Partiti e politici

Da Trump all’Europa e oltre, il Coronavirus propaganda per la destra

22 Giugno 2020

Per chi ancora non se fosse accorto, è ormai di domino pubblico un po’ per tutta la stampa – anche mainstream -, che in tempo di epidemia, mentre i più si davano da fare per studiare il problema e affrontare una pandemia di livello globale, l’estrema destra europea si cimentava in un importante atto di proselitismo e di nazionalismo chiedendo a gran voce la chiusura della libera circolazione di Schengen, rilanciando il tema delle frontiere nelle agende politiche e strumentalizzando l’emergenza capitalizzando dove possibile strette autoritarie.

Esempio lampante è stato l’atteggiamento con cui Viktor Orban ha preso “pieni poteri” in Ungheria, riservandosi la possibilità di governare attraverso l’uso di decreti, sciogliere il Parlamento, cambiare o sospendere leggi attualmente in vigore e bloccare persino le elezioni, in nome di una sottintesa “guerra al Coronavirus”. Una sorta di “dittatura senza maschera”, come ha spiegato il leader socialista Bertalan Toth, che ha fatto discutere anche l’Alto Commissariato Onu per i diritti umani che ha ricordato come “uno Stato di emergenza illimitato e incondizionato non puo’ garantire il rispetto delle regole e dei valori della democrazia”. Nel 2020 un agente patogeno è diventato strumentale alla propaganda politica di destra. Il 23 Febbraio scorso, Matteo Salvini, leader della Lega è stato ospite in tv ed ha dichiarato testualmente che “I medici hanno certificato che il virus è arrivato anche in Africa“. L’OMS dal canto suo aveva certificato che all’epoca il Coronavirus era entrato in 29 paesi diversi del Mondo tra cui anche uno africano: l’Egitto; ad essere colpito fu un uomo di nazionalità straniera (non specificata) che è stato subito posto in isolamento. Ma gli ingredienti c’erano tutti per imputare lo scoppio – ancora imminente – di una pandemia ai migranti per sostenere, giustamente, i prodotti italiani. Di lì a poco il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, si sarebbe imposto una auto-quarantena destando grande clamore vestendo sgraziatamente una mascherina chirurgica a favor di telecamere. Fontana, due anni prima, disse che “Non possiamo accettare tutti gli immigrati che arrivano: dobbiamo decidere se la nostra etnia, la nostra razza bianca, la nostra società devono continuare a esistere o devono essere cancellate”.
In Francia, Marine Le Pen ha sfruttato il panico della prima ora per scagliarsi contro due nemici per lei esistenziali: gli immigrati e l’Unione Europea.
In Germania l’Afd ha chiesto la chiusura delle frontiere e controlli più severi sull’immigrazione mentre in Austria il governo di Sebastian Kurz ha rafforzato già a marzo i controlli sul confine italiano, quando nel Paese i suoi ex partner del Partito della Libertà Austriaco (FPÖ) chiedevano a gran voce di mettere in quarantena tutti gli immigrati sprovvisti di documenti e i richiedenti asilo. Nella vicina Svizzera il Partito Popolare ultraconservatore ha fatto costanti pressioni sul governo affinché fosse rifiutato l’ingresso agli stranieri.

Una volta iniziata la pandemia e verificatosi un prevedibile collasso economico e sanitario è stato più semplice per molti negazionisti fare della disinformazione strumentale sia al guadagno di nuovi follower che di capitale finanziario. Mentre le persone diventano più vulnerabili al panico, la paura e le bugie si trasformano in tattiche da sfruttare per l’estrema destra di tutto il mondo. La narrativa della paura è utile per creare nuovi seguaci, manovrare le loro azioni e possibilmente cooptarli in una furia cieca. Quando va bene non occorre nemmeno usare agoli oscuri del web e passare in rassegna sui principali media mainstream.

James Wesley Rawles, il fondatore solitario del movimento separatista e survivalista americano Redoubt, è stato intervistato dal sito web di Dow Jones, MarketWatch, sul suo approccio alla “preparazione in vista dell’esplodere della pandemia” (da ex ufficiale della CIA e dell’esercito ha molto da insegnare a riguardo). Rawles, che si considera come un libertario cristiano e costituzionalista, ha parlato di un qualcosa di tecnico senza approfondire il discorso sull’American Redoubt, un movimento di “migrazione politica” creato quasi 10 anni che designa tre stati degli USA nordoccidentali come rifugio sicuro per cristiani, ebrei conservatori e altri libertari. Un’area scelta accuratamente, sostiene Rawles, per la sua bassa densità di popolazione e la mancanza di pericoli naturali.
Non sono considerazioni estemporanee, almeno considerate le mire degli “accelerazionisti” neonazisti che cercano di accorciare la sopravvivenza della democrazia per dare vita ad un etnostato bianco. Molti di loro si definiscono “ecofascisti” e propongono di superare problemi ecologici con soluzioni genocide, ma soprattutto la crisi Covid-19 è stata reputata importantissima per reclutare persone convinte nella supremazia bianca. Molti gruppi di destra creati in Rete si sono prefissati lo scopo di sostenere la gente proprio là dove lo Stato non ha potuto (non diversamente da quanto fatto in Italia) tentando di fare propaganda piuttosto che ristabilire un “senso di calma”.

