Partiti e politici

Così Matteo Salvini scatena le bestie

3 Febbraio 2018

Si chiama Luca Trani, ha ventotto anni e risiede a Tolentino il giovane che ha ferito sei persone sparando oltre venti colpi di pistola da un auto nel centro di Macerata. Alla base del suo gesto c’è probabilmente uno squilibrio mentale ma anche le sue “cattive frequentazioni”, dagli ambienti neofascisti di Casa Pound e Forza Nuova fino alla Lega di Matteo Salvini, partito con cui nel 2017 si era candidato alle elezioni a Corridonia, raccogliendo zero preferenze. La segretaria provinciale del Carroccio, Maria Letizia Marino, ha voluto ipotizzare un movente che in qualche modo “scagionasse” il suo partito e le sue martellanti campagne su inesistenti invasioni: «Sappiamo che da qualche tempo frequentava una ragazza romana con problemi di droga – ha dichiarato a Repubblica – tutto ci lascia pensare che fosse la povera Pamela Mastropietro, la 18enne uccisa e fatta a pezzi qualche giorno fa per la cui morte è accusato uno spacciatore nigeriano, Innocent Oseghale». La romanzata versione della leghista è stata però smentita poche ore dopo da un comunicato dei Carabinieri: “Nessun collegamento diretto è emerso tra Luca Traini, che oggi a Macerata ha ferito alcuni stranieri e Pamela Mastropietro, la giovane morta nei giorni scorsi. Dagli accertamenti è risultato che i due non si conoscevano. Non è stata accertata quindi alcuna frequentazione”.

Forse nei prossimi giorni capiremo di più sulla presunta vita sentimentale di Luca Trani, oggi sappiamo solo che ha terrorizzato una città sparando dalla sua Alfa Romeo nera contro degli immigrati e dei luoghi, tra cui una sede del Partito Democratico. I testimoni raccontano che durante quei momenti di lucida follia gridasse frasi razziste e slogan ultra nazionalisti. Prima di essere bloccato dai Carabinieri in piazza della Vittoria, davanti al Monumento ai Caduti, è sceso dall’auto, si è tolto il giubbotto e ha fatto il saluto romano con una bandiera tricolore sulle spalle. Il tipico gesto di un uomo accecato dall’amore.

Nello stesso giorno in cui a Macerata qualcuno ha sparato, in quel non luogo sempre più malsano che sono diventati i social network è comparso un macabro fotomontaggio che ritrae la testa sgozzata di Laura Boldrini con la scritta: “Sgozzata da un nigeriano inferocito, questa è la fine che deve fare così per apprezzare le usanze dei suoi amici”. L’immagine è stata segnalata e denunciata dai “Sentinelli di Milano” ed è apparsa a pochi giorni da un altro grave episodio che ha coinvolto la Presidente della Camera: il rogo di un fantoccio che la raffigurava durante una festa popolare a Busto Arsizio ad opera di un gruppo di attivisti del Movimento Giovani Padani della Lega.

Questa esplosione di odio e di violenza, che rende alcuni soggetti più simili a delle bestie che a degli esseri umani, sia nel mondo virtuale che in quello reale, ha degli ispiratori politici ben noti. Il principale è il leader della Lega, Matteo Salvini, impegnato ormai da anni in una continua opera di disinformazione sul tema dell’immigrazione. Basta scorrere i profili social del capo del Carroccio per farsi un’idea di quanto i messaggi che lancia siano pericolosi, soprattutto se letti da menti instabili come quella del giovane Luca Trani. L’interessato, invece di provare a correggere il tiro e a moderare i toni ha invece rilanciato: «La violenza non è mai la soluzione, la violenza è sempre da condannare. E chi sbaglia, deve pagare. L’immigrazione fuori controllo porta al caos, alla rabbia, allo scontro sociale. L’immigrazione fuori controllo porta spaccio di droga, stupri, furti e violenze». E ancora: «Non vedo l’ora che il 4 marzo voi mi diate la forza per riportare ordine, tranquillità, sicurezza e serenità in tutta Italia».

La lunga crisi economica che negli ultimi decenni ha investito l’Occidente ha riportato in auge parole e sentimenti che credevamo – sbagliando – confinati per sempre nelle fogne della storia. E ha creato capipopolo sempre più rozzi e ignoranti, caricature dei criminali a cui intimamente si ispirano. Viviamo in un tempo difficile, di passaggio. Oscurato il pensiero e ammainate le bandiere ci ritroviamo circondati da mandrie di bestie inconsapevoli scatenate da pastori improvvisati. Personaggi che si accorgeranno troppo tardi di essere il prossimo pasto di ciò che si illudono di guidare.

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