Partiti e politici
Dal Milazzismo al Salvinismo
Nella foto Palazzo dei Normanni, sede del Parlamento Siciliano, Assemblea Regionale Siciliana
La vicenda Milazzo
L’attuale crisi di Governo ci riporta per similitudini all’antica vicenda Milazzo. Operate le debite distanze di contesto politico e storico, di cosa si tratta? Nel 1958, in Sicilia, il Governo Regionale si trovò di fronte a un dilemma concernente le concessioni petrolifere e lo sviluppo industriale dell’Isola. L’ENI di Mattei e le Major Petrolifere (BP e Shell) si contendevano le risorse del sottosuolo. Il Governo siciliano a guida DC (Giuseppe La Loggia) assunse decisioni non accettate da tutti i DC di area governativa. Il PCI siciliano, allora guidato da Emanuele Macaluso, approfittò dello scontento e spinse per una svolta, condivisa, nella protesta antigovernativa, anche dalle Destre missine. Ne nacque una maggioranza che definire ibrida è dir poco. Il Governo fu affidato a Silvio Milazzo, un DC tra l’altro legatissimo a Don Sturzo e Scelba essendo di Caltagirone. Ma la stretta osservanza e il carattere mite non gli impedirono di assumere posizioni critiche verso la Segreteria Fanfani.
· Con quella maggioranza ibrida, MSI e PCI, e senza un vero programma condiviso, il Governo Milazzo resse poco all’urto dei poteri forti. In definitiva si può affermare che il milazzismo sia stata un’esperienza politica caratterizzata da protesta nei confronti della politica nazionale e da difesa ad oltranza del sovranismo isolano e dell’Autonomia. Di questa si chiesero maggiori prerogative, non solo amministrative ma anche politiche, un’autonomia da contrapporre ai monopoli del nord industriale, alla politica romana e a chi volesse instaurare una sorta di colonialismo nazionale. Un sovranismo in nuce a dimensione regionale.
Il Sovranismo Regionale (1959) e il Sovranismo Nazionale (2018)
· Impostazione similare troviamo nella Lega, che, sin dai primordi di Bossi ci ha abituati a spauracchi (co)istituzionali quali Autonomia, Indipendenza, Secessione poi puntualmente accantonati a fronte delle logiche governative, regionali o nazionali. Ma il sovranismo è una malattia virale che ha valicato i confini della singola regione e toccato la corda centrigufa italiana, ereditata dal municipalismo altomedioevale. Spettro che si aggira anche in molti stati europei ( UK, Spagna, Irlanda, Belgio) quale retrovirus della Carta Costituzionale. Su questo punto, al di là delle contingenze, il Presidente ha affondato la sua capacità giuridica e posto il veto ad una tendenza sovranista in piena antitesi con la Costituzione di cui egli è Garante.
Dalla vicenda milazziana non si può non far tesoro, identificando il lato debole della situazione attuale, come per il 1959: la scarsa affidabilità di una maggioranza ibrida, costituita da forze contrapposte, con elevata probabilità di secessione monetaria.
Non è dato sapere se il Presidente abbia ripercorso queste vicende, data la concitazione del momento. Sia permessa però una considerazione personale da non giurista: forse c’è stata una forzatura, tecnicamente, ma alla Costituzione il Presidente ha dato un’anima, e probabilmente ci ha salvato da guasti finanziari di dimensioni bibliche, con i mercati fuori controllo. La Carta Costituzionale, diceva Calamandrei, è un pezzo di carta e va alimentata. Il carburante deve essere però benzina strategica non solo tattica o tecnica.
In Sicilia, la frattura milazziana poi si chiuse nel 1961 con la stagione del centro-sinistra (Governo D’Angelo) che anticipò di 2 anni il percorso del primo Governo Moro del 1963. Maggioranze articolate ma solide e soprattutto Costitutionally Correct che hanno retto fino agli anni novanta. La vecchia vituperata Prima Repubblica!
Biblio
Ferrara A. et al. Oil Geopolitics, Agorà&CO, Lugano 2018 in press
Tesi di Dottorato di PierLuigi Basile, Università Tre di Roma, Dipartimento di Studi Storici Geografici Antropologici Dottorato di ricerca in Storia (politica, società, culture, territorio) XXV ciclo La Sicilia e il “milazzismo”. Regionalizzazione politica e dinamiche centro-periferia negli anni della difficile transizione italiana (1955-59.
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