 

 

Del resto in USA non deve essere difficile acquisire una posizione alternativa a quella dominante nelle altre parti del mondo con il concreto appoggio del presidente Trump nel fare, inizialmente, del vero e proprio negazionismo. È così che il virus diventa una cospirazione, un’arma biologica creata dall’uomo, prodotta dal governo cinese per abbattere Trump che vede collegati l’attuale filantropo Bill Gates e il già conosciuto George Soros, con il governo di Pechino. In un tweet, poi cancellato il 27 febbraio, la candidata al Congresso repubblicano della California Joanne Wright scrisse: “Il Coronavirus è un virus creato dall’uomo in un laboratorio di Wuhan. Chiedete a @BillGates chi l’ha finanziato”. In un altro tweet, altrettanto cancellato, ha aggiunto: “@BillGates non finanzia la ricerca presso il laboratorio di Wuhan dove è stato creato il Coronavirus? @Georgesoros non è un buon amico di Gates?”.

Tornando in Europa, il 16 marzo Simon Lindberg del gruppo neo-nazista scandinavo Nordic Resistance Movement, ha scritto su un blog qualcosa per descrivere il “grande entusiasmo” per i risvolti positivi che il coronavirus porterà alla sua causa, generando, a lungo termine, una “rivolta sociale”. Molte delle teorie dell’estrema destra tedesca vedono l’eccessivo tasso di natalità dei migranti, del loro spostamento come causa del contagio del virus. Non è un caso che il 13 marzo il gruppo Identitäre Bewwgung ha condiviso le immagini della protesta dei suoi attivsti alla porta di Brandeburgo scrivendo di un paese a rischio “Sia a causa del #Coronavirus che per l’assalto di migliaia di immigrati illegali”, sostenendo la protezione delle frontiere come modo legittimo ed efficace per proteggere una popolazione”. Se c’è qualcosa da limitare, secondo la destra alternativa e non, è “il movimento”, insito nelle migrazioni e insito nella trasmissione del virus, come un filo che lega alla medesima relazione causa-effetto. Non sarebbe un caso, sostengono molti afferenti alla destra, che il virus si sarebbe diffuso più rapidamente nei paesi più aperti all’immigrazione, giustificando misure forti contrare alla teoria della società di George Soros, “completamente fallita”. Sempre nei confini tedeschi la German Atomwaffen Division, gruppo che professa il negazionisto dell’Olocausto, ha creato un profilo sul social network dell’ultra destra americana Gab comunicando agli attivisti di prepararsi ad un “conflitto imminente”. Gab, nato in opposizione a Twitter, permette di creare dei post di 300 caratteri convincendo i propri utenti di elargire una incondizionata libertà di parola, mostrandosi alternativo alla “censura di sinistra della Silicon Valley”, come dichiarato dal fondatore Andrew Torba. In breve tempo Gab è diventato la casa di suprematisti bianchi, neonazisti, membri della destra al-right, espandendosi, come abbiamo visto, anche in Europa, contribuendo anche all’espandersi del movimento Boogaloo.
Quest’ultimo risulta abbastanza controverso e difficile da etichettare ma è molto conosciuto negli ambienti dell’estrema destra proponendo di accelerare una svolta storica degli USA verso una seconda guerra civile. I suoi membri, noti come “Boogaloo Boys” o “Bois”, sono in genere dotati di fucili d’assalto ed equipaggiamento militare, ma non disdegnano camicie hawaiane con cui si sono presentati ultimamente alle manifestazioni contro la polizia americana.

E in Italia? Mentre Matteo Salvini ha tentato di suscitare interesse per nuove politiche che ponessero un limite ai confini il Paese è stato travolto dalla peggiore crisi dalla nascita della repubblica. Anche da noi la pandemia è diventata occasione per sfoderare armi ed ambasce di un rinvigorito nazionalismo, ma non solo, con le istituzioni in ginocchio, la destra ha cercato – e cerca tuttora – di riempire un vuoto di cui la politica tradizionale non è riuscita a governare l’espansione. La crisi economica dei piccoli commercianti, delle partite iva, di ampi settori di lavoro attorno a cui gravitano sconforto e disperazione sono diventati un terreno fertile per la demagogia e il populismo.

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