Partiti e politici
Dagli ultimi a Gilmour: così Corbyn prova a riscrivere la storia dell’Uk
(articolo a cura di Francesco Nicodemo e Giusy Russo)
«Mancano 9 giorni. Appendi un manifesto alla tua finestra, fai delle telefonate, indossa un adesivo o una spilla del partito, bussa alle porte, parla in famiglia, con amici, colleghi, vicini, distribuisci volantini, porta snack al partito locale, offri dei passaggi il giorno delle elezioni.». È questo il tweet con cui lunedì scorso il Labour Party ha continuato il suo personale conto alla rovescia in vista delle elezioni del prossimo 12 dicembre.
Molti sono curiosi di vedere come andranno le elezioni per il partito guidato da Jeremy Corbyn e se ci sarà una rimonta rispetto ai sondaggi che lo vedono molto indietro rispetto ai Conservatori del premier Boris Johnson. Quest’ultimo pone la questione brexit al centro della propria campagna elettorale. Per i laburisti, invece, l’uscita del Paese dall’Ue è solo di uno dei punti del proprio manifesto lanciato a fine novembre. Se Corbyn dovesse arrivare a Downing Street, il governo lavorerebbe per un accordo entro tre mesi e nei sei mesi successivi darebbe l’ultima parola all’elettorato, insieme all’opzione della permanenza nell’Unione europea.
La questione però è soltanto uno dei temi presenti nelle 104 pagine del programma, dove trovano spazio occupazione, ambiente, lotta a povertà e disuguaglianza e politica estera. Se 104 pagine vi sembrano troppe, sappiate che il leader laburista le ha riassunte in sessanta secondi, come si vede in un video. Mentre è seduto nella parte posteriore di un’auto parla di assunzioni nelle strutture ospedaliere e di piano casa, di posti di lavoro e sostenibilità ambientale in un minuto circa e nel tweet scrive “come ho fatto”, riferito alla capacità di sintetizzare tutte le proposte. Ma la vera sfida sarà convincere gli elettori che i laburisti sono davvero al loro fianco e che vogliono realizzare un cambiamento reale, come recitano gli hashtag scelti per questa campagna #onyourside e #realchange. Lavoro, contrasto alle disuguaglianze, piano per il sistema sanitario nazionale e ambiente sono i temi principali della campagna in cui i laburisti evidenziano le differenze con i conservatori, per sottolineare i loro tagli e i privilegi riservati a pochi. Le parole associate a questo programma sono radicale e speranza.
Il partito di Corbyn vuole far capire che queste elezioni rappresentano un’occasione da non sprecare non solo per cambiare l’inquilino di Downing Street ma il destino del Regno Unito. Per farlo, bisogna vincere le elezioni e, prima ancora, convincere le persone a registrarsi per votare. Si guarda soprattutto ai più giovani, infatti i tweet con le indicazioni per la registrazione al voto contengono molte gif. Non solo, è stata infatti lanciata una vera e propria sfida online in cui ognuno, dopo essersi registrato per votare, spiega come si fa e tagga altre tre persone per continuare questa sorta di catena con hashtag #VoterRegChallenge. Lo hanno fatto, tra gli altri, la giovanissima modella e documentarista Billie JD Porter e la cantante Lily Allen. È stato condiviso su Twitter persino David Gilmour che ha scritto: “Tu puoi fare la differenza, ma hai bisogno di usare il tuo voto. Aiutaci a uscire da questa confusione in cui siamo ora”. Matthew Goodwin ha riportato un sondaggio condotto tra il 25 e il 26 novembre da Savanta ComRes in base al quale voterà il 78% degli ultra-sessantacinquenni, una percentuale analoga di chi ha tra 55 e 64 anni, il 62% di chi ha tra 35 e 54 anni. Il 61% di chi ha tra 25 e 34 anni si recherà alle urne, con una percentuale in crescita dell’8% rispetto al 18-19 novembre e il 60% di chi ha tra 18 e 24 anni, ovvero l’11% in più. In particolare solo l’11% di questa fascia voterebbe per i Conservatori. Al contrario, gli studenti dall’inizio di novembre stanno dando molta più fiducia ai laburisti. Secondo ICM Research il 63% voterebbe per il partito di Corbyn, ovvero il 22% in più rispetto a inizio mese. I giovani sono gli elettori più appetibili. Infatti, secondo quanto riportato da Politico, su Facebook i laburisti sono stati quelli che hanno speso di più in inserzioni pubblicitarie tra il 28 ottobre e il 26 novembre, seguiti dai libdem. Questi ultimi, però, hanno usato due terzi delle risorse spese, per rivolgersi agli elettori di età inferire ai 35 anni. Giovani a parte, ci sarà il recupero del Labour? Tra il 27 e il 29 novembre BMG Research stimava un 33% contro il 39% dei Conservatori, ovvero cinque punti percentuali in più rispetto a sette giorni prima.
I laburisti ci credono, almeno ci credono i tanti attivisti che stanno organizzando iniziative in giro per il Paese. «Possono avere soldi e giornali, ma non hanno 500mila persone come te che parlano con gli altri per convincerli con argomenti validi che un altro mondo non è possibile, ma è necessario», recita la didascalia di un video in riferimento ai conservatori. Manca poco al 12 dicembre e solo dopo sapremo se il destino politico del Regno Unito è davvero già scritto.
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