Partiti e politici
C’è un limite temporale per l’elezione di Draghi al Colle
Per Mario Draghi la soluzione per la partita al Colle sarebbe semplice: rassicurare Salvini sul fatto che nel prossimo governo, quello che nascerebbe da un inevitabile rimpasto, i ministri saranno tutti leader politici, ma soprattutto fornirgli su un piatto la testa dell’attuale titolare del Ministero dell’Interno, riservando quel dicastero nuovamente a lui o comunque a qualche suo fidato. Il problema è che Draghi queste rassicurazioni non è in grado di fornirle a Salvini, se non al prezzo di prendere molto tempo e procrastinare il rinnovo dei vertici del Quirinale a lungo in modo da comporre nel dettaglio il quadro del futuro governo. E il problema è anche che Salvini non ha tutti i numeri per sbloccare la situazione, quindi concedere troppo a lui significherebbe togliere agli altri.
Per questo il colloquio di ieri tra Draghi e Salvini non sembra essere stato risolutivo e i giornali fanno capire che non è andato affatto bene. C’è da registrare però il fatto che Draghi si è cominciato a muovere e, come conferma Giorgietti, il fatto che lui e il leader della Lega si siano parlati è importante. D’altronde, difficilmente il premier sembra essere disposto a prestarsi allo stillicidio dei voti, rendendosi disponibile a un passaggio al Quirinale al massimo entro la quinta conta. Oltre quella potrebbe ritirarsi dalla corsa, restando a Palazzo Chigi, sembra fare intendere, solo fino a quando ci saranno le condizioni per farlo, e quindi stavolta senza alcun ‘whatever it takes’.
Uno dei puntelli che Draghi sembra mettere per restare a Palazzo Chigi, nel caso che entro la quinta conta il suo nome non venga scritto dalla maggioranza dei grandi elettori per il Quirinale, è che al Colle salga una figura di garanzia, il cui nome potrebbe coincidere con quello di Giuliano Amato, attualmente giudice della Corte Costituzionale, ma in lizza a breve per essere eletto come Presidente della Corte Costituzionale stessa. Il quotidiano ‘Domani’ riporta oggi del tentativo di Giuliano Amato stesso di evitare un corto circuito che potrebbe esserci nel caso di sua nomina a Presidente della Consulta e di sua elezione a Presidente della Repubblica, si tratterebbe di guadagnare solo qualche giorno, posticipando la convocazione dei giudici costituzionali rispetto alla data del 29 gennaio prossimo, primo giorno utile per procedere alla nomina del nuovo Presidente della Consulta.
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