Partiti e politici
Verdi, continua il terremoto: in Lombardia 61 iscritti appoggiano Eleonora Evi
La situazione all’interno di Europa Verde è sempre più complessa, e si ha la sensazione di assistere alle fasi di una scissione o di qualcosa di molto simile.
Dopo l’abbandono di Eleonora Evi (qui la nostra intervista) vi abbiamo parlato del malcontento generale, degli abbandoni e delle varie prese di posizione (qui l’articolo), ma oggi la notizia riguarda in particolare gli iscritti lombardi.
Infatti oltre 60 iscritti di Europa Verde in Lombardia hanno manifestato solidarietà nei confronti di Evi, criticando duramente la gestione “padronale e autoritaria” di Angelo Bonelli e dell’attuale dirigenza.
“Non solo #Pinkwashing”, ecco il comunicato dei dissidenti lombardi:
Esprimiamo rammarico per la decisione di Eleonora Evi di uscire da Europa Verde – Verdi, ma altrettanta solidarietà con le sue rivendicazioni.
La critica all’impostazione patriarcale del partito è condivisibile. Per rendersene conto basta guardare le pagine Facebook e Instagram di Europa Verde – Verdi dove spazio e visibilità sono concentrati unicamente su post, comunicati e notizie varie del portavoce uomo, con la coportavoce Eleonora Evi in un ruolo marginale. Ciò dimostra che per promuovere la parità di genere non basta enunciare dei principi generici, ma ci vuole l’impegno della pratica quotidiana.
Tuttavia i problemi di Europa Verde – Verdi, vanno ben oltre l’impostazione patriarcale denunciata e riguardano la gestione del partito con azioni, anche dal nostro punto di vista, spesso padronali ed autoritarie.
Il regolare processo democratico viene compromesso in vari modi. Attraverso regole definite di volta in volta, a seconda della convenienza, ai congressi ad ogni livello. Mancano effettivi organi di garanzia super partes in grado di consentire che i principi statutari e i regolamenti vengano applicati. Inoltre le modalità di tesseramento attualmente praticate possono permettere localmente la gestione di ampi pacchetti di iscritti che si materializzano solo in fase congressuale condizionando, in questo modo, il regolare processo democratico.
Il dibattito interno al partito viene costantemente mortificato e la pluralità delle idee annullata, sotto la costante minaccia, di fatto attuata, di commissariamenti politici per le associazioni locali. Esempi recenti sono la provincia di Brescia, di Pesaro, mentre altri sono già stati minacciati.
Altra grave minaccia alla democrazia interna del partito è rappresentata dall’accentramento dei ruoli di tesoriere nazionale e segretario organizzativo nazionale nelle mani di una sola persona.
Gran parte delle energie e delle risorse personali vengono oramai impiegate, da tempo, per la gestione delle dinamiche di potere interne al partito, a discapito di un impegno programmatico ed efficace sulle politiche ambientali. In un momento di grave crisi climatica come quello attuale e rispetto ai diversi nodi critici che richiederebbero un intervento deciso e puntuale, noi, all’interno di Europa Verde – Verdi, auspichiamo, invece, una rigenerazione profonda, per essere quella forza propulsiva verso la conversione ecologica immaginata da Alex Langer.
È nostra intenzione impegnarci con determinazione in un percorso che diventa quanto mai urgente, contribuendo, da iscritti e militanti, ad un rilancio serio e coerente di un’azione comune. I temi green devono tornare ad essere al centro dell’agenda politica e devono essere sviluppati con concretezza e coraggio, al di sopra di ogni personalismo.
I numeri in Lombardia e i firmatari del comunicato
Un comunicato così duro è certamente un problema per l’attuale dirigenza nazionale, ma lo è ancora di più se consideriamo che è stato sottoscritto da 61 iscritti e militanti di un partito che rischia di perdere un consenso già non esaltante.
Alle ultime elezioni regionali lombarde, tenutesi a febbraio di quest’anno, l’Alleanza Verdi Sinistra ha ottenuto 93.019 voti con una percentuale del 3,23% e con un solo eletto. Un eletto, Onorio Rosati, che però è un esponente di Sinistra Italiana e non dei Verdi. Quel 3,23% infatti va diviso con le altre componenti dell’alleanza, ossia la Sinistra di Fratoianni, le Reti Civiche, ma anche con movimenti che non presentando proprie liste hanno espresso in alcuni casi l’indicazione di voto a favore di AVS (ad esempio Possibile di Civati e Brignone).
Ma chi sono i firmatari del comunicato? Eccoli:
1 Aimetti Silvio 32 Lamanna Viviana
2 Aldeni Renato 33 Lange Isabel Ann
3 Bacci Roberto 34 Lazzaro Rita
4 Baratelli Paola 35 Locatelli Michele
5 Baresi Arianna 36 lanaro Claudio
6 Bellan Emiliano 37 Maci Cinzia
7 Bellan Roberto 38 Marchionna Stefano
8 Bonfiglioli Elisa 39 Matteotti Idanna
9 Buzzetti Nicola 40 Menichetti Marco
10 Cadei Enzo 41 Minelli Claudio Antonio
11 Carrera Ornella 42 Minelli Elisa
12 Cattaneo Enrico 43 Montafia Patrizia
13 Cherubini Cristina 44 Mulinacci Massimo
14 Colosio Susanna 45 Pagliotta Marco
15 Dante Daniela 46 Pelizzari Angelo
16 Dante Giuliana 47 Perez Francesco
17 Di Giglio Micaela 48 Piccini Marco
18 Diciomma Anna 49 Piccolo Carmine
19 Diciomma Filippo 50 Pennati Alessandro
20 Diciomma Mario 51 Poli Annamaria
21 Eoli Rodolfo 52 Rosi Bernardini Alessandra
22 Fantoni Francesca 53 Rossini Chiara
23 Fantoni Nicola 54 Rullo Simona
24 Fierro Salvatore 55 Sammartino Angela Letizia
25 Fierro Pasquale 56 Sammatrice Giuseppe
26 Fiore Gianluca 57 Simonini Cristina
27 Fiore Benedetta 58 Scrof Nicola
28 Fiore Tommaso 59 Treccani Mauro
29 Giovanardi Cesare 60 Vigna Patrizio
30 Giovanardi Cesira 61 Zago Filiberto
31 Giustacchini Loretta Maria
La reazione di Angelo Bonelli
Nei giorni scorsi, successivamente alle dimissioni di Evi, Bonelli ha dichiarato all’AdnKronos:
Avere divergenze politiche ci sta, è pacifico, avviene in tutti i partiti. Per esempio, noi abbiamo votato per l’alleanza europea che riconferma Avs, lei no, ma questo è un partito con parità di genere e che ha al suo interno delle donne eccezionali, come Luana Zanella, solo per citarne una. Le accuse di paternalismo e atteggiamento patriarcale mosse da Eleonora Evi sono false, basta chiedere a chi mi conosce, alle donne nei Verdi, alla Zanella. Sono uno che ascolta e si confronta. Storicamente.
Queste affermazioni, smentite da Evi anche nell’intervista citata all’inizio, sono però in contrasto con le parole dei Verdi lombardi, e non solo, che lamentano la mancanza di una democrazia interna che dovrebbe essere tutelata da quel confronto che Bonelli dice di garantire.
Attendiamo di capire quale saranno, se ci saranno, le reazioni della dirigenza nazionale a tutte le dimostrazioni di malcontento in atto, e di vedere se e come Europa Verde riuscirà a sopravvivere a questo terremoto.
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