Partiti e politici
Comunali 2023: tutti dicono di aver vinto, ma per ora non vince nessuno
Il gioco è sempre lo stesso, da sempre. All’indomani di ogni tornata elettorale politica, europea, regionale ma, soprattutto, comunale, tutti dichiarano di aver vinto e (quasi) nessuno ammette un minimo arretramento di consensi, e men che meno una sconfitta. Troppe sono le possibilità che si presentano dinanzi ai diversi leader politici e segretari di partito, e che essi possono utilizzare: il confronto con risultati di un passato molto peggiore, oppure con presunte aspettative meno rosee, oppure ancora con altre forze politiche con performance ancora più deficitarie.
Qualsiasi strada si scelga, il vero sforzo consiste nel mostrare e dimostrare che il proprio partito si è ben comportato nella specifica elezione, e che la fiducia dell’elettorato resta intatta. In occasione di consultazioni amministrative, come è il caso di questa settimana, le soluzioni che si possono adottare sono poi molteplici, dato che le scelte possibili si moltiplicano infatti a dismisura.
Per chi, come Fratelli d’Italia, nonostante la “luna di miele” con Meloni non c’è stato il botto desiderato, come la conquista di Brescia e la riconferma al primo turno in alcuni altri capoluoghi di provincia, il gioco facile è stato quello di sottolinearne il confronto con le precedenti comunali, dove erano ovviamente ai minimi termini, nel lontano 2018. Per la Lega, in netta contrazione un po’ dovunque, la decisione più semplice è quella di sottolineare la riconferma netta di 2-3 sindaci nelle sue antiche aree di conquista. Per Forza Italia si tratta di ribadire la sua imprescindibile presenza nella coalizione di destra-centro, unico baluardo realmente “liberale”.
Anche tra le forze di opposizione ci si salva in diversi modi. Il Partito Democratico parla soprattutto dell’ottimo risultato di Brescia, tacendo di tutti gli altri comuni che non è stato per il momento capace di riconquistare, seppure appartenenti alle sue antiche “dominazioni”. I 5 stelle si consolano ribadendo che alle comunali sono sempre stati poco visibili e radicati, essendo un movimento più di opinione che territoriale, come se dopo quasi quindici anni dalle loro prime apparizioni locali si ragionasse ancora in termini di prime sperimentazioni. L’estrema sinistra, come sempre ridotta a quote irrisorie, si lamenta della loro scarsa visibilità mediatica che li penalizza, impedendo al popolo di votarli. Il litigioso terzo polo, presentatosi in modalità sparse e non omogenee, ribadisce la loro imprescindibile presenza per la vittoria dei candidati tendenzialmente di un centro-sinistra di stampo liberal-democratico.
Ma cosa è accaduto realmente, alla fine? Intanto, occorre prima di tutto sottolineare che a livello comunale le uniche analisi sensate vanno fatte sul voto per i sindaci: troppe liste personalizzate, affluenze molto più basse di altre consultazioni, possibili scelte dei soli candidati, senza votare alcun partito, per una quota di almeno il 10% dei votanti. Tutte cose che impediscono qualsiasi tipo di confronto con altre elezioni. Detto questo, da una situazione di 10 a 4 per il centro-destra di 5 anni, dopo il primo turno di voto i comuni già assegnati vedono il centro-destra avanti per 4 a 3 (compresa Udine dove c’è già stato il ballottaggio).
Dunque, nessun vero vincitore complessivo per il momento. Occorre attendere ancora una settimana, sebbene sia statisticamente più probabile una parziale sconfitta del centro-destra, che governa in più comuni e quindi ha le maggiori chance di perderne. Ma, allo stato attuale, nessuno ha diritto di pronunciare nessun proclama di vittoria, fatta eccezione per i sindaci che già sono stati eletti al primo turno.
Attendiamo lunedì prossimo, e allora potremo ragionare con valutazioni più attendibili e corrette. Per il momento, l’unico vincitore, come capita sempre più frequentemente, è l’astensione, in costante espansione ad ogni appuntamento con il voto. Che i cittadini siano sostanzialmente stufi dei propri rappresentanti, ad ogni livello? Più che un sospetto, ormai…
Università degli Studi di Milano
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