Partiti e politici

“Io, romeno di destra, nella rossa Toscana”: intervista a Claudiu Stanasel

18 Agosto 2021

Classe ’94, nato in Romania, giovane imprenditore e primo cittadino romeno eletto consigliere comunale a Prato con oltre 400 voti. Leghista. Claudiu Stanasel è oggi il Vice Presidente del Consiglio Comunale di Prato, città multietnica e che fa i conti con la crisi del settore del tessile, ormai qui gestito della manodopera cinese. È arrivato in Italia con la sua famiglia nel  2000 e la sua è una storia del tutto particolare. Si definisce un uomo di centrodestra, da sempre ben integrato e grato all’Italia e ha l’ambizione di fare strada, non solo nel suo partito. Lo abbiamo intervistato, per capire un pò di più come quel che può sembrare una contraddizione è invece solo un modo di intendere il mondo, piccolo o grande che sia, che si abita.

Partiamo dalle origini: quando comincia la tua passione per la politica? 

Mi sono avvicinato alla politica all’età di diciassette anni quando mi sono candidato alle elezioni studentesche dell’ITIS Buzzi, una delle scuole più importanti di Prato. Sono stato eletto come rappresentante degli studenti presso un istituto di oltre 1600 studenti. Ho iniziato quindi ad appassionarmi alla politica e ad informarmi sin da subito per poter affrontare al meglio il mio ruolo. Sono stato avvicinato da vari movimenti giovanili e mi sono ritrovato a far parte di lì a poco dei giovani di Forza Italia. Nel 2014 ho deciso di candidarmi alle elezioni amministrative di quell’anno, per rappresentare i giovani. All’età di 18 anni ho ottenuto 185 voti, 7° in classifica per numero di voti nella lista “Forza Italia”, senza riuscire per pochi voti ad entrare in consiglio comunale. Ho iniziato quindi un lungo percorso di attività politica come membro prima, e poi dirigente, in Forza Italia. Ho dato vita al progetto “I Giovani incontrano la Politica”, format di assemblee studentesche basato sul dialogo tra giovani esponenti dei principali partiti politici italiani e gli studenti delle scuole superiori. Alla base di questo dialogo abbiamo messo sul piatto temi nazionali di attualità e politica, confrontandoci con gli studenti e cercando di dar loro tutti gli strumenti affinché potessero formare un primo pensiero politico. Con questa iniziativa ho avuto modo di visitare fino ad oggi oltre trecento scuole superiori toscane e non solo, visto che successivamente il progetto ha raggiunto carattere nazionale e non più soltanto regionale.

Quindi è una passione che si è presto tramutata in lavoro…

La politica è l’esperienza più bella della mia vita, mi riempie di gioia e mi rende orgoglioso ogni giorno di quello che faccio. Ho sempre detto ai giovani che la cosa più bella che la vita può farti incontrare è quella attività che ti fa sentire vivo per davvero e soddisfatto di quello che fai e di quello che sei, perciò bisogna cercarla e non arrendersi mai finché non si riesce a trovarla e farla diventare il lavoro della propria vita. Io ci sono riuscito grazie a tantissime persone che hanno creduto in me e che ancora oggi sono al mio fianco, così ogni giorno mi impegno e cerco di dare il massimo nella speranza di poterle rendere orgogliose.

Il tuo primo partito è stato Forza Italia, cosa aveva di così rappresentativo per te? 

Forza Italia è stato il partito politico che più si avvicinava alle mie idee, perché si basava su quei valori liberali che sono tuttora alla base della mia attività politica ed istituzionale. Ho “portato” con orgoglio il nome di Forza Italia cercando di far capire alle persone quello che è stato alla base del partito di Silvio Berlusconi. Ho dato vita insieme a molti amici a un movimento giovanile su scala regionale che ancora oggi è fra i più numerosi, nonostante il calo dei consensi del partito. Ho sempre creduto nella ristrutturazione e nel rilancio di Forza Italia sebbene di quest’ultimo tanto si sia parlato negli anni senza però vederne una conseguenza concreta e reale. Proprio per questo ho deciso di abbandonare questo percorso, nonostante la scelta sia stata dolorosa. Credo ancora oggi che Forza Italia possa portare un valore aggiunto alla coalizione del centrodestra ma per far questo servono chiarezza, coerenza e concretezza.

