Partiti e politici

Cosa possiamo aspettarci dai politici? Solo una nuova campagna elettorale

5 Maggio 2018

Non vorrei passare per il solito qualunquista che denigra i nostri politici ad ogni piè sospinto, ma è certo che la pazienza di un qualunque modesto cittadino mi pare stia per finire. Sono passati esattamente due mesi dal giorno del voto, e ancora oggi siamo sostanzialmente al punto di partenza: nessuno governo e nemmeno l’ombra di un possibile esecutivo che possa nascere in tempi brevi. Non è bello, soprattutto perché i reali vincitori delle ultime elezioni si erano proposti come coloro che avrebbero rimesso in moto un’Italia (a loro dire) bloccata da una classe politica incapace di farla risorgere dalle ceneri e darle nuovi impulsi economici e sociali.

Ma il blocco sembra ora aver inglobato anche chi ha ingolfato la campagna elettorale con un surplus di promesse, tutte peraltro piuttosto ardue da applicare al nostro paese. Gli scenari che si prospettano in questi giorni sono particolarmente ingarbugliati, e la soluzione finale che prenderà Mattarella sarà senza dubbio indigesta a molti, se non a tutti. D’altra parte, che cosa dicevamo e scrivevamo tutti nei mesi precedenti il voto? Che con questo tripolarismo (Pd, centro-destra e M5s) non ci sarebbe stata alcuna possibilità di arrivare ad un governo, se non attraverso maggioranze innaturali, in cui qualcuno avrebbe dovuto sopportare la presenza dei suoi precedenti avversari, facendoli diventare un po’ più amici.

Tutto questo dunque già si sapeva prima, che con qualsiasi legge elettorale – che non fosse il tanto vituperato Italicum – non sarebbe nato cioè alcun governo “monocolore”. Se lo sapevamo tutti, allora, perché i politici, vincitori o perdenti, non ci hanno pensato? Perché sono arrivati alle consultazioni post-elettorali senza aver già in mano un progetto, una soluzione per arrivare ad un accodamento inter-partes, in tempi umani e non biblici? Il gioco delle tre carte, o dei due forni che dir si voglia, è sembrato a molti stucchevole e abbastanza maldestro, per partiti o movimenti che si candidano a guidare il paese.

Non è certo colpa di nessuno, ovvio, se gli elettori si pronunciano senza fornire una possibile, ma forse sarebbe stato meglio pensarci prima, quando tutti le analisi conducevano a questo risultato (e, anzi, è andata anche “bene”, paradossalmente, che il Pd abbia subito un tracollo, altrimenti le cose diventavano ancora più complicate). Ma alla fine, chi trarrà vantaggio elettorale da questa situazione, in caso di molto possibili nuove elezioni?

Ci saranno sicuramente due perdenti, il Pd e Forza Italia, il primo per una svolta ancora una volta mancata, che doveva arrivare già subito dopo il voto referendario del 4 dicembre, ma che non si è vista nemmeno in questa occasione; il secondo perché i suoi elettori stanno ormai passando armi e bagagli verso il partner interno alla sua area, la Lega. Il partito di Salvini uscirà nettamente rafforzato dalle urne; già gli ultimi sondaggi lo indicano viaggiare ben oltre la significativa asticella del 20%, ed è probabile che andrà molto sopra quella quota, a scapito dei suoi alleati di coalizione, se si voterà ancora con un sistema simile.

Il Movimento 5 stelle, nonostante le non brillanti performance nelle recenti regionali, sarà ancora il partito da battere, ed incrementerà i suoi voti: troppo importante, per gli italiani che l’hanno votato, ribadire la propria volontà di cambiare definitivamente la faccia della politica (in meglio o in peggio, dipende dallo sguardo dell’elettore). E ancora di più inizieranno a seguirlo, per vedere dove si andrà a finire, se riusciranno a risollevare il paese grazie alla loro freschezza, o lo affosseranno a causa della loro presunta incapacità.

Sarà dunque una riedizione riveduta e corretta dell’Italicum, con un ballottaggio tra Lega e M5s, a meno che appunto Matterella non si inventi qualcosa di inedito. Ma probabilmente l’attuale Presidente della Repubblica non è come quello passato: Napolitano avrebbe forse inciso maggiormente sul percorso futuro. Oggi, invece, la soluzione più probabile è il ritorno alle urne, a settembre. Buona campagna elettorale a tutti.

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