Partiti e politici
Cari milanesi, davvero volete seguire Saviano nei nuovi girotondi?
Milano, 2002. «Con girotondi (o girotondismo) – dice Wikipedia – si intendono chiamare quei movimenti di cittadini costituitisi nelle maggiori città italiane, con diverse denominazioni, in nome della difesa dei princìpi di democrazia e legalità. La loro nascita viene fatta risalire a Milano il 26 gennaio 2002, in occasione di una manifestazione di fronte al Palazzo di Giustizia». Motore di tutto ciò fu naturalmente Silvio Berlusconi.
Sempre Milano, 2018. Racconterà un giorno Wikipedia: «Ecco il Nuovo Girotondo. Nasce a Parco Sempione di Milano, alla tavolata solidale organizzata dal Comune, a cui partecipano più di 10.000 cittadini per dire no a tutti i muri. Quel giorno, Roberto Saviano, che era stato invitato, diventa il vero protagonista della manifestazione. Solo qualche giorno prima, il ministro degli Interni, Matteo Salvini, aveva minacciato di “rivedere” la necessità della sua scorta. Nasce una polemica furiosa tra i due e nel Paese. Saviano parla ai milanesi: «Non dobbiamo aspettare un leader, dobbiamo organizzarci noi!».
Cosa racconterà Wikipedia tra qualche anno? Se guardiamo alla prima esperienza, a quei primi girotondi a cui un insospettabile Nanni Moretti diede corpo e anima, possiamo dire che molte di quelle istanze sono poi diventate negli anni carne viva della politica, ma gli uomini e le donne di quel tempo, che volevano risvegliare la sinistra, si sono ritrovare un bel giorno Grillo e le sue piazze. Tu scatti la foto, la sviluppi, ma l’immagine è un’altra.
Che immagine si ritroveranno tra qualche anno gli uomini e le donne che erano al Parco Sempione quel sabato 23 giugno 2018?
Qualche considerazione la possiamo fare già ora. Milano ai piedi del suo tribuno è un’immagine inedita. Per chi ama davvero Milano di questi anni, persino inconsueta e forse anche irritante. Un assessore che presenta Saviano sul palco e urla “quello lì”, intendendo Salvini, mette un poco di malinconia. Ma immaginiamo pure che lo spettacolo abbia le sue regole e quel tot di fanfara ci sta. Cosa hanno cercato i milanesi nell’abbraccio a Roberto Saviano, uno sfogatoio emozionale sotto la pressione di un governo “terribile”, o la necessità di vedere ancora più lontano, nell’esigenza di un nuovo “resistere”, com’ebbe a triplicare l’enfasi Francesco Saverio Borrelli quel 12 gennaio del 2002 in apertura dell’anno giudiziario?
Saviano ha detto ai milanesi di “non aspettarsi un leader». Ha detto “organizziamoci noi”. Ha negato la politica. Proprio nella terra dove la politica ancora resiste, certo, sotto quella forma un po’ atipica di un sindaco che è uscito dal cilindro di alchimie paradossali e poco riconducibili a schemi tradizionali. Ma insomma, tiene ancora l’idea che a Milano una politica ci sia. E si faccia. Non è un caso se, con istanze diverse, questa mattina i due grandi quotidiani se ne occupino, la Repubblica con Piero Colaprico che identifica in «Milano, l’anti-Salvini» e il Corriere con Gian Giacomo Schiavi che vede Milano come «modello globale».
Volete davvero far da voi, cari milanesi, non volete più aspettare un leader che vi faccia battere il cuore, entusiasmare, che vi appaia giusto, con lo sguardo fiero, che abbia la visione di un mondo che verrà, che tracci una strada possibile, che venga criticato tutte le volte che è giusto e ridiscusso tutte le volte che è giusto e che – sentenza delle sentenze – venga confermato o disarcionato il grande giorno delle elezioni? La tentazione evidentemente c’è ed anche umana e comprensibile visti gli ultimi anni di questa politica. Ma Roberto Saviano ha un’idea radicalmente diversa dalla vostra, intende mettersi, e mettere tutti gli altri, in sicurezza dalla politica, al fondo diffidarne, piuttosto affidare l’empatia di una giornata a un «Restitution Day» sui milioni sottratti dalla Lega, una menata di rara demagogia.
C’è da sperare che, amandolo per quello che è e che vale, i milanesi respingano l’offerta di Roberto Saviano: «Noi vogliamo un leader, noi vogliamo la politica.»
(Foto di Copertina di Elena Galimberti, scattata durante la manifestazione al parco Sempione)
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