Arrivi nella Lega nel 2018, eri e sei tuttora giovanissimo. L’Italia è il paese in cui sei cresciuto e in cui vivi oggi ma non è il tuo paese d’origine. Ammetterai che non è automatico pensare che un giovane romeno italiano faccia politica con e per Matteo Salvini… 

Sono un politico di destra in una delle regioni più di sinistra d’Italia e sono abituato a fare politica in un clima difficile e a battermi contro certe idee e visioni. Idee come quella che dà per scontato il fatto che se uno è un cittadino di origini straniere deve per forza fare politica con partiti di centrosinistra, solo perché quei partiti per tanti anni si sono riempiti la bocca con la parola “straniero” senza però unire mai alle parole i fatti concreti. Io credo che il centrodestra abbia dimostrato negli ultimi anni un’apertura concreta ai cittadini stranieri o ai cittadini italiani di origine straniera, dando loro l’opportunità e soprattutto gli strumenti per fare politica in prima persona e a livelli istituzionali importanti. Nel mio caso specifico la Lega ha deciso, nel 2019, di candidare alle elezioni amministrative un ragazzo di 24 anni nato in Romania, su una delle liste più ambite, all’interno di un Comune come Prato, che conta circa duecentomila abitanti e che ha visto oltre cinquecento persone candidate al ruolo di consigliere comunale. Insieme alla mia squadra abbiamo dimostrato che è stata una scelta vincente, visto che ho ottenuto 442 voti, il primo della lista della Lega a Prato e uno dei più votati consiglieri della Lega di tutti i Comuni andati al voto tra il 2019 e il 2020 in Toscana. Grazie alla Lega sono poi diventato il Vice Presidente del Consiglio Comunale di Prato, ruolo che per la prima volta nella storia della città è stato assegnato a un cittadino straniero e ad un così giovane consigliere. Questo dimostra di fatto che a destra, a differenza di quanto qualcuno spesso voglia dire, se un cittadino straniero o un giovane, decidono di fare politica seriamente, ha al suo fianco partiti che sono pronti a sostenerlo, anche in realtà importanti come quella della terza città del Centro Italia. Io sono e sarò sempre un uomo di centrodestra e il mio arrivo nella Lega è stato il naturale proseguo di un percorso che ha visto, per me, in questo partito la realtà che in quel momento meglio incarnava valori quali libertà, concretezza e coerenza. Oggi sono il primo cittadino romeno ad avere un incarico istituzionale di questo livello e penso che sia un segnale importante per tutti i partiti politici: noi giovani di origine straniera abbiamo tutti gli strumenti e le qualità necessarie per diventare protagonisti all’interno delle istituzioni.

Claudiu Stanasel

Hai riscontrato difficoltà quando sei arrivato in Italia con la tua famiglia?

Il mio arrivo in Italia è stata una scelta dei miei genitori, che condivido e che sono convinto abbia cambiato per sempre la mia vita e lo ha fatto sicuramente in meglio. Ho incontrato persone che mi hanno aiutato. A scuola, compagni e maestre mi hanno sempre trattato come uno di loro e non ho mai avuto problemi di inserimento ed integrazione. La mia famiglia ha fatto tanti sacrifici per darmi l’opportunità di vivere qui in Italia e sono loro i primi che ringrazio perché non so se io personalmente riuscirei a fare tutto ciò che loro hanno fatto per me.  Lavoro per rendere grazie a modo mio, con traguardi e risultati concreti di cui, sia la mia famiglia che tutte le persone che mi hanno aiutato, possano essere fiere.

Come ti poni oggi sulla questione dell’immigrazione? 

