Partiti e politici
Com’è più facile per un partito essere di destra che di sinistra
Non voglio ripetere quanto stiamo già leggendo sui giornali, perché sappiamo tutti che l’estrema destra in Europa è avanzata ben più di quanto non si aspettassero i sondaggisti politici. Anche Giorgia Meloni appartiene all’estrema destra, con la particolarità di essere dotata di una fortissima ambizione personale che l’ha portata ad occupare posizioni centriste e filoatlantiche in Europa, l’unica condizione per venire riconosciuta come leader credibile anche dagli altri paesi europei. Sarà interessante vedere se anche la Meloni non si dimostrerà una voltagabbana in politica estera nel caso in cui Trump vincesse le elezioni USA a novembre, e gli Stati Uniti dovessero costringere l’Ucraina ad accettare le condizioni di una Pax russa per mettere fine a una guerra che non verrebbe più finanziata dall’America.
Ricordiamo tutti il messaggio di auguri inviato da Giorgia Meloni a Putin per le elezioni del 2018, quando si felicitò per la sua rielezione. Ricordo velocemente come molti dei partiti dell’estrema destra europea siano stati finanziati dai russi e siano quindi filorussi, vale per tutti il caso di Marine Le Pen. I risultati di queste elezioni sono sicuramente piaciuti moltissimo a Putin.
Il problema è che fare una campagna elettorale su posizioni di estrema destra è estremamente facile. Le parole d’ordine dei partiti europei di destra sono tutte più o meno una variazione del tema “stop all’immigrazione”. Un tema senz’altro di immediata comprensione per un elettorato che si sente più o meno giustamente minacciato dall’immigrazione di forza lavoro straniera.
Paesi più laici dell’Europa sul tema dell’immigrazione – vale per tutti l’esempio degli Stati Uniti – hanno tenuto le porte aperte agli immigrati per molti anni, perché i tassi di riproduzione della popolazione locale non erano sufficienti per riempire le fabbriche e dare braccia all’agricoltura. Adesso anche gli Stati Uniti stanno seguendo il nuovo stream dello “stop agli immigrati”, perché la vulgata popolare attribuisce alla presenza degli immigrati la caduta dei salari, in alcuni settori dell’economia, ma soprattutto vi sono crescenti allarmi anche per quanto riguarda le zone di abitazione delle persone immigrate.
Si tratta spesso di aree degradate, fatto dovuto sostanzialmente ai salari più bassi percepiti dagli immigrati, che scelgono quindi abitazioni di minor valore ma soprattutto non si possono permettere di pagare la manutenzione delle case. Purtroppo il capitalismo globalizzato non si accontenta della manodopera locale, più costosa, più esigente, in genere anche sindacalizzata, e preferisce impiegare lavoratori stranieri meno costosi. Da un punto di vista semplicemente economico, l’immigrazione clandestina ha per gli imprenditori dei ritorni ben più elevati di quella regolare. Quando poi il lavoratore non è regolarizzato, l’imprenditore non deve pagare neanche le tasse sul lavoro e gli stati non sono neanche tenuti a offrire a questi lavoratori l’assistenza sanitaria.
Nessuno però ha il coraggio di dire ai cittadini la tragica verità: i lavoratori immigrati, soprattutto se clandestini, costano meno dei nazionali e quindi piacciono molto agli imprenditori, soprattutto nei settori Labor Intensive, dove non è richiesta una particolare formazione della manodopera.
E’ quindi un gioco da ragazzi lanciare parole d’ordine di destra contro l’immigrazione: vanno dritte alla pancia di chi si ritrova a condividere lavoro e abitazioni con gli stranieri, mi riferisco in particolare agli abitanti di quelle periferie che tanto piacciono alla Meloni e dove raccoglie un bel po’ di voti. Ma dopo due anni di destra al potere in Italia, abbiamo visto che i flussi migratori irregolari non si sono fermati. Non solo, gli imprenditori italiani reclamano a gran voce lavoratori stranieri, perché nessuno dei nostri pochi figli etnicamente italiani ha voglia di alzarsi alle quattro del mattino per recuperare i sacchi dell’immondizia dalle cantine di Milano (senza gli immigrati che fanno questi lavoratori, saremmo sommersi dalla nostra immondizia).
Conosco molti casi di imprese di costruzioni che impiegano immigrati clandestini, chiedendo loro di allontanarsi dal posto di lavoro quando sta per arrivare una retata della polizia, per poi richiamarli al loro posto, appena i poliziotti se ne sono andati. I muratori ormai sono merce rara e sarebbe il caso di dire la verità: ne abbiamo bisogno. Facciamoli arrivare legalmente in Italia, di modo che i datori di lavoro possano assumerli in sicurezza ma soprattutto paghino le tasse sul lavoro.
La tesi ufficiale della destra su questo argomento fa ridere i polli: le donne autoctone dovrebbero mettersi al lavoro per produrre la futura manodopera di cui ha bisogno il paese, ma siccome i paesi hanno bisogno anche della manodopera femminile, il famoso bonus maternità di Giorgia Meloni prevede che alle donne siano concessi degli sconti fiscali che poi porteranno di fatto a un abbassamento della loro pensione solo se hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato e almeno tre figli.
Ma che razza di vita di merda si chiede di fare alle donne che devono lavorare a tempo pieno e allo stesso tempo allevare tre figli? E’ questa la proposta dei nostri destrorsi nazionali per fermare l’immigrazione? Temo proprio di sì, hahaha.
E’ invece molto più difficile trovare temi convincenti per i partiti di sinistra, anche se in Italia il PD sembra avere trovato una particolare miscela, composta da una spinta in difesa delle libertà personali, accompagnate da sentimenti di pietas per chi è disposto a morire pur di salvare sei i propri familiari dalla povertà. Sappiamo benissimo che tra gli immigrati c’è anche un tasso di criminalità più elevato che tra i nazionali, proprio perché le mafie locali reclutano con maggiore facilità ragazzi privi di competenze lavorative e in condizioni di effettiva minorità dovuta alla mancanza del permesso di soggiorno.
Parlare seriamente e con competenza dell’immigrazione è molto difficile, anche perché si nasconde il fatto che da una parte i migranti portano maggiori profitti ai datori di lavoro, ma allo stesso tempo permettono al prezzo delle merci di scendere, proprio perché il lavoro con cui sono prodotte costa di meno. Dei prezzi più bassi approfittano tutti, anche quelli che si vorrebbero sbarazzare dei migranti. Ma nessuno è disposto a dir loro la verità: se i pomodori costano tre euro al chilo, è perchè li raccolgono degli immigrati clandestini, privi di qualsiasi forma di difesa dallo sfruttamento di cui sono vittime.
Non è un concetto così difficile da spiegare, ma è comunque molto più facile dire: “Stop all’immigrazione!”. Sapendo poi perfettamente, perché i partiti di destra lo sanno benissimo, che l’immigrazione non potrà venire fermata, tanto meno da un aumento del tasso di fertilità che costringa le donne a lavorare e figliare allo stesso tempo, quando tutti sappiamo che appena il reddito pro-capite aumenta, anche le donne cominciano a volersi godere un po’ la vita e fanno meno figli, a partire dal nostro Presidente del Consiglio che di figli ne ha avuto uno, la piccola Ginevra, a cui nessuno augura di diventare una badante a diciott’anni. Insomma, anche Giorgia Meloni predica bene ma razzola male. Shame on her.
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