Partiti e politici

Craxi, 49 ml € e un Marchese del Grillo di nome Matteo

19 Settembre 2018

Non stiamo a raccontarcela, per dirla elegantemente abbiamo capito che la “ragion di stato” ha suggerito alla Procura di Genova di addivenire a un accordo con gli avvocati della Lega. La vicenda nella parte più nota riguarda una presunta truffa ai danni dello Stato che sarebbe stata organizzata secondo la procura dall’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito sui rimborsi elettorali spettanti al partito. Per questo reato Belsito e Bossi sono stati condannati in primo grado ed è in corso di svolgimento il processo di appello per il quale la Procura ha chiesto la stessa pena del primo grado per Belsito e una significativa riduzione per il senatore Bossi. A seguito della condanna in primo grado è scattato il provvedimento di sequestro preventivo di beni della Lega presenti o futuri pari a circa 48 ml € in qualunque parte del mondo si potessero trovare, Lussemburgo compreso (quel paesino irrilevante del grappino e di “Merde alors”, per intenderci, ma chi lo avrebbe mai detto, chissà con quale zelo avrebbero collaborato con gli inquirenti italiani le autorità del Granducato, un vero possibile guaio per i correntisti padani).

E fino qua va tutto bene perché ognuno di noi, se colpevole, si sarebbe trovato nelle medesime condizioni, eccetto che per grappini e connessi. Ma, primo sostanziale e non eludibile problema, ciò che mette per la ennesima volta nella storia politica del Paese  un partito, i suoi eletti e i suoi militanti (che avrebbero dovuto restituire la somma) su un piano diverso rispetto al resto dei cittadini è che gli avvocati hanno proposto, e la Procura accettato, una dilazione di un sequestro preventivo (tale credo rimanga dato che non si sono esauriti né i ricorsi né i gradi di giudizio) per i noti 80 anni con una indicizzazione della quale non conosco consistenza ma che difficilmente credo sia coerente con gli attuali interessi di mora o anche con più prudenziali tassi, ottenendo per i colpevoli in primo grado sia una dilazione quasi secolare che una sostanziosissima riduzione dell’importo dovuto. E si materializza nei nostri occhi, nello splendore del Technicolor, l’Albertone nostro che, inarrivabile nei panni del Marchese del Grillo (qui variante Di Maio), ci guarda e sereno ci concede un memorabile e definitivo “io so’ io e voi ‘un siete un cazzo”
A sostegno di questo accordo profondamente imbarazzante per la coscienza di ognuno di noi viene riferito dalla Procura che tale modalità è stata applicata anche ad aziende private su vicende erariali e qui andiamo nel mistero giuridico, mistero per me che non sono giurista intendiamoci, perché un sequestro preventivo non mi pare abbia nulla ma proprio nulla a che fare con un credito consolidato, privilegiato, certo ed esigibile come quello erariale e in vent’anni di vita in associazione sindacale di imprese dove ne ho viste di ogni vi assicuro non ho mai sentito parlare di una lite fiscale che si sia risolta senza oneri di mora e in 80 splendenti anni.

Posto quindi che abbiamo accertato che come al solito possa esistere un diverso trattamento per un colpevole che è in un partito e per chi ne è fuori, la perla l’hanno partorita gli avvocati della difesa: recita infatti il comunicato ” …l’esecuzione integrale del provvedimento di sequestro…. avrebbe l’effetto di determinare l’impossibilità della Lega Nord di svolgere le proprie funzioni e comprometterebbe la sua stessa esistenza per totale mancanza di risorse”. Coro delle élite, perché il popolo al momento è impegnato col colpevole: e allora? Problema loro che attraverso un finanziamento illecito hanno pure truccato la gara elettorale, o sbaglio? Perché da qualche parte, ieri o oggi quei quattrini sono andati e non credo tutti alla San Vincenzo.

Bettino Craxi non mandò gli avvocati, si presentò in Parlamento e disse quello che tutti sapevano, parlò di illeciti finanziamenti, si prese dal popolo le monetine al Raphael e morì in esilio seppellendo con sé la Prima Repubblica. Io mai lo votai ma rispetto a questi qua che vanno di avvocati in quel suo ultimo discorso in Parlamento lo vedo giganteggiare e immagino si stia rivoltando nella tomba urlando “fatemi uscire”. Lui che disse: “…. e tuttavia, dobbiamo insistere a chiederci quale Europa vogliamo e verso quale Europa vogliamo indirizzarci. Non verso un’Europa sottratta ad ogni controllo dei poteri democratici. Non verso politiche determinate solo sulla base di criteri macroeconomici, indifferenti di fronte alla valutazione dei costi sociali. Un’Europa fondata su di un mercato unico, aperto e libero……Un’Europa capace di una vera politica estera e di una più larga apertura verso il mondo più povero che preme alle porte dell’Europa e che ha assolutamente bisogno di un acceleratore che gli consenta di uscire dalla depressione, dalla stagnazione e dal sottosviluppo, senza di che le ondate migratorie diventeranno sempre più incontrollabili. Sono gli interrogativi che ci poniamo, partendo dalla nostra fede nelle democrazie europee, dalle nostre convinzioni europeistiche, dal contributo che abbiamo direttamente dato per aprire la strada ad un nuovo capitolo della costruzione europea. “
Nulla da aggiungere, Signor Giudice, quelli della Seconda si sono fermati al capitolo 1.

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