In Italia si parla spesso di immigrazione senza che i veri protagonisti di questo fenomeno vengano coinvolti o interpellati. Questo ha prodotto una discussione politica piena di errori e preconcetti basati sull’ignoranza e sul voler sfruttare questa tematica per puri scopi elettorali. Io ho vissuto questo percorso e l’ho fatto secondo le regole e col massimo rispetto di questo paese, perciò so quali sono i problemi reali e credo di poter dire la mia fornendo valide soluzioni. Quanto sta accadendo negli ultimi anni in Italia fa emergere l’incapacità politica di gestire il fenomeno migratorio che la penisola sta subendo tramite la via del mare. Da una parte c’è una sinistra che si riempie la bocca di questo tema senza mai fornire valide soluzioni per gestirne il flusso ma limitandosi ad un finto buonismo che non porta benefici né ai cittadini italiani o stranieri che vivono qui da tempo né tantomeno a coloro che arrivano sui barconi della vergogna. Dall’altra parte c’è la destra, che nell’anno in cui la Lega è riuscita ad imporsi nel Governo Conte I ha tentato di bloccare questo flusso ottenendo risultati inaspettati e direi anche molto validi che di fatto hanno costretto l’Unione Europea a sottostare alle prese di posizione dell’Italia, paese lasciato solo da tutti in quello specifico periodo a gestire un problema che nessun paese al mondo può gestire da solo. L’Europa non deve più lavarsi le mani lasciando ai singoli stati la gestione di questi problematici flussi migratori bensì deve prendere posizione e mettere su un piano serio per dettare la linea e bloccare questi flussi in partenza creando le necessarie condizioni affinché questi fenomeni non si ripetano.

Prato che città è? 

Prato è la città più multietnica d’Italia, con oltre centoventi etnie differenti presenti sul territorio. Una grande città di circa 200.000 abitanti, il terzo Comune del Centro Italia per numero di abitanti, realtà piena di problematiche ma anche di tante opportunità, situata nel cuore di una delle regioni più belle del mondo: la Toscana. Uno dei principali problemi è quello del lavoro che qui vede una grande percentuale di evasione fiscale, nero e sfruttamento. Ci sono inoltre molti problemi legati al traffico di droga e alla prostituzione, che spesso hanno portato alla ribalta la nostra città sui mass media nazionali distruggendone l’immagine. Furti e scippi sono ormai diventati realtà e spesso il nostro comune per reati di questo genere è ai vertici tra tutti i Comuni d’Italia. Le criticità riguardando però anche le infrastrutture, l’urbanistica: mancano strutture per lo sport, mancano parcheggi per esempio. Inoltre, l’ospedale non riesce a soddisfare la richiesta e il fabbisogno del nostro territorio. Peraltro, viviamo una grande crisi economica a seguito di quella che tutta l’Italia ha vissuto, che ha intaccato pesantemente il settore tessile, il quale ha reso grande Prato ed ancor oggi è il principale settore produttivo della nostra economia. Come sfondo di tutto ciò, c’è una realtà che particolarmente causa diversi problemi alla collettività, e mi riferisco alla cosiddetta “Chinatown” di Prato e a gran parte della comunità cinese. Ho sempre considerato l’integrazione e la multiculturalità un valore e una grande possibilità, ma solo se gestita nel modo adeguato, cosa che evidentemente a Prato non è mai stata fatta. Buona parte della comunità cinese vive nella totale illegalità, contribuendo enormemente ad aumentare i numeri dei reati legati al mondo del lavoro, ma anche alla prostituzione e al traffico di droga. Dobbiamo rendere la nostra Prato una città migliore per tutti noi che ci viviamo e per attirare sempre più turisti e investitori sul nostro territorio.

Oltre a fare politica sei anche un imprenditore, come coniughi queste due attività? 

Ho un’azienda nell’ambito della logistica e del facchinaggio dal 2015. Credo che questa esperienza abbia spontaneamente condizionato molto anche la mia attività politica. Fare l’imprenditore mi ha insegnato il valore e l’importanza del lavoro ma messo di fronte anche i tanti problemi e le opportunità che da questo derivano. Ho fatto del rapporto con le imprese e con le rappresentanze degli imprenditori e dei lavoratori il primo punto della mia attività politica e sono convinto che questa mia decisione sia stata frutto proprio dell’esperienza vissuta all’interno del mondo del lavoro. Spesso fare impresa o fare politica sono attività che vengono viste con una valenza negativa ma invece dovrebbero essere sostenute perché impresa e politica costituiscono le radici di ogni paese. Il sistema dovrebbe incentivare sempre di più giovani a fare impresa o a fare politica perché se vogliamo un vero ricambio generazionale ma soprattutto un miglioramento di queste due categorie è questo ciò che dobbiamo fare. Amo la città in cui vivo e l’Italia ma il mio impegno politico, istituzionale ed imprenditoriale vuole altresì dimostrare che nonostante io sia ormai lontano dal mio paese di origine, provo a tenerne sempre alto il nome e la bandiera, nel ruolo che appartiene a tutti i cittadini romeni nel mondo: quello di ambasciatore del proprio paese d’origine. La mia esperienza credo possa dimostrare come in Italia ci sia integrazione tra persone con lingue e culture diverse, nonostante troppo spesso si riesca a vedere solo la parte problematica e non il valore aggiunto.

Ai giovani, troppo spesso disinteressati alla politica, cosa vorresti dire?

I giovani di oggi sono intelligenti, preparati e pieni di voglia di fare ma allo stesso tempo sono spesso incompresi, abbandonati e maltrattati da un sistema che non riesce a fornire loro le migliori opportunità o a sfruttarne al massimo il vero potenziale. Ho visto coi miei occhi la fame, l’ambizione e la grinta che hanno questi giovani e che anche io stesso ho sempre avuto ed è per questo che credo fortemente nei giovani. Ho visto quanto la politica e l’attualità effettivamente siano temi interessanti per i giovani e ho capito che bisogna stimolare le loro menti, grazie ad un confronto serio e costruttivo. Roberto Benigni, tempo fa, disse una frase che mi ha segnato: “Io non vi dico di rispettare la politica, io vi dico di amare la politica, perché è la cosa più alta del pensiero umano per costruire la nostra vita insieme”. Ho sempre ripetuto questa frase ogni volta che ho potuto, perché ci credo profondamente, e ho la massima fiducia nelle nuove generazioni. Noi dobbiamo entrare in politica e possiamo diventarne i protagonisti, portando un nuovo modo di fare politica, basato sul confronto, sulla meritocrazia e sul rispetto. Ho inoltre una mia personale frase, a cui tengo particolarmente ed è “Chi non partecipa oggi, non può pretendere domani”. Questo vale per tutti, ma deve soprattutto valere per noi giovani che abbiamo l’occasione e tutte le qualità e gli strumenti necessari per fare la differenza in politica, laddove si discute e si programma il nostro futuro.

E ai partiti?

I partiti devono mettere al centro le persone e valori quali meritocrazia, rispetto e coerenza. In Italia viviamo da tempo una forte crisi che ha colpito la maggioranza dell’intera classe politica e questo non ha fatto altro che allontanare le persone creando un danno per il nostro presente ma soprattutto per il nostro futuro. Serve una riforma dell’intera classe politica, sia a livello locale e regionale che a livello nazionale. ANCI sta portando avanti una giusta battaglia a sostegno degli amministratori locali e spero che questa possa portare a una vera riforma affinché poteri e responsabilità come anche strumenti e fondi vengano rivisti e migliorati per far sì che coloro che sono i primi protagonisti diretti ed immediati della politica possano fare il loro lavoro al meglio. Dall’altra parte serve una serie riforma elettorale che ponga al centro il cittadino e il voto diretto dei propri rappresentanti in parlamento togliendo il potere dalle mani delle segreterie di partito e dandolo in mano ai cittadinia. I partiti hanno il dovere di unire le belle parole che tutti ci rivolgono ai fatti, permettendo anche ai giovani meritevoli l’accesso al potere al loro interno e all’interno delle istituzioni.

Qual è la strada da seguire affinché i ragazzi si riavvicinino alla politica, non solo in qualità di elettori?

Non dobbiamo più accettare il ruolo di manovalanza a vita ma fare squadra, usare gli strumenti della tecnologia e allo stesso tempo tornare nelle piazze e nelle città per fare politica sul territorio e solo così, dall’unione del vecchio e del nuovo, possiamo diventare migliori dei nostri predecessori e fare del bene per questo paese.

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