Partiti e politici
Cofferati come Tsipras? Ma no, è solo un’operazione nostalgia…
La sinistra italiana ora sogna l’operazione Tsipras, con la costruzione di un partito di sinistra in competizione con il Pd. E nientemeno Sergio Cofferati, fuoriuscito dai democratici dopo il caos primarie in Liguria, viene già paragonato al leader di Syriza. Il segretario della Fiom, Maurizio Landini, ha aperto le danze: «Un personaggio del carisma di Cofferati, con le sue grandi qualità etiche e morali, può certamente contribuire ad accelerare un percorso simile anche qui. Dove pure è necessario andare oltre l’idea di sinistra classica», ha affermato in un’intervista al Corriere. Una perfetta sintesi di come la sinistra-sinistra non riesca a interpretare il pensiero degli italiani.
Partendo dalla considerazione che si è aperto uno spazio elettorale a sinistra e vista la passione esterofila, si potrebbe dire che in Italia c’è la possibilità di azzardare una “operazione Podemos”, prendendo spunto da quanto sta avvenendo in Spagna. Un modello spagnolo più che greco. Il “partito degli indignati” potrebbe essere (brutalmente) spiegato come un Movimento 5 Stelle di sinistra, in salsa iberica. Un mix di democrazia diretta, ricette legate al pensiero di sinistra tradizionale con una spruzzata di sano populismo. Dunque, qualcosa di diverso rispetto a Syriza, nato come un cartello di forze di sinistra paragonabile, seppur qualche distinguo, all’esperimento (fallito) della Sinistra Arcobaleno in Italia.
Ma l’operazione Podemos non è una passeggiata: serve una miscela di ingredienti, da impiegare al momento giusto. Prima di tutto occorre sfidare sul territorio della lotta alla casta il Movimento 5 Stelle, proponendo una serie di messaggi convincenti per quella che il politologo Emanuele Ferragina definisce la “maggioranza invisibile”, ossia una larga parte di elettorato che non si sente più rappresentato dalla politica e sceglie di rinchiudersi nell’astensionismo più impenitente. Perché nemmeno crede più di poter trovare un partito in grado di rispondere alle proprie istanze. Per scuotere questo elettorato bisogna trovare la chiave giusta e scaldare dei cuori ormai raggelati.
Pertanto, se il target elettorale è più ampio della “vecchia sinistra”, appare del tutto evidente che Sergio Cofferati non possa diventare il motore del “Podemos” tricolore. Il dialogo con l’elettorato sfiduciato necessita, in maniera intransigente, la proposta di energie fresche e di intelligenze rivolte al futuro e all’innovazione. Per restare sull’esempio spagnolo, serve un Iglesias, uno che comunque non disdegni le doti comunicative (che fanno abbastanza difetto al leader della Cgil) e che non sua criticabile per il suo passato. Nonostante il suo profilo solido, invece, Cofferati è sulla scena pubblica da decenni e, con buona pace di Landini, non sarebbe così convincente per quella maggioranza invisibile stufa dei “volti noti”.
Insomma, la raccolta delle solite figurine della sinistra anti-renziana è un’idea buona per animare il dibattito mediatico, ma difficilmente potrebbe ottenere un seguito significativo. Così l’ipotetica operazione Tsipras, in Italia, sarebbe solo l’ennesima operazione nostalgia…
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