberto Formigoni, ha accusato il mondo intero di essere “stato distorto”. La parola “scusa” non viene nemmeno presa in considerazione.

“Odore della sconfitta su #Cirinnà sta procurando crisi isteriche gravi su gay, lesbiche,bi-transessuali e checche varie. Non è bello, poverini”, ha twittato Roberto Formigoni, senatore di Area Popolare (il gruppo che unisce Udc e Nuovo Centrodestra), nella giornata di sabato. A seguire la risposta alle critiche, che si concentra sul rapporto tra “checche” e “isterismo”, ignorando il vero problema: l’espressione checche è spregevole. Almeno quanto “finocchio”. Ecco il Formigoni pensiero espresso su Facebook.

Nel mio tweet di ieri sera non ho insultato nessuno, mi sono limitato a constatare che alcune persone gay, lesbiche ecc….stanno avendo crisi isteriche. Il testo è inequivocabile, si tratta di alcune specifiche persone (a me note) e non di una annotazione generale rivolta a “erga omnes”. Del resto la lingua italiana è precisa: in italiano, l’assenza dell’articolo determinativo indica chiaramente che si tratta di casi specifici. Se avessi voluto offendere un intera categoria di persone avrei usato l’articolo determinativo: i gay, le lesbiche ecc… Così non ho fatto, accetto di essere criticato, non distorto”.

Certo, si è sollevata qualche voce indignata verso l’uscita infelice dell’ex presidente della Regione Lombardia (il vice segretario del Pd Lorenzo Guerini lo ha definito vergognoso). Ma la notizia è stata derubricata al rango di “rivolta sul web contro Formigoni”. Ma non mi risulta che qualcuno abbia chiesto una ‘squalifica esemplare’ (tipo togliergli la poltrone di presidente della Commissione Agricoltura al Senato) all’esponente del Ncd. Ecco, ora al netto di ogni moralismo, mi limito ad annotare un elemento: c’è qualcosa che non va nel dibattito pubblico, che segue dei meccanismi talvolta complicati da comprendere. Ci si scatena per un Maurizio Sarri, il cui compito è di far vincere una squadra (nel caso specifico il Napoli), e si resta sostanzialmente indifferenti per un Roberto Formigoni, che dovrebbe rappresentare un’istituzione essendo un senatore della Repubblica.

E forse ci siamo quasi dimenticati di un fatto elementare: un uomo di sport è tenuto a ottenere risultati, non deve essere per forza un esempio (benché sia auspicabile). Un uomo politico, ancor di più se esperto, ha il dovere di essere sempre da esempio.

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