Partiti e politici
Chi pulisce i cessi e chi non sa come si puliscono
C’è chi per sostentarsi ha svolto o svolge lavori umili come pulire i cessi. Sono lavoratori che meritano profondo rispetto, perché viviamo in un paese che senza quei lavori umili – che a onor del vero sono svolti per lo più dai tanto vituperati immigrati – affogherebbe nei suoi stessi escrementi, non solo in senso metaforico.
Per questo la frase di Silvio Berlusconi sui grillini che a Mediaset sarebbero mandati a pulire i cessi è spregevole e degna del personaggio che ormai tutti conoscono molto bene, persino gran parte di coloro che per quasi vent’anni lo hanno votato credendo a “meno tasse per tutti” e che oggi non lo votano più, preferendogli chi promette il “reddito di cittadinanza”.
Ma al netto dell’ennesima uscita infelice di un leader messo sotto scacco dall’avanzare degli anni, prima ancora che dai suoi evanescenti oppositori politici, vecchi e nuovi, i signori della Casaleggio Associati (che hanno portato il loro cartello elettorale al 32%) dovrebbero riflettere su un fatto: chi non ha mai lavorato in vita sua, neanche nel settore delle pulizie, forse non ha le capacità richieste per amministrare un comune, una regione, per svolgere il ruolo di deputato o di senatore. Figuriamoci per ambire a Palazzo Chigi.
Sarebbe quindi il caso che gli abilissimi burattinai dei “ragazzi meravigliosi” mettessero in fretta in soffitta l’abusato mantra “i capaci sono quelli che hanno distrutto il paese”, perché si tratta una palese idiozia che può andar bene per sollazzare un po’ di popolino semi analfabeta, ma che alla resa dei conti è destinato a svelarsi in tutta la sua miopia. Proprio come a Roma, dove degli incapaci esordienti stanno distruggendo una città sotto gli occhi del mondo.
In fondo, in questa pietosa contesa tra mediocri, manca una voce. Ed è sempre la stessa da ormai troppo tempo. È la voce di chi dovrebbe rappresentare quelli che puliscono i cessi contro chi li sfrutta e anche contro chi aspira a vivere di sussidi sulle loro spalle; che li protegga da chi li sottopaga e da chi – senza aver mai preso uno straccio in mano – osa definirli “miserabili”